Fulminato sul bancone con te proiettili

Fulminato sul bancone con te proiettili La inutile, crudele esecuzione del proprietario del bar «dell'Angelo» di Madonna di Campagna Fulminato sul bancone con te proiettili fi barista è stato ucciso dai terroristi di «Prima linea» mentre rientrava nel locale dalla vicina scuola, con un vassoio in mano - Colpito alla fronte e al petto senza una parola - Solo più tardi gli assassini hanno rivendicato il gesto con una telefonata a «La Stampa»: «Abbiamo giustiziato una spia» - Ma hanno sbagliato bersaglio: Carmine Civitate non c'entrava per nulla con la morte di Matteo Caggegi e di Barbara Azzaroni - Una folle serie di faide in un quartiere tormentato dalla violenza politica Di nuovo sangue, morte e orrore nel bar •Dell'Angelo» di via Paolo Veronese 340. La mattina del 38 febbraio sul pavimento del piccolo locale, tra il bancone e le gambe del flipper, erano distesi I cadaveri di Matteo Caggegi e di Barbara Azzaroni, terroristi di •Prima linea-. Adesso, nello stesso punto dove era caduto crivellato di protettili Matteo, giace 11 corpo senza vita di Carmine Civitate. 39 anni, proprietario di questo bar maledetto. Civitate è stato assassinato a freddo, con tre colpi esplosi a bruciapelo da compagni di Matteo e Barbara. Per vendetta, come hanno telefonato i killer* ad un redattore dell'Ansa rivendicando a «Prima linea» l'omicidio. Una vendetta feroce, assurda: 1 criminali hanno ucciso Civitate credendolo responsabile della morte dei loro due complici. Invece lo sventurato barista, con la tragica fine di Caggegi e Azzaroni. non c'entrava per nulla: non era stato lui ad avvertire la polizia di aver visto entrare in un bar di via Veronese due giovani sospetti. Civitate ha pagato con la vita la sfortuna di essere soltanto il tuoi aro del bar «Dell'Angelo» : la sfortuna di aver rilevato l'esercizio solo una settimana e mezzo prima di quella sanguinosa mattina di febbraio. Carmine Civitate. abitava con ia moglie. Francesca. 27 anni. In via degli Ulivi 15. Era padre di due bimbi. Roberto e Gian Luca. 5 e 4 anni. Originarlo di Pallagorio. provincia di Catanzaro, si era trasferito nella nostra citta glovanissl nto: aveva lavorato a lungo alla Fiat, come camionista Questo il film della crudele vendetta dei terroristi. Ore 18.20: una Renault marrone con targa francese svolta da via Lonzo in via Veronese, si ferma quasi davanti al distributore di benzina «Total». Scendono quattro giovani, con calma attraversano la strada diretU al bar «Dell'Angelo». Il traffico e. come sempre, molto intenso, nessuno presta attenzione particolare al quartetto. Lo nota solo una donna che è affacciata al balcone del suo alloggio, ai plani ai; i dell'edificio che sorge a fianco della palazzina del bar. Dira in questura la test imone: «Mi ha colpito il loro abbigliamento: quei ragazzi indossavano tute blu. ho pensato /ossero meccanici Li ho visti salire sul marciapiede, guardarsi attorno, parlottare: La donna torna a guardare U fluire del traffico. dimenUca i giovani. il quartetto si divide, due entrano nel bar: il locale è sprofondato nella semioscurità, le persiane delle vetrine laterali sono abbassate. Al banco la moglie del titolare. Francesca: accanto al biliardo un palo di dienti. I due nuovi venuti si appoggiano al bancone, ordinano, senza mai perdere di vista la strada, due amari. Francesca Civitate 11 serve, posa 1 bicchieri sul banco, non riesce però a vedere bene in faccia gli .sconosciuti che continuano a guardare verso l'ingresso. Stanno aspettando Carmine Civitate: Il barista infatti è andato a portare alla scuoia • Orassi «. all'incrocio di via Borgaro con Via Veronese, una birra e due caffè per i bidelli. E' già di ritorno, era a un centinaio di metri dal locale quando I giovani sono entrati Trenta, quaranta secondi: gli individui in tuta blu non staccano lo sguardo dalla porta, non degnano di una risposta Francesca Civitate che dice loro: «Ehi signor:, i vostri amari sono qui-. La donna non ha il tempo per sospetta- [ re. intuire le Intenzioni di questi strani clienti. Il battente si e spalancato, il barista entra facendo tintinnare la bottiglia di birra e le tazzine vuote sul vassoio. nSabgdhtazitads Forse. Carmine Civitate non vede In volto i suoi killers. SI avvicina al bancone, fa per appoggiare il vassoio