I profughi vietnamiti di Mimmo Candito

I profughi vietnamiti I profughi vietnamiti , 1 , ; ! < j ; (Segue dalla l'pagina) mare 11 gommone. Testimonianza del dottor Accurso. tenente di vascello. 'Quando gli slamo arrivati sottobordo, non apparivano in condizioni dispera te. A Imeno q nel li che si riuscirà a vedere. Ma apparivano drammaticamente ansiosi di capire chi eravamo e che cosa gli avremmo detto.. Ore 9,32. I profughi si accorgono che sul gommone c'è anche un vietnamita, l'Interprete. Il domenicano padre Hoal. che agita una mano In aria a salutare e a fargli segno di stare calmi. Come sentono la loro lingua, la gente della barca sembra ali 'impròvviso Impazzita: tutti si muovono, si spingono verso 11 «oninioiie. gridano, salutano i con le mani, piangono, chlednno aluto. Testimonianza di Tan Kim Anh. 20 anni, ex proprietario j di un negozio di casalinghi. | •Slamo stati otto giorni alla deriva, senza cibo, senza speranza, con soltanto l'acqua della pioggia da bere. Mezzo cucchiaio a testa. Il motore era guasto, la tela che doveva farci da vela strappata. Non potevamo governare la barca, solo aspettare. In questi otto giorni abbiamo visto almeno dodici navi prima della vostra, che ci sono passate vicino: abbiamo gridato, chiamato, pregato; tenevamo più in alto possibile il nostro "Sos". Ma nessuna si e fermata.. Ore 9.33. Padre Hoal grida in un megafono di stare calmi e di ascoltare. Poi legge in vietnamita un messaggio preparato dal nostro governo, in previsione di -qualsiasi risposta di rifiuto all'offerta: Attacca a leggere: «Le navi viclne a voi sono della Marina militare dell'Italia e sono venute per aiutarvi Se volete, potete imbarcarvi sulla nave come rifugiati politici ed essere trasportati In /falla..». Non fa in tempo a leggere 11 secondo capoverso, che sul barcone c'è 11 finimondo. La «Vittorio Veneto» è ancora a un miglio di distanza, ma si vede benissimo a occhio nudo qual è la risposta. Padre Hoal calma comunque la gente e continua: • Le navi vi porteranno In Italia, ma non possono portarvi in offre nazioni e non possono rimorchiare te vostre barche. Se non volete Imbarcarvi sulle navi italiane, potete ricevere subito cibo, acqua, medicine, assistenza di dottori Dite che cosa volete fare, di che cosa avete bisogno: Nuove grida, tutti alzano le braccia in aria, le voci si sentono distintamente anche da bordo della nave. Non ci sono dubbi. Ore 9,47. Il barcone è ormai sotto bordo, tenuto da un cavo. E' pieno di occhi ancora disperati. CI sono alcune ragazze dal viso bellissimo, qualcuna tenta appena un saluto con la mano. Il barcone è stipato di gente e di stracci. Ore 9.50. SI cerca di fissare Il barcone con la massima sicurezza. Frugando gli scatoloni e gli stracci molti del profughi si stanno cambiando. Buttano via la roba che hanno addosso e tirano fuori camicie bianche, pantaloni più puliti, vecchie giacche mimetiche dell'esercito americano., Frugano tra gli zaini, anch'essi americani, che hanno, tra ! piedi. Una ragazza con un viso straordinario, da eurasiatica, tiene le mani unite sul petto e continua a pregare. Il medico ordina che devono lasciare sul barcone tutta la loro roba, per motivi Igienici. 81 spogliano con grande dignità. 1 ragazzi restano in mutande, le donne con qualche veste addosso. Testimonianza di Tan Kim Anh, 20 anni. •/ pirati ci hanno assalito un giorno dopo che eravamo partiti da Cau Mau. CI hanno speronati facendo quasi affondare la nostra barca e ammazzando una ragazza di 20 anni No. non hanno violentato nessuna donna, ma et hanno preso quasi tutto quello che avevamo portato con noi Avevamo ormai ben poche cose, lasciarle noni poi tanto difficile: Ore 9,52.1 profughi iniziano a salire a bordo della «Vittorio Veneto». C'è un po' di ressa, ma si calma presto. Tutte le disposizioni date per non entrare In contatto fisico con •possibili portatori di infezione. saltano In pochi minuti: molti dei profughi non ce la fanno a reggersi In piedi, appena arrivati