Brecce nel «fronte del rifiuto» di Igor Man

Brecce nel «fronte del rifiuto» IL PATTO DI BAGDAD NON È BASTATO A ISOLARE L'EGITTO Brecce nel «fronte del rifiuto» Quattro mesi di boicottaggio hanno avuto conseguenze irrisorie - Alcune sanzioni si ritorcono addirittura sul Paesi arabi, tutti ostili a Sadat, ma divisi tra loro e alle prese con gravi problemi interni - Invano Gheddafl cerca di rilanciare «S'arma del petrolio» - Al Cairo giungono finanziamenti, si potenzia il] Canale di Suez - Ma il fronte Interno preoccupa il Raiss dal nostro inviato speciale IL CAIRO - .Sei mesi di marasma, dopo cominceranno a calmarsi., cosi Sadat commentò le decisioni della con/erema di Bagdad del 31 marza Sono passati quattro mesi da quando il 'fronte del rifiuto» ha deciso il boicottaggio economico e l'isolamento diplomatico dell'Egitto: facciamo il punto. Obiettivamente il 'marasma' Ha solosfiorato l'Egitto. Sul piano commerciale II Cairo ha perduto poco, giacché gli Stati arabi costituiscono solo il sei per cen to dell'interscambio egiziano. Nel settore petrolifero le conseguenze del boicottaggio sono pressoché nulle: l'Egitto sta per diventare uno dei maggiori produttori di greggio. Aiuti finanziari: nel 197» dagli Stati Uniti, dall'Europa occidentale e da alcuni Istituii finanziari internazionali, l'Egitto ha ricevuto tre mi-' Hardi di dollari t Paesi arabi hanno concesso in tutto 750 milioni di dollari Al ministero per la Cooperazione economica confermano questo rapporto (25 per cento del totale degli aiuti stranieri) e affermano che per il 1979 i programmi d'intervento finanziario delle banche egiziane sono stati compilati tenendo conto dell'eventuale ritiro dei depositi arabi Ammontano esattamente a un miliardo e mezzo di dollari e nulla, pel momento, lascia pensare che il Kuwait e l'Arabia Saudita decidano di ritirarli allò •scadenza tecnica» del 31 dicembre. (Entrambi i Paesi a dispetto della rottura dei rapporti diplomatici mantengono rispettivamente due ministri consiglieri al Cairo). Se si tien conto che nessuno dei Paesi del rifiuto ha boicottato il Canale di Suez, che l'oleodotto Suez-Alessandria (Sumedi convoglia 60 milioni di tonnellate di greggio, che nessun Paese arabo ha minacciato il licenziamento dei lavoratori e tecnici egiziani (un milione e mezzo di persone: un miliardo e 700 mi/ioni di dollari di rimesse nel 78), si può concludere che i danni del boicottaqgio eco¬ nomico non tono affatto pesanti Paradossalmente sono alcuni protagonisti del boicottaggio a soffrirne e di non lievi L'espulsione dell'Egitto dall'Oaim (l'organismo interarabo per l'industria degli armamenti) comporta, infatti per essi una perdita secca di un miliardo di dollari già inrr.ffiii. mentre l'Egitto ha confiscato macchinari e officine. Oli affari sono affari: molti finanzieri arabi stanno cercando di aggirare le sanzioni contro l'Egitto con investimenti attraverso banche non arabe, europee e nordamericane; tali investimenti superano in entità quelli governativi Considerato che nell'ultimo triennio lo sviluppo del Paese, ancorché disordinatamente, i stato attuato con un incremento annuo dell'otto per cento. l'Egitto appare in grado di assorbire i 3 miliardi di dollari all'anno di investimenti stranieri richiesti da Sadat (Verranno, e quando? Ma questo è un altro discorso). Infine l'ampliamento e l'approfondimento del Canale, già in fase di realizzazione, consentiranno redditi in larga misura più alti di pari passo con i prevedibili aumenti degli introiti per il turismo e per l'accresciuta produzione di cotone. In definitiva, come dice il ministro della Cooperazione economica, Oamal el-Nazer, .possiamo essere moderatamente ottimisti.. A questo punto Mustafà .4 min. l'animoso columnist di Al Akhbar. può legittimamente tuonare: .L'Egitto non è morto. gU eredi non j pensino di disputarsi l'eredita. Senza contare che la legge dice come l'assassino non possa ereditare dall'assasslnato. Coloro che presumono di essere gli eredi legittimi dell'Egitto, sappiano che non sono né eredi né legittimi. Il presunto erede dell'Egitto dovrà mobilitare un'armata d'un milione di uomini e attaccare Israele. Limitarsi ad attaccare l'Egitto sul giornali non gli varrà la leadership del mondo arabo, né un posto nella storia!.. Chi sia il presunto erede, Mustafà a min non lo dice a chiare lettere, ma chi altro potrebbe essere se non Gheddafi? Il colonnello certamente \ non t in grado di mobilitare \ un'armata, solo la Siria e l'Iraq, in teoria, potrebbero aprire le ostilità contro gli israeliani Una grande guerra siro-irachena metterebbe certamente con le spalle al muro Sadat, però per ssser condotta con sia pur minime possibilità di successo limitato, non potrebbe prescindere dall'appoggio, militare e polilieo. dell'Urss. Laddove Mosca appare sempre interessafa, a dispetto delle apparenze, a un negoziato di pace I seppure in un quadro più allargato, a Ginevra. Il vertice di Bagdad ha vo- \ luto punire l'Egitto con fisolamento per dimostrare che Sadat non può stipulare una ! vera pace senza il consenso degli altri Paesi arabi Orbene, come osserva il ministro degli Esteri Butros-Ghali l'Egitto quando firmò, il 26 marco 1979. gli accordi di pace, era pienamente consapevole com'essi non fossero la soluzione finale, globale: rappresentavano soltanto •l'Inevitabile e necessario atto preliminare, o 11 primo pa.