Che fatica per la donna in Urss

Che fatica per la donna in Urss UN'INCHIESTA INEDITA A MOSCA: LA FAMIGLIA RUSSA E' IN CRISI Che fatica per la donna in Urss L'occupazione femminile supera la metà del totale, ma gii uomini occupano due posti di dirigente su tre e lasciano alle donne le attività meno qualificate e peggio retribuite - In casa e fuori, impiegate e operaie lavorano da 16 a 18 ore il giorno - Gl'incentivi per la maternità convincono poche; la vodka fa naufragare molti matrimoni - Il problema demografico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Di una contraceptlve society neppure si parla, ami procurarsi la pillola o il diaframma rappresenta un'impresa e l'aborto ancorché legale, gratuito e ampiamente praticato, dispiace alle donne e al regime, sebbene per diversi motivi come si può immaginare. Tuttavia l'Urss vive una grave crisi delle nascite. Nel Duemila i sovietici saranno meno di 300 milioni solo 30 più di oggi e non basteranno per mandare aranti il Paese ai ritmi previsti dai piani Questi dati et vengono forniti dall'istituto di Sociologia. Dal Cremlino /tanno girato qui le preoccupazioni per l'avvenire demografico. Breznev se ne è occupato di persona. Gli interventi legislativi finora compiuti per migliorarlo sono risultati inefficaci: non diverso sarà l'effetto anche di quelli deciti appena qualche giorno addietro dal Presidium del Soviet supremo in favore della madre e del fanciullo, ai quali andranno qualche rublo in più di provvidenze. Il professor Igor Bestuges Loda, capo del settore che si occupa degli studi sulle condizioni della vita futura, un futurologo diremmo noi riassume la questione in pochi dati essenziali Spiega: Sei 1929. la famiglia tipo russa aveva 5-6 figli, la sua restava una struttura patriarcale: su cento persone. 50 erano In età di lavoro. Un equilibrio buono. Attualmente, il tasso di fecondità è sceso a poco piti di un bambino per famiglia, minore che In Italia. Ma bisogna tenere conto che noi abbiamo una densità di abitanti per chilometro quadrato assolutamente incomparabile con la vostra. Ciò determina un'impennata dell'età medta e. in prospettiva, un calò sensibile della popolazione attiva, che in cambio avrà a carico ben 75 milioni di pensionati, in grande maggioranza donne oltre t 60 anni. E' un gran problema». Bestuges e il suo gruppo di lavoro negano che il problema minacci gli equilibri nazionali e razziali interni all'Unione. Secondo loro questa degli asiatici sovietici che presto soverchierebbero numericamente i russi »è una sciocchezza*. Afferrano carta, matita: -Nel censimento di quest'anno, la popolazione delle nostre Repubbliche asiatiche costituisce qualcosa meno del 10 per cento del totale. Fanno 21. 22 milioni. Come in tutte le aree in via di sviluppo, gli abitanti raddoppiano mediamente ogni quarto di secolo: nel Duemila saranno 40 milioni, ci vorrebbero cento. 200 anni per superarci. Ma nel frattempo lo sviluppo riduce 11 tasso di natalità. Olà sta accadendo, nel 2025 dovrebbe essere all'indica pati a quello della Russia urbana». Perché i pronostici dei sociologi di Mosca si avverino « però necessario che la famiglia russa arrivi ad avere due. tre figli in media nel prossimo decennio. La demografia è un puzzle in cui basta un tassello fuori posto a stravolgere il disegno. Quindi siamo punto e da capo, alla necessi¬ tà di chiarire le ragioni per le I quali la devozione della cuitum ufficiale alla figura della madre non fa più presa sulla coscienza delle donne. Il nodo sta nella condizione della donna sovietica. Quella dello •sciopero dei figli» vuol essere un'immagine suggestiva. Ma non dice poi una cosa molto diversa uno specialista come il demografo Viktor Perevedentzev. < azzardando», per usare la sua parola, la seguente ipotesi: •L'essenza delle difficoltà in cui versa la famiglia risiede nella transizione che sta attraversando, dall'autocrazia maritale all'uguaglianza reale tra i coniugi. Oli uomini non vogliono cedere le posizioni acquisite, le donne non vogliono rassegnarsi all'antica sudditanza, le donne si ribellano. E lo fanno efficacemente». Nella società sovietica le donne sono più attive che in qualsiasi altra. Rappresentano la maggioranza della popolazione (il 53 per cento), perché dei 20 milioni di morti in/erti al Paese dalla seconda guerra mondiale tre quarti erano uomini e i 35 anni trascorsi non sono stati sufficienti a ricostituire l'equilibrio tra i sessi La mortalità maschile é inoltre ancora oggi più alta di quella femminile, a causa dall'alcol e del fumo. Quelle che lavorano fuori di cava sono quasi 62 milioni; dominano i servizi (85 per cento degli addetti nella sanità, 76 nella distribuzione al dettaglio. 75 nel credito e assicurazioni 72 nell'istruzione. 