È morto il palestinese ferito a Cannes di Alfredo Venturi

È morto il palestinese ferito a Cannes L'attentato la notte fra martedì e mercoledì sul pianerottolo di casa È morto il palestinese ferito a Cannes I/Olp ha perso uno dei suoi leader più influenti • Mohsen viaggiava sotto diverso nome - La polizia francese ignorava la sua presenza in Costa Azzurra - Soltanto ipotesi sugli autori dell'imboscata, nessuna traccia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CANNES — E' morto ieri pomeriggio all'ospedale Pasteur di Nizza il dirigente palestinese Zuheir Mohsen. 43 anni, capo del dipartimento militare dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina e leader del gruppo guerrigliero filosiriano Salica, che era stato ferito in un'imboscata sul pianerottolo del suo appartamento la notte fra martedi e mercoledì a Cannes. Mohsen, laureato in mate| matica. era considerato dagli esperti mediorientali un 'duro; soltanto di recente ammorbidito dalla riscoperta delle virtù diplomatiche. Era venuto in Costa Azzurra subito dopo aver partecipato con la delegazione di osservatori palestinesi al vertice pana furanti di Monrovia. Una breve vacanza per interrompere t'inquieta routine della rivoluzione: presto avrebbe ripreso il suo posto a Beirut Si era fatto registrare al residence Oray d'Alblon sotto altro nome, uno dei tanti che accompagnavano la sua baffuta immagine nei numerosi passaporti che possedeva. La polizia francese ed i servizi segreti di Parigi, che dopo l'attentato hanno mandato qui i loro uomini, ignoravano la sua presenza in Francia. Ma c'era chi non lo ignorava affatto, evidentemente. Chi abbia colpito Mohsen è ancora materia d'ipotesi. La linea ufficiale palestinese accusa i servizi segreti israeliani, il leggendario Mossad, il nemico di sempre. Ma Israele smentisce. C'è chi accusa gli egiziani, nemici più recenti: .La pagheranno» si disse al Cairo quando le 'aquile della rivoluzione palestinese: un gruppo legato alla Salica di Mohsen. irruppero nell'ambasciata egiziana di Ankara. Ma Il Cairo smentisce. C'è chi parla di diatribe interne all'Oip e ricorda i pessimi rapporti tra Mohsen e A rata!, soprattutto all'epoca in cui i siriani, protettori di Mo- hsen, attaccarono Al Fatali nel Libano. Ma l"Olp rifiuta sdegnata ogni commento a questa .insinnazione-. Infine, c'è chi scorge nella crisi politica e religiosa siriana il possibile sfondo di questo delitto, che in Mohsen ha colpito un influente amico del presidente Assad. Tutte ipotesi, forse destinate a rimanere tali, nonostante l'indagine giudiziaria, il lavoro del controspionaggio francese l'inchiesta che Arafat ha affidato ad un'apposita commissione. La tecnica del delitto rivela una regia non professionale. Non è professionale, dicono gli esperti francesi, l'arma del delitto, una 7.6S. Non è professionale il fatto che il killer sia fuggito precifiitosamnte, senza nemmeno accertare fino a che punto avesse compiu to l'opera. Si è saputo che Mohsen aveva passato la serata di martedì al Martinez, l'albergo di Cannes prediletto dalla ricca clientela araba. E' invece escluso quello che si era detto in un primo momento, che cioè avesse frequentato, quella sera, una sala da gioco. •Non e tipo da casinò» dicono i palestinesi, memori forse delle sprezzanti critiche comparse negli ultimi mesi sulla stampa egiziana: -I capi dell'Olp? Una manica di gente che se la spassa alle spalle dei profughi». Non era ancora mezzanotte quando Mohsen è arrivato al Oray d'Alblon. £' un grande complesso sulla Croisetté. non ancora completato, di cui si vendono monolocali a quasi mezzo milione di franchi. Mohsen parla con la moglie al citofono, si fa aprire. I quattro piani in ascensore. Ecco il pianerottolo, dove l'assassino l'aspetta. Mohsen suona alla porta del suo appartamento. Proprio mentre la moglie gli | apre, esplode un colpo di pistola che gli trapassa il cranio. Uno solo, poi Alia vede il marito a terra, un'ombra che si lancia giù per le scale. Una persona, giù in strada, dirà di averne viste due, di ombre, che si allontanavano a grande velocità su una Fiat rossa. Testimonianza parzialmente confermata da uno dei proprietari del Oray d'Alblon. che d'altra parte ha visto i due allontanarsi in motocicletta. Intanto Mohsen ha sussurrato qualcosa alla moglie prima di perdere i sensi. Lo portano all'ospedale Saint-Roch di Nizza, dove i medici giudicano il caso disperato. Poi lo trasferiscono al Pasteur, che ha una divisione neurochirurgica più attrezzata. Non si risveglia più dal coma. Ventiquattro ore dopo, la notte fra mercoledì e giovedì, uno sconosciuto annuncia per telefo¬ no che c'è una bomba in un albergo di Nizza. E' l'albergo in cui vegliano il fratello e gli amici palestinesi e siriani di Mohsen. commissione d'inchiesta compresa, arrivati mercoledì dal Medio Oriente. Una rapida ricognizione dimostra che l'allarme è falso. Alfredo Venturi | Zubeir Mohsen

Persone citate: Arafat, Assad, Martinez, Pasteur, Roch, Salica, Zubeir Mohsen