sulla tolda della nave crollano a terra. Anche molti bimbi Inumo bisogno di aluto. Prima un marinaio, poi molti, poi anche gli ufficiali non sanno trattenersi: si avvicinano a chi non ce la fa e danno un braccio di sostegno, tirano su chi è a terra, sollevando tra le braccia I bimbi più piccoli. La fiancata della nave è azzurra delle divise del marinai, tutti gli ordini sono saltati, c'è la comprensibile curiosità del ragazzi e la voglia di alutare di chi può farlo. Il piccolo battello, non più di una quindicina di metri, sembra sfornare gente senza fine. Dentro. Il cabinato era ancora più affollato che fuori, con soprattutto i vecchi e I bambini. Infine saranno 128. di cui ventitré bimbi. Testimonianza di Chau Sen Hai, 49 anni, maggiore di artiglieria dell'esercito di Thleu. «Quando slamo parliti | j |1,I'I da Cau Mau eravamo in 403, il nome della nave non lo so ma aveva la matricola 0773. I pirati che ci hanno speronati e quasi affondati ci hanno poi presi al traino e trasportati fin sulle coste malesi, presso Trengganu. Forse perché volevano tenerci lontani dalla Thailandia, o forse, chissà, per compassione. Durante II traino, comunque, hanno segnalato ad altre barche che ci volevano assalire di star lontane, che avevano old fatto tutto loro: La moglie di Chau con 1 nove figli è rimasta In Vietnam, -si è sacrificata a farmi scappare perché ero ricercato dal regime comunista che voleva mandarmi In un campo di lavoro dopo un periodo di prigione: Ore 10.13. Sale a bordo della •Vittorio Veneto, l'ultimo profugo. Testimonianza del tenente medico Accurso salito a bordo del barcone: 'Nella | cabina l'odore era tnsopportaj bile, sapeva tutto di escrementi e sudore, tuttoera unto. A terra c'era un sacchettino | semlunfotfi riso». Testimonianza di Van Bln Am. 20 anni, -siamo stati a Trengganu. In un campo pro1 fughi, per dieci giorni, dal 2 al 12 luglio. La polizia malese ci , picchiava, soprattutto i nostri bimbi. Potei hanno fatto saltI re su cinque barconi, tutti t ' quattrocento che eravamo arI rivali daf Vietnam, e et hanno detto che et portavano in un'i¬ sola. Due motovedette ci hanno presi al traino e portati lontano dalla costa per un paio d'ore (In pratica, fino al limite delle acque territoriali. n.d.r.). poi ci hanno tagliato i cavi Le altre quattro barche avevano un motore che funzionava e si sono allontanate, il nostro era guasto e siamo rimasti alla deriva. Mercoledì l'altro, otto giorni fa, una nave si è avvicinata a noi si chiamava "Morgan City", non aveva bandiera. CI ha trainato per nove ore. all'incirca fino a dove siamo stati raccolti da voi Poi ci ha lasciato sessan ta litri d'acqua e un po' d'arance e di mele, ed è andata via: Ore 10.20. Il comandante della .Veneto» fa mollare la cima, 11 barcone se ne va via alla deriva. Oli sono state strappate le bandiere di soccorso, restano molti stracci, un mezzo bldonclno di benzina, un libro dalla copertina rosa, una borsa di plastica nera. SI perde lentamente dentro il mare. Ricomincia la ricerca di altri naufraghi. La cronaca finisce qui. I 128 scampati alla morte sono ora a Ietto, hanno consumato un primo pasto di riso dopo essere stati visitati e disinfestati dal pidocchi. Solo due sono gravi, c'è anche una donna al settimo mese di gravidanza. A bordo hanno portato una ventina di monili d'oro e quattro biglietti da cento dollari, nascosti al pirati. Le storie che raccontano sono molto slmili a quelle degli altri 800 mila profughi, con qualche ombra Sono comunque storie amare e disperate, che continueranno In Italia. Il Paese, dice un profugo, del Vaticano. Anche della Lollobrtglda. dice un altro. E un terzo: della Vespa. Per altri è .un Paese dell'Europa vicino alla Francia.. Sono storie dall'Estremo Oliente. A mezzanotte l'«Andrea noria, rileva sul radar due •segnali» gialli. Sono altri profughi che stanno per essere salvati, altre storie che verranno raccontate. Mimmo Candito

Persone citate: Accurso, Chau, Ietto, Morgan City, Van Bln Am