di latta bianco e rosso: è 11 suo ultimo gesto. I giovani sono al centro della sala, da sotto 1 camici hanno estratto le pistole. Soltanto uno spara: tre detonazioni lacerano il silenzio. Civitate crolla trascinandosi addosso il vassoio. Muore all'istante: una pallottola Io rag¬ giunge alla tempia sinistra, le altre due gli trapassano il petto, all'altezza del cuore. Oli assassini se ne vanno con la stessa tranquillità con la quale erano giunti. Li inseguono le urla di terrore e disperazione della moglie della loro vittima. Il tonfo di una sedia rovesciata dalla coppia di avventori che sedevano a fianco del biliardo. L'eco degli spari è solo in parto coperto drnsmqgl| ahcI s dal frastuono del traffico, arrivano alle orecchie della donna affacciata al balcone. La signora torna ad osservare 11 marciapiede. -C'erano di nuovo quei quattro vestiti di scuro. In pugno avevano delle pistole dalle canne molto corte. Hanno | attraversato di corsa la via, hanno cominciato a fare fuoco in aria. Ho avuto paura, mi I sono gettata per terra: Le denotazioni seminano il panico: urla spaventate di passanti, stridere di frenate d'auto, ululati di clacson: la circolazione si blocca per' qualche minuto, lo spavento degli automobilisti provoca un paio di lievi tamponamenti. I terroristi se ne vanno Indisturbati sulla .Renault-, quelli seduti dietro continuano a sparare verso il cielo. La vettura supera, passando con il rosso, l'incrocio con via Borgaro, scompare. Verrà trovata un quarto d'ora più tardi da una Volante in via Orbetello di fronte all'89/14. 11 finestrino anteriore destro è in frantumi, probabilmente è stato infranto dai criminali nella folle sparatoria. La 'Renault» risulta rubata. I killers si sono poi allontanati da via Orbetello su una Vespa, un motorino Benelll ed una bicicletta. Alcuni ragazzi U hanno visti dileguarsi nel caos del traffico di corso Grosseto. Il corso corre proprio dietro la fine di via Orbetello. dove e stata abbandonata la «Renault». E, proprio vicino a una siepe, legate con un catenaccio ad una palina di segnalazione stradale, c'erano le motorette e la bici. I terroristi le avevano lasciate 11 nel primo pomeriggio: attorno alle 13.15 un gruppo di giovani avevano notato due tipi sui 18-20 anni, uno in Jeans e maglietta, l'altro con una giacca alla pescatorà, passare e ripassare con la Vespa e 11 Benelll davanti alla palina e poi assicurare le moto con la catena. • Un via vai strano, quello di quei ragazzi — hanno detto a polizia e carabinieri 1 testimoni —. Afa, fa cosa più misteriosa é accaduta poco prima che se ne andassero. E' giunto un altro giovane, ha legato la sua bicicletta con le moto-. La tragica fine di Carmine Civitate getta nell'orrore ; ut- ..to il quartiere di Madonna diCampogna. già duramente provato dal terrorismo. Da- vanti al bar «Dell'Angelo- si raduna una gran folla. Oli agenti hanno 11 loro daffare per garantire U traffico, allontanare i curiosi dallo straziante spettacolo del dolore dei genitori del povero Civitate. La madre di Carmine Inveisce contro il destino, contro gli assassini, è colta da malore, deve essere portata In ambulanza al Maria Vittoria. Arrivano anche il sindaco Novelli e il presidente della Giunta regionale, Viglione, che entrano nel bar della morte e In silenzio rendono omaggio alla vittima di questo spietato, disumano delitto di «Prima linea». Se ne vanno pallidi, senza rilasciare dichiarazioni. Nella retrobottega, intanto. Francesca Civitate. confortata da familiari, piange, Invoca il marito, tra I sussulti delle lacrime ripete: -Maledetto questo bar. maledetto. Doveva assicurare il futuro ai nostri bambini, quanti sacrifici avevamo fatto per comperarlo-. Ogni tanto il dolore cede alla lucidità, la donna Interroga chi le sta accanto: -Perché hanno ucciso Carmine. Perché? Lui non aveva colpa per la morte di quei due. a febbraio. Lui non aveva avvertito la questura, non sapeva niente. Quando quei terroristi furono ammazzati lui era qui nel retro, dormiva-. Cannine Civitate. quando furono uccisi i terroristi, era nel retro che dormiva - La moglie ha assistito impotente alla spietata esecuzione - I genitori colti da malore davanti al bar di via Veronese • Il sindaco Novelli e il presidente della Regione Viglione sul luogo della tragedia

Luoghi citati: Catanzaro, Pallagorio