56 nei trasporti e telecomunicazioni): nell'industria risultano di poco meno numerose degli uomini (49 per cento). Sulla base di tali dati il socialismo sovietico proclama di avere realizzato la parità tra l'uomo e la donna sancita dalle leggi e i progressi compiuti su questa strada appaiono davvero straordinari Ma se l'occupazione femminile supera la metà del totale ed i dunque maggiore di quella maschile, anche in termini di ore-lavoro effettivamente prestate, sono gli uomini che occupano due posti dirigenti su tre: le donne sotto i 40 anni hanno un livello d'istruzione più alto di quello degli uomini loro coetanei (sono donne il 60 per cento dei licenziati dalle scuole medie superiori): però é la donna a svolgere in genere i lavori meno qualificati e perciò peggio retribuiti Una situazione che tende a renderla e Per lo più la rende economi subordinata al- camente l'uomo. La struttura politica, gli organi del partito e dello Stato riproducono una situazione analoga, accentuandola man mano che si risale la piramide gerarchica. Tra i legislatori del Soviet supremo le donne rappresentano una minoranza, anche se cospicua. Ancora meno quelle che siedono al Comitato centrale, una dozzina su 287 membri eletti dal XXV Congresso. Rarissime nel governo, scompaiono infine del tutto all'ingresso della segreteria e dell'ufficio politico del partito, i veri templi del potere. L'unica donna giunta a varcare la soglia in 60 anni fu Ekaterina Furtseva, che restò un breve periodo nel Politbfuro. Nella ripartizione compiuta dal regime di quelli che Lenin chiamava »i compiti del proletariato», la donna sembra essere rimasta disoccupata. Per la dottrina é già » liberata», in/atti vive nel •socialismo». Deriva da una simile tautologia che il femminismo altro non sarebbe the una proliferazione perniciosa dell'ideologia borghese. Cosa di cui la donna sovietica non sarà forse convinta, ma che certamente non si preoccupa di verificare. Come negare, del resto, la sua emancipazione nel -pubblico-? Le contraddizioni si condensano allora soprattutto nel .privato. La Juliet Mitchell russa si chiama Natalfa Baranskafa e non é un'ideoIoga di un women's liberinoli movement, che ovviamente non esiste: bensì un'anziana signora, scienziata e scrittrice, che ha riassunto la pena della donna sovietica in un romanzo-diario dal significativo titolo Una setti¬ mana come le altre. E' la cronaca di un'oscura fatica quotidiana, intrisa di tedio. Una corsa a perdifiato dal lunedi al sabato «uffa quale riflettere per non smarrirvi si L'operata e l'impiegata di Mosca o di Leningrado lavorano 16-18 ore al giorno, il doppio dei loro colleghi uomini dei loro padri fratelli e mariti Alle 6 del mattino stanno già in piedi per preparare il figlioletto e accompagnarlo a scuola, magari con 20 gradi sottozero per la strada. Alle 6~'àel pomeriggio, uscite doli 'ufficio o dalla fa bhnca. corrono a mettersi in coda per le spese della cena. A casa tornami di corsa, pigiate sull'autobusosulla metropolitana, per pararsi davanti ai fornelli Arriva la notte che loro stanno ancora sfaccendando. La diffusione degli elettrodomestici retta limitata (il 15 per cento contro V80 degli Usai: dal 1965. quando l'accademico Stumtlin rete noti i risultati della sua famosa inchiesta sul lavoro domestico la situazione è migliorata ma non cambiata. Compretta tra le ristrette pareti domestiche l'insoddisfazione femminile vi scoppia fragorosamente. «L'uomo in casa è piuttosto un bambino capriccioso impossibile da compiacere, oppure un leone ruggente che maltratta la moglie per delle sciocchezze. Tutte le mie amiche la pensano come me. E* più facile tirare su due figli che convivere con un marito», ha scritto E. Eletskaja alla Llteraturnaja Oazeta. /( giornale commenta: .Quando ricevemmo questa lettera pensammo che esprimesse una situazione-limite. giudizi esagerati, poi ci rendemmo conto che la Eletskaja esprimeva l'opinione comune». L'Urss non conosce alcun Rapporto Hi te, va però lacerandosi la coltre di silenzio che copriva il letto coniugale. Sembra che non vi sia donna capace di battere la concorrenza di una bottiglia di vodka: -Lui rientra traballando sulle gambe e cade sul letto tra la veglia e 11 sonno. Io non ne posso più e gliene dico quattro, alzo.la voce, lo scuoto, lui si gira dalla parte opposta alla mia, chiude gli occhi e russa», confida umiliata una giovane sposa. »La coppia giovane ha 11 cuore fragile», è tutto quanto aggiungono i sociologi della famiglia, ultimi numi tutelari del focolare. Per rafforzarlo, i programmatori familiari hanno elaborato un piano di incentivi materiali e morali alla donna-madre, rubli e medaglie, abitazioni più spaziose, migliori asili d'infanzia, 12 mesi di ferie pagate alta puerpera e un periodo d'orario dimezzato a salario pieno, ordine al merito per il terzo o il quarto figlio: un piano funzionale e che tuttavia appare insufficiente, quando anche verrà realizzato («stiamo facendo il calcolo dei costi»), polene' dà una risposta tecnica a una domanda che nel fondo é politica. All'Istituto di sociologia dicono invece di essere convinti del contrario: .Dobbiamo proteggere la nostra tradizione, nella quale la schiacciante maggioranza del giovani considera la famiglia un valore più importante di qualsiasi vita sessuale concepibile». Livio ZanoUi Mosca. Operaie durante una pausa: la loro insoddisfazione cresce tra le pareti domestiche

Persone citate: Breznev, Juliet Mitchell, Lenin, Viktor Perevedentzev