La drammatica direzione d di Luca Giurato

La drammatica direzione d La drammatica direzione d ROMA — La de ha bocciato : Craxi e la crisi é giunta ad ! una svolta drammatica, cari: ca di Incognite e di lnterrogaI tivi inquietanti. Il presidente : incaricato ha subito annulla! to il nuovo giro di consultazlo: ni. che sarebbe dovuto cominciare stamane alle 10 con la de. Craxi riceverà soltanto la delegazione del suo partito, dalla quale si attende una di< chlarazione molto dura conI tro la de, ed In particolare contro Zaccagnini e quei leaders democristiani che hanno assolutamente voluto boccia- re 11 segretario del psl Craxi. La de si è InfatU divisa ma, alla fine, non spaccata, come sempre accade nel momenti idifficili, sul «si* o sul -no. a Craxi. Ieri notte, dopo un dibattito lungo ed aspro. Inter- ! rotto più volte da mediazioni estenuanti, é stato votato all'unanimità un documento che s'Ispira a questo passo del j discorso che Zaccagnini ha letto In direzione: «/I documento della diregione socialista rivela un apprezzabile sforzo per rispondere ai problemi da noi sollevati contiene indicazioni sulle più cruciali ed impegnative questioni della vita dello Stato, ma non riesce a proporre una linea chiara e una definitiva piattaforma politica per la formazione del governo-. La de boccia dunque Craxi ma non chiude ogni discorso politico con il psl. Ha prevalso la linea Zaccagnini, tra molte difficoltà, ma senza traumi. Ora Craxi ha davanU due scelte: salire al Quirinale, rinunciare all'Incarico e preparare 11 partito ad una dura opposizione contro qualsiasi governo centrato sul •ruolo egemone* della de; salire al Quirinale e chiedere a Pertini di Insistere nel suo sforzo, cambiando però completamente formula e struttura di governo. Il mandato ; del presidente della Repub! blica é ampio, senza limiti di j nessun genere: Craxi potreb• be formare un governo infar1 cito di tecnici (Prodi. Ossola. Porte. Ruffolo, Spaventa) e presentarsi alle Camere an; che senza una maggioranza ! precostltuita. Per la guida di un governo 1 di transizione infarcito di tecI nlcl. Ieri sono circolati altri due nomi: quello di Cesare i Merzagora (che sarebbe gradito un po' a tutti 1 partlU. soclallsU compresi) e quello di Amintore Fanfani (che a torvi n a ragione assumerebbe però subito un "sapore" politico più di emergenza che di transizione). • Tulli, vanno bene tutti, ma non Craxi! E' stato sempre contro di noi Ha addirittura accusato Zaccagnini di essere l'assassino morale di Moro. Ha trattato con le Brigate rosse. Ha dato una legittimazione politica a gente come Ouiso. Piperno. Vesce. Ha fatto fallire Andreotti in nome delle teoria dell'alternanza che ha sbandierato anche dal Quiri¬ nale. Poi è andato a Strasburgo e se l'è rimangiata. E chi si fida?!: ci sottolineava ieri un interlocutore nel corridoi e tra le sale afose della sede de a Piazza del Oesù. dove si è svolta una direzione che qualcuno ha definito del •craricidio>. •// no a Craxi?! E' una follia politica. Si vuol rompere con i socialisti. E dopo che facciamo? Ci ributtiamo nelle braccia di Berlinguer per riprendere l'amplesso interrotto sei mesi fa con t bei risultati che vediamo! Bene. Ma. allora, diciamolo chiaramente che siamo un partito di masochisti diciamolo tondo tondo che vogliamo andare alle elezioni magari soltanto per togliere la presidenza del gruppo dei deputati a Bianco e ridarla a Galloni Diciamolo che si vuole andare al congresso nazionale per fare il compromesso storico!: ci diceva, sempre ieri, un altro interlocutore, sempre anonimo, tra piazza del Oesù e Montecitorio, un percorso che mezza de ha fatto ieri più volte, Impegnata tra la direzione, da una parte, e la necessità, dall'altra, di votare alla Camera decreti che stavano decadendo. Sono sfoghi, umori confidenziali, protetti da un anonimato di rigore, favoriti da tante circostanze che hanno resa elettrica e nevrotica una giornata dolcissima del luglio romano, vissuta tra due palazzi storici. Montecitorio e Pia.-.za del Oesù. •Ma perché dovremmo farlo? Perché rinunciare a Palazzo Chigi dopo il Quirinale e tutto il resto? Siamo o non siamo il partito che ha vinto le elezioni? Abbiamo o non ab¬ biamo un elettorato di 14 milioni che ci ha votato e che dobbiamo difendere?: insiste l'interlocutore anti-Craxi, mentre 11 segretario del partito ha appena finito di leggere, Il suo discorso, nel quale trovano ampio spazio, e motivazioni politiche ufficiali, tanti temi che In confidenza vengono spiegati In modo più diretto, e neppure tanto a bassa voce. Si parla, poi, di valanghe di telegrammi dalla periferia, dalle sezioni, contro U •si- a Craxi. La pausa ci permette di Intravedere uno Zaccagnini in gran forma. Attorno al segretario, nella grande sala ricca di specchi e stucchi, ecco Andreotti con il solito fascio di Luca Giurato (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Luoghi citati: Bianco, Ossola, Roma, Strasburgo