Bompiani, avventura di un editore

Bompiani, avventura di un editore INTERVISTA DOPO MEZZO SECOLO DI ATTIVITÀ': «LO RIFAREI» Bompiani, avventura di un editore Ha ottantanni • Entrò nell'editoria quasi per caso, accanto a Arnoldo Mondadori • Nata la «Bompiani», scelse autori come Faulkner e Gide, Eliot e Camus, Alvaro, Brancati e Marotta • Cronin, Moravia e il miracolo del «Dizionario letterario» - «11 personalismo è frivolo, e io ho sempre molto personalizzato» MILANO — Questo è l'anno rotondo dell'ottantina raggiunta e del cinquanta — le nozze d'oro — con l'editoria. • 1929. presi un mezzanino di via Dunnl. Ma era bello, con le volte: ricorda Valentino Bompiani nella sua quieta casa neoclassica di via San Primo, dove negli anni napoleonici teneva studio lo scultore Pompeo Marchesi. -Milanese alla Stendhal? Ma no. per lui Milano non era proprio Milano: per lui era il Sud. E io non mi sento milanese, starei bene a Firenze o Venezia. La verità t che non ho un dialetto dietro di me. Non capisco il lombardo. Ho accento toscano, ma non sono toscano. Di dove sono?'. Conte marghlglano ma cresciuto nelle successive guarnigioni comandate dal padre militare, Valentino Bompiani come carattere è piti sul versante settecentesco che su quello romantico del suo amato Stendhal; più sul cosmopotltano delle Promenades che sull'Impegnato del romanzi. E dlfattl. editore tutta la vita, nel suo privato è uomo di curiosità e di eleganza, di viaggi e di nowhere. di conversazione, di corrispondenze, di moderata Inquietudine, con distacco. Lui la chiama 'frivolezza' e dice che aluta. •// personalismo è frivolo, e io ho sempre molto personalizzato. Ho sempre avuta una cieca fiducia nella vita e la "frivolezza" mi ha temperato qualcosa che poteva essere altrimenti pericoloso. Come se avessi, sempre, un mese di più. Invece: sempre stato in ritardo di un mese. Una frivolezza involontaria: E anche questo è molto neoclassico nel senso di equilibrio, di misura, di vitalità corretta dalla ragione, c naturalmente di ragione commossa dalla vitalità. • Ecco. ìn via Diurni io non sapevo ancora niente del commercio, della distribuzione. Ero stato il capo di gabinetto, cinque anni, con Arnoldo Mondadori: ma non sapevo niente del meccanismo. A reto fatto un poco di giornalismo, in Inghilterra. Poi Mondadori mi aveva preso con se', a Verona. Era ancora provinciale, allora. Quando fece il gran passo a Milano il finanziatore. Barletti. voleva che ai controlli i-i (osse anche gente sua. E cosi mi trovarono gentilmente i un incarico di direttore editoriale della "Unitas". una piccola editrice in Galleria. che\ era stata appena comperata da due piccoli librai svizzeri, d: Lugano. Pubblicavano libri scolastici a cura di «ornano Caggese. lo storico, e volevano i far qualcosa. Dopo poco che ero li: "Sa — mi dissero — ab- [ biamo fatto un contratto a '. Guido Da Verona per una pa-1 rodio dei Promessi Sposi", i Protestai che non lo avrei mai i stampato. Loro arenino glài anticipato 25.000 lire, e cosi \ me ne andate feci causa. • Con la liquidazione, più qualcosa, 75.000 lire, apersi la "Bompiani" in via Durini. Avevo anche un finanziatore. Piero Acquarone. quello c/iej poi fu ministro della Real Ca- j sa, ma il formato che aveva, scelto per i miei libri non gli piaceva: troppo stretto e lungo, diceva. E a me invece era j sempre andato bene un libro i "a misura di tasca". Cosi, la-' sciai uscire il mio cattivo carattere, e lui se ne andò.. Adesso la Bompiani, che l non e più del Conte, è In un ; parallelepipedo di metallo e vetro alla periferia di Milano. Lui ci va a fare 11 presidente qualche ora, alla mattina, e dice che se dovesse rifare l'editore un'altra volta lo rifarebbe, ma solo per 11 lato di • esploratore' che c'è (o piuttosto che c'era: • Un mondo e un modo finiti-) nel mestiere. • Non c'erano Agenti, allora. , con la loro giustizia distributiva: ho accontentato A. stavolta accontento B. Cosi farei \ piuttosto davvero l'esplorato- ! re "in natura", non più il ri- •■ cercatore e lo scopritore di libri. Vede, nei tempi lunghi viene agevolato il riconoscere. I o