-i.so. verso ciò che sarebbe seguito. Inclusa la possibilità di andare a Ginevra.. Durante gli ultimi trentanni gli arabi hanno reclamato il riconoscimento totale e immediato dei loro diritti O tutto o niente. .In tal modo essi hanno perso un'occasione dopo l'altra. Ora l'Egitto ha Intrapreso una nuova tattica per servire gU stessi obiettivi strategici finali: l'avvicinamento graduale, pragmatico per rompere U punto morto, cioè il mortificante, dannoso stato di "né guerra né pace".. , L'Egitto è convinto che. passato il primo momento di 'irritazione' ma anche 4A frustrazione, i Paesi del rifiuto si renderanno conto di due realtà. E dot: appoggiando il negozia to aperto da Sadat • si può andare molto lontano ed ottenere per I palestinesi ciò che nessuna guerra ha potuto, finora, conseguire. In secondo luogo, la presenza In Egitto di un'industria militare di tipo moderno consentirà al Paesi arabi, desiderosi di anni per difendersi e per affermare la loro Importanza politica, l'accesso (con maggiore Indipendenza rispetto agli acquisti diretti presso le superpotenze) a una tecnologia ultramoderna già in mano araba*. Insomma. l'Egitto continua a presentarsi come il solo -ponte, possibile per gli arabi Un ponte che porta alla pace e alla dignità. Ma questo .ponte, i Paesi del rifiuto non vogliono attraversarlo. E' stato scritto che non è facile associare gli uomini per qualcosa ma é pia facile, spesso, associarli contro qualcosa. Ebbene, i Paesi del rifiuto si sono associati contro l'Egitto reo di .aver tradito la nazione araba, ma < in effetto li -fronte della fer-. mestai non ha dato risultati apprezzabili Tutti contro Sadat, ma divisi fra di loro o alle prese con gravi problemi interni Nel Maghreb. marocchini e algerini sono sul piede di guerra: per controbilanciare l'appoggio algerino al Polisario (il Fronte per la liberazione del Sahara occidentale ex spagnolo), il Marocco ha costituito un Consiglio di difesa nazionale e ha persino denunciato Algeri al Consiglio di Sicurezza. Non corre buon sangue tra l'Algeria e la Tunisia che, a sua volta, lamenta rapporti 'difficili' con la Libia. Gheddafi che vagheggia un'impossibile unione 'con l'Algeria t impegnato in un'aspra polemica ideologica con il laico Burghiba, e militarmente sulle altre due frontiere: quella del Ciad a sostegno dei gruppi arabi in lotta coi negri autoctoni e quella egiziana, lungo la quale il Raiss mantiene sessantamila uomini Nelle ultime tre settimane, il colonnello Ubico ha intrapreso una .missione di lavoro 'nazionale arabo» che ha toccato nove Paesi: Siria, Giordania, Kuwait, Bahrein. Emirati arabi, Qatar, Arabia Saudita, Yemen del Nord e del Sud, Scopo del viaggio: rilanciare la solidarietà araba, rafforzare il 'fronte del rifiuto», proporre altre alternative per boicottare gli accordi tra Egitto e Israele, ridurre le forniture di petrolio agli S. U., organizzare un nuovo vertice arabo. Gheddafi ha 'avuto soddisfazione soltanto sul piano formale con il riconoscimento del carattere 'islamico' che guida e sostiene «la lotta del popoli arabi contro le sfide del sionismo e del capitalismo occidentale*. Per il resto, fallimento su tutta la tinca Re Khaled si é opposto alla richiesta Ubica di rilanciare in qualche forma «l'ar- ma del petrolio*. In Siria. Gheddafi ha trovato un Assad depresso, preoccupato per i conflitti interconfessionali che dilaniano il Paese scosso, oltretutto, dal blitz aereo israeliano. Tanto Damasco quanto pochi giorni dopo Bagdad, hanno osservato a Gheddafi che prima di pensare a nuovi vertici arabi' occorre tener fede agli impegni presi in quello iracheno, finanziando la Siria, i palestinesi e le loro operazioni nel Libano del Sud. Ad Amman re Hussein, scampato a un ennesimo attentato, ha respinto seccamente ogni concessione di basi operative ai fedayn e una eccessiva integrazione delle sue forze armate con quelle irachene per rinvigorire il 'fronte orientale: C'è da dire ancora come l'irresistibile ascesa al potere di Saddam Hussein in Iraq, renda più problematica la fusione dei due Baas rivali: quello di Damasco e quello di Bagdad La crisi iraniana sollecita le ambizioni dell'Iraq che aspira ad assumere il ruolo di 'gendarme' del Golfo, nello stesso tempo Saddam Hussein teme il contagio khomelnista in un Paese a larga maggioranza sciita. Da qui repressione all'interno e cauto accostamento verso le rotte occidentali La tensione fra i due Yemen, in ultimo, e la disaggregazione degli Emirati completano negativamente un panorama sferruzzato da contrasti rivalità e crisi interne. Il 'fronte del rifiuto, t dunque pieno di falle. Tutto lascia pensare che Sadat possa dedicarsi in relativa tranquillità, a rattoppare quella splendida ma povera .barca solare» ch'è l'Egitto. Per farlo, tuttavia, il Raiss ha bisogno di consenso. Lo potrà ottenere cercando di sanare le •sette piaghe* non già imbavagliando chi le denuncia. Il boicottaggio, l'isolamento non preoccupano: il pericolo, semmai può venire dall'interno. Nella lunga storia egiziana, sono stati sempre t miserabili a fare e disfare le fortune dei potenti Igor Man T