La prima opera di Rossini di Massimo Mila

La prima opera di Rossini IN SCENA «DEMETRIO E POLIBIO», COMPOSTA A 14 ANNI La prima opera di Rossini Successo al centro lirico di Barga, in Garfagnana • Colpiscono la maturità nel trattamento di voci e orchestra, il ritmo incalzante e la tensione dell'espressione drammatica DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BAROA — La prima opera di Rossini quattordicenne rinnova lo stupore che producono le giovanili sonate per archi. Di dove veniva, al ragazzo cresciuto tra esperienze provinciali di palcoscenico e studi di composizione presso preti più o meno dotti, quel linguaggio musicale cosi nuovo che di colpo si lascia alle spalle i residui del '700. Inutile tirare in ballo Mozart e Clmarosa: ce ne sarà magari la conoscenza, ma Rossini, come 11 Paganini dei Capricci, si serve di un altro vocabolario. Nel programma di sala il musicologo Carli Ballota, specialista negli aspetti minori dell'Ottocento italiano, suggerisce il nome di Simone Mayr, il bavarese trapiantato a Bergamo, dove fu maestro di Donlzetti. Ma lo stesso studioso e 11 primo a riconoscere che la giovanile produzione rossiniana appare indubitabilmente come cosa diversa da Mayr e da qualunque altro modello il ragazzo possa avere avuto. Oltre alle melodie di un'aria, di un duetto e di un quartetto, che subito piacquero ai contemporanei e che incantarono Stendhal, ciò che colpisce in quest'opera scritta a pezzi e bocconi sui versi che al 1 sc 1 ragazzo forniva a spizzico, saccheggiando Metastaslo, la cantante Vincenzina Mombelll, sorella del grande coreografo Vigano, non è soltanto la matura professionalità nel trattamento delle voci e dell'orchestra, ma la tensione dell'espressione drammatica. L'estetica settecentesca dell'opera-concerto e abbandonata. Non vi è traccia di Arcadia e di sentimentalismo melodioso. Il belcanto, quando c'e. non è fine a se stesso, ma quasi sempre piegato ai fini del dramma, più di quanto avverrà talvolta nel Rossini maturo di Zelmira e di Semiramide. L'Incalzante aggressività del ritmo, la consistenza della partecipazione orchestrale, l'impiego di effetti strumentali come 11 tremolo di archi, denotano una concezione della musica non edonisticamente oziosa, bensì in funzione narrativa e drammatica. Con questo non si vuol dire che Demetrio e Polibio sia un capolavoro. Basterebbe a Impedirlo l'Inconcludenza del libretto. Ma e un'opera che guarda avanti: addita le vie itallane del melodramma ot- tocente^co. ed è meno lonta- na da Verdi che da Mozart. II maestro Bruno Rigacci, dlrettore artistico di Opera | Barga e factotum delle attlvlI tà musicali intorno ad essa j imperniate, ha collazionato j accuratamente tre manoscritti conservati in diverse I biblioteche e ne ha tratto i un'attendibile edizione, risolvendo In modo soddisfacente le divergenze. Ha quindi diI retto con ovvia competenza , l'esecuzione, frutto di una concertazione appassionata. Questa ha dovuto, tra l'altro, superare un terribile ostacolo ' sorto all'ultimo momento con ! la defezione dell'orchestra di | Sofia, per insuperabili, ancorché modeste divergenze economlche. Rlgaccl ha allora ! coraggiosamente chiamato I alla prova del fuoco l'orchestra formata dai giovani del corsi di perfezionamento che si affiancano all'istituzione di Opera Barga, e questi se la | sono cavata discretamente. I grazie all'Intensa prepara! zlone. Quattro esperti cantanti I hanno dato vita in scena alla schematica azione, che vede ]un re di Siria. Demetrio, rivendicare a sé l'affetto del figlio incognito Slveno, adetta- ; to dal re dei Parti Polibio e fu turo sposo di sua figlia Lisin ga. Il soprano Cecilia Valde ; nassl e il mezzosoprano Bene detta Pecchloll hanno prl meggiato nelle parti, rispettl- f vamente, di Llsinga e di Slveno: quella in uno stile virtuoslstico di arduo belcanto drammaticamente inteso, con temibili acuti e fiorettature, questa in uno stile prevalentemente lirico. Analogamente si pongono le parti di Demetrio, tenore con esigenze di virtuosismo, e di Polibio, basso espressivo, sostenute onorevolmente da Olandomenico Bisl e Aldo Bramante. La regia di Francesca Siciliani ha fatto miracoli per muovere credibilmente gli attori e 11 coro della •Ouldo Monaco» di Prato. Istruito da Piero Rossi, sulla piccola scena del settecentesco Teatro del Differenti, dove Ollllan Armitage Hunt, fondatrice di Opera Barga, aveva eretto una scena unica, di arcaica solennità. (L'opera, In due atti, ne richiederebbe sei o sette, qui sostituite poco opportunamente da lunghe pause a sipario chiuso). Un successo entusiastico ha premiato gli sforzi degli artisti e la fede degli organizzatori di questo centro lirico, annidato nel cuore boscoso della Oarfagnana da due coniugi inglesi, e a poco a poco accettato e sorretto dall'ammlni| strazione comunale della cittadina cara a Pascoli. Massimo Mila

Luoghi citati: Barga, Bergamo, Prato, Siria, Sofia