conoscere, un altro passo: quello delle grandezze pernia- \ nenti. Quella dell'intelligenza non basta. E' troppo debole: Valentino Bompiani è un bell'uomo: baffettl alla Col- ! man. fisico diritto da nobile ufficiale, da diplomatico, il sorriso è smagliante come I sempre . la battuta elegante. ' di linea, appena appena un '. po' Inclinata verso la .moralità, letteraria. Un poco di .fri- ■ vola, malafede Insomma gliela si può anche riconoscere: perché è lui che al giovani e un. prima della guerra, mette mMecfcvLtkcIva In mano gli autori davvero ! nuovl o gli autori moderna- ' mente riscoperti: Il Billy Budd di Melville tradotto da Montale per la prima collana economica Italiana, che si chiamava .Corona, e che ci faceva Impazzire perche la cattiva colla di guerra staccava subito la grigia copertina. La ribelle .Americana, di Vittorini. E poi Alvaro e Faulkner, Zavattlni e Caln. Brancati e Camus. Marotta e Waugh. Pratollni e Eliot, e Otde, Steinbeck, Malraux, dal '37 Moravia. 11 Rane? di Chateaubriand. • Tuffi parlavano di don Bosco, quel 1929. se lo avrebbero fatto beato, o santo. Ma non si capiva bene chi fosse. Cosi chiesi a don Vegezzi — un don Pitoni, ma più alla Cavallotti, e amico di Buonaiuti — di scriverne una biografia. E siccome non sapevo niente ricorsi ai Salesiani, che me lo stampavano agli Orfanelli, anche per la distribuzione e tutto. • C'erano sui banconi, in quei giorni, le bozze di un libro che stampavano per conto della "Alpes". e si chiamava Oli Indifferenti. Poveretti, certo non lo avevano letto. Cosi, andai aranti sul filo della curiosità personale. La mia idea: io sono comune; se uni cosa mi interessa sarà lo stesso per gli altri. Una personalizzata umiltà, vede. L'Italia era un'isola, chiusa. Cosi an¬ che le curiosità personali non erano più sptcciole. ma "tonde". Pubblicai il libro di un ingegnere. Ciocca. sull'Unione Sovietica; un altro sulla questione del petrolio, lo non volevo fare romanzi. Ma poi pensai che il discorso saggistico, solo, era incompleto: tanto più nella situazione di pover- tà esistenziale ch'era la nostra (una dittatura temperata dal- l'inefficienza); povertà di spi- rifo letteraria, culturale-. \ I primi romanzi erano an-| che libri che .Informavano.: "KOrmendl. un ungherese, sul ; vinti, sulla loro voce. Cronin. ! ,,„ _,_,,.„ „„„i„i„„„ ,„ ■ un medico sociologo. -In Ita- di. da loro, che disordine. Cer-1 fft„w'ra»'ll/r?/fr: SM?$2 JX Mo"<U"tori; 'Wa MondadoH era già una Indù- strio: cinque, sei consulenti. £'cosila Medusa stampava il meglio, ma di ien lo. da Ar- noldo. ho imparato ciò che[dovevo fare. Lui faceva. e mani per Ma lui... Sen- Ha non si parlava di scioperi.] ma con lui si. anche se magari | if discorso si rovesciava in: ve-1 non Aveva misura grandi imprese, za quelle mani era inutile provarci. Ascoltavo tutti, ma non ho mai avuto strutture "grandi": CI cascò. Invece. Aveva fatta l'Enciclopedia pratica, e fu un successo. Poi, nel '38. andò a un convegno di editori In Germania. .C'era già l'Asse.', Gli italiani parlavano solo con i tedeschi. Gli inglesi con i francesi. Era un'angoscia. In treno, rientrando, scrissi il primo atto de La conchiglia! all'orecchio; e ci si sentiva il rumore della guerra. Cosi, bisognava mettere ìn salvo ciò che si era pensato, scritto: fu la felice follia economica del Dizionario letterario. Trenfu \ no direttori di sezione, mille | collaboratori, e per fortuna "«come cerala guerra, mi ; 9"°" erano disponibili. Lugli ! J"> *mIto bozze per 20 anni; ■ Gobetti era malato, e per un mno hQ ,Mu,0 un mi0"tmple. gato seduto in anticamera di casa sua. a mettergli in mano 1 gj 00**e °°ni vo"a che "°- : «Poi i bombardamenti mezza composizione distrut Laltra ^ naScosta „ 'Roooiano'salva per un mira ^ un uf/ic(aletto tedesco, biondQ con ' „ da pic. e[colo(io(.entecnerinunciaal. VulHmo a requisire tutto ti r p(0m00, p0f due an,n a Firen te con 55 persone; interessi del ] | 1 20. del 22 per cento. Ci vorrebbero miliardi, oggi. Nel '46 il primo volume: e con lui sottobraccio mi sono fatti i librai, da Cuneo a Catania. Ma. io. ero saltato: Claudio Savonuzzl