Piace di più Strasburgo o Roma? di Vittorio Gorresio

Piace di più Strasburgo o Roma? Taccuino di Vittorio Gorresio Oggi che stanno per insediarsi gli eletti al Parlamento europeo dovrebbe essere il giorno della scelta per chi è riuscito a conquistare un seggio sia a Strasburgo sia a Roma. So che la legge tollera il cumulo delle nomine e che si può pertan" to conservare un doppio mandato di legislatori pendola ri fra l'A Isazia e l 'Italia: ma non mi sembra dignitoso e tantomeno pratico. Anzi direi che è impossibile affatto esercitare correttamente entrambe le funzioni. Vorrei perciò che tutti i doppi deputati, fatto uno scrupoloso esame di coscienza per approfondire la propria vocazione, onestamente decidessero dove andare a sedere, se in patria o all'estero. Non è-, tutto sommato, un dilemma angoscioso, un'alternativa drammatica: ce ne sono di molto peggiori In conpenso, è sicuro che la rinuncia volontaria a uno dei due seggi conferirebbe a chi la compie una patente di serietà, e non c'è dubbio che gli elettori ne terranno buon conto il giorno in cui si tornerà alla attribuzione dei voti di preferenza. Parlamentari che* optate, siate certi che c'è un premio nel vostro futuro. Cosi cornala legge stabilisce solamente un'incompatibilità fra la condizione di membro del governo e l'appartenenza al Parlamento europeo: o il seggio di Strasburgo o il portafoglio ministeriale, ed è per questo che nei giorni scorsi i due ministri Bruno Visentini e Dario Antoniozzi — rispettivamente del Bilancio e dei Beni culturali — e in più un sottosegretario che si chiama Ligios. hanno dovuto dare le dimissioni per non perdere l'Europa. Dimettersi da un governo come quello di Andreotti che è a propria volta già doppiamente dimissionario può suggerire qualche motivo di ilarità, ma ciò che conta è che la legge sia rispettata, e difatti A ndreotti da quel fine umorista che è ha accettato la triplice dimissione senza nemmeno un sorriso, e si è accollato /Interim dei due ministeri divenuti vacanti. Quanto al sottosegretariato dell'onorevole Ligios si è ritenuto di poterlo ignorare: se grossi inconvenienti non sono stati lamentati fintanto che il titolare era presente è probabile che non ce ne saranno neppure nella di lui assenza. In ogni modo, dato il mio animo di convinto riformatore vorrei proporre la determinazione di ulteriori incompatibilità. In Italia chi è eletto deputato e in pari tempo senatore opta per luna o per l'altra Camera, onde non vedo perché la stessa scelta non debba essere posta fra i due mandati legislativi il nazionale e l'europeo. Da noi. perfino un sindaco di grande città deve decidere tra seggio parlamentare e la gestione del comune: giustamente si pensa che siano cure impegnative alle quali è impossibile attendere contemporaneamente. E altri esempi ancora potrei fare, ma mi sembra che basti qualche domanda provocatoria.: dopo tutto quello che abbiamo sentito proclamare per mesi con tanto spreco di retorica sull'importanza del Parlamento europeo, dobbiamo adesso constatare invece che appartenervi è una sinecura'/ Clie non richiede impegno a tempo pieno? Che è qualcosa come un mezzo servizio? Sembra ammessa l'idea che a Strasburgo si rada nei rìtaglt di tempo, e che un normale nostro deputato possa occuparsi a turni alterni dell'Europa e dell'Italia dando con ciò un suo valido contributo tanto alle buone sorti del continente quanto alle non meno fauste sorti della patria. Superfluo dire che è un'illusione, perché gli stessi calendari dei lavori di Roma e di Strasburgo sono destinati ad accavallarsi cosicché si porranno gravi problemi di coscienza in fatto di scelte e rinunce, quel dato giorno, quella data settimana il nostro doppio deputato dovrà mancare al suo dovere di italiano o a quello di europeo? Si può obbiettare che presumibilmente le sessioni di Strasburgo saranno brevi e inframmezzate da lunghe vacanze: tanto meglio. Nel tempo libero il deputato potrà cosi studiare a fondo i problemi soprannazionali senza confonderli con quelli del suo collegio, come gli accadrebbe se li dovesse tener d'occhio tutti assieme. Sono persuaso che la mia proposta non sarà accolta da nessuno e me ne rendo conto facilmente. Il cumulo degli incarichi è cosa che piace, dà prestigio e profitto. C'è stato addirittura il casodi un valente professionista il quale riteneva di poter continuare a dirigere un giornale radio in più edizioni quotidiane pure viaggiando avanti e indietro tra Strasburgo e Roma. Il suo datore di lavoro — la Rai-Tv — è stato costretto a notificargli che il suo impegno di direttore, retribuito o stipendio pieno, va inteso anch'esso a tempo pieno e che perciò una scelta è obbligatoria, a stretti termini di contratto di lavoro. Se cito questo caso giornalisticoè per segnalare che il cumulismo purtroppo esercita le sue attrattive anche al di fuori del suo campo naturale, quello del politici di mestiere. Financo noi che pu r dovremmo essere gli uomini del contropotere talvolta non riusciamo a preservarci dal contagio del malcostume proprio del potere. Piace di più Strasburgo o Roma?

Persone citate: Andreotti, Bruno Visentini, Dario Antoniozzi, Ligios