I miliardi della diga scomparsi A Palermo 3 tornano in libertà di Clemente Granata

I miliardi della diga scomparsi A Palermo 3 tornano in libertà La Procura perplessa vuole impugnare la decisione I miliardi della diga scomparsi A Palermo 3 tornano in libertà Fra gli scarcerati c'è il commissario del consorzio di bonifica del Belice - Forse collegata alla costruzione della diga di Garcia l'uccisione del colonnello Russo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO - E' probabile che la Procura della Repubblica impugni 11 provvedimento con cui giovedì scorso U giudice Istruttore Rizzo ha concesso la libertà provvisoria a tre imputati per lo scandalo della diga di Garda, nella Valle del Bellce (già 11 pubblico ministero Orasso aveva del resto espresso parere negativo). Oli Imputati scarcerati sono 11 dottor Francesco Furnari, di 44 anni, socialista, commissario straordinario del Consorzio di Bonifica del Bellce e i tecnici Francesco Paolo Mlserendlno. di 37 anni, e Michelangelo Oalvanio, di 33. Altri due Imputati, Oiuseppe Mirto e Nicola De Martino, erano tornati liberi circa un mese fa. Oli arresti erano avvenuti il 10 maggio scorso. L'accusa parla di concorso in peculato (dai cinque ai sei miliardi sottratti alla Cassa per il Mezzogiorno) con un centinaio di altre persone, tutte a piede libero e proprietarie di vasti appezzamenti di terreno. La libertà provvisoria è motivata dal (atto che è venuto meno il pericolo di -Inquinamento delle prove». Il Mlserendlno. inoltre, risulta ammalato In modo grave. Nello stesso tempo il dottor Rizzo vuol approfondire Il ruolo svolto nella vicenda dalla Cassa per 11 Mezzogiorno. Il provvedimento di giovedì suscita, almeno In una parte dell'opinione pubblica, perplessità. Esso aggiunge un capitolo a un'amara storia dove, se anche alla fine non dovessero risultare provate responsabilità giudiziarie, rimarreb¬ bero esempi di malcostume amministrativo e politico. Storia tanto piti amara quanto più si pensa che si svolge sullo sfondo di quella Valle del Belice già martoriata dal terremoto. In attesa a distanza di danni di aluti concreti, spettatrice e vittima di altri scandali. La diga di Oarcla. progettata agli Inizi degli Anni Settonta, inizialmente doveva servire ad Irrigare e rendere fertile il territorio del Corleonese, particolarmente depresso. Poi il progetto fu ampliato includendo opere di canalizzazione anche In provincia di Trapani. Fu a questo punto che si manifestarono parecchie perplessità. Si opposero 1 comunisti; l'onorevole Nicola Ravtdà, democristiano, membro della commissione agricoltura alla Regione, parlò di •opera faraonica, inutile e costosa-. Ma non si tornò indietro e si calcolò una spesa complessiva di 324 miliardi con l'Intervento della Cassa per il Mezzogiorno (I lavori sono ben lontani dalla conclusione). All'inizio due miliardi e mezzo erano previsti per l'esproprio delle aree interessate alla costruzione. Ma la somma si moltipllcò rapidamente e raggiunse 121 miliardi. Perché? Perché si era deciso, del resto giustamente, di dare un più rilevante indennizzo al piccoli proprietari di terreni seminativi e irrigui, al coltivatoli diretti e anche al mezzadri e agli affittuari. Ma a questo punto si sarebbe scatenata la caccia alle •Indennità suppletive*, caccia alla quale avrebbero parteci¬ pato con successo un centinaio di persone che non potevano vantare alcun diritto al maggiore Indennizzo perché non rientravano nelle categorie previste dalla legge. Il tutto, secondo l'accusa, con 11 beneplacito, naturalmente ricompensato, degli uomini politici e dei tecnici preposti al Consorzio di bonifica del Bellce. Cosi furono -distratti, dalla loro destinazione clnque-sel miliardi della Cas- I sa per il Mezzogiorno, la cui | condotta ora 11 magistrato vuol approfondire. Nel mag' glo scorso, le denunce a carico | del proprietari e le manette al I polsi. Furnari e degli altri tre : personaggi tornati in libertà i provvisoria l'altro Ieri. Ma la vicenda della diga di Garda non si esaurirebbe : qui. CI sarebbe un altro caplI tolo nettamente distinto dal primo, giova sottolinearlo, I con altri personaggi che rimangono nell'ombra. E' storia di racket per l'accaparramento delle forniture del materiali di cava e del macchinari. E' storia di sangue con nove morti a Corleone e nove a Monreale. E' storia di sequestri: nel 1974 fu rapito il nipote di un ricco proprietario. Peppino Oarda; quest'ultimo, durante la prigionia del parente, ricevette molti Inviti a vendere 1 terreni che stavano per entrare nel plano di esproprio e 11 cui valore pertanto era destinato a crescere. Fu un fatto casuale o tra quegli inviti e il sequestro esisteva un legame? E Infine c'é chi dice che la diga di Oarcla potrebbe costituire un utllechlave di lettura per conoscere 1 motivi dell'assassinio del colonnello del carabinieri Russo, che svolgeva indagini In quel settore. Da una parte, dunque, una pesante pagina di malcostume, dall'altra 11 sospetto dell'esistenza di un capitolo cupo e nefando. Non più di una voce, non più di un'Ipotesi, non più' di un sospetto. Ma troppo spesso, purtroppo, nelle vicende d'impronta mafiosa non si riesce ad andare oltre. Clemente Granata

Persone citate: Francesco Furnari, Francesco Paolo, Garcia, Michelangelo Oalvanio, Nicola De Martino, Nicola Ravtdà, Peppino Oarda, Rizzo

Luoghi citati: Corleone, Monreale, Palermo