Vanno all'inferno i poeti decadenti? di Giorgio Manganelli

Vanno all'inferno i poeti decadenti? TORNA GOSSE CON «PADRE E FIGLIO» Vanno all'inferno i poeti decadenti? Le generazioni dei lettori passano rapide, e non di rado ci troviamo tra persone di qualche appassionata lettura, che del tutto ignorano certi libri che hanno dato forma e profilo alla nostra adolescenza Vivendo, si scopre che è possibile avere venticinque anni, e non aver mai letto Delitto e castigo incredibile II libro che ho ora davanti. Padre e figlio. di Edmund Gosse (ed Adelphi) venne pubblicato una prima volta in Italia nel 1963: ora. dopo quattordici anni, se ne dì la seconda edizione E' dunque ragionevole supporre che una mezza generazione, coloro che nel '64 andavano tra i dieci anni, o meno, e i venti, non abbia avuto coscienza di questo straordinario libro, inquietante, lucido e mite, che per essere amato vuole o l'inquietudine informe, vegetale dell'adolescenza, o la prima lanugine d'esperienza dell'età matura Penso quanto sarebbe amabile, se taluni libri privilegiati ed erratici apprendessero una loro maniera di apparire, appartarsi e riapparire, come uno zio bizzarro ma di classe, che torna da un viaggio prestigiosamente esotico, con molte storie da raccontare a inediti nipoti Padre e figlio venne pubblicato da Edmund Gosse. critico, poeta, educato ibseniano. nel 1907. ed è la semplice, sommessa cronaca dei suoi rapporti con il padre - anzi, il Padre mcltezllddppPE- mirabile e vessatoria figura. | nella cui formidabile volontà, j nella intelligenza capziosa e paziente, nell'animo angoscia- J to e allucinatorio. si mescolavano, difficile miscela, una implacabile vocazione di naturalista - era grande studioso di fossili e di botanica marina — e una terribile fede cristiana.! una fede per gli «ultimi giorni», avida di apocalisse, volta a \ volta feroce, ansiosa, meticolo- [ sa. maniacale, fantastica, celeste ed internici appena mitigata da una naturale nonviolenza - non direi «dolcezza» - ma anche tormentosa, implacabile, ossessiva nel programma di salvazione, che a tutti doveva essere offerto, ma in primo luogo al figlio Edmund, che ebbe una infanzia nutrita di Scritture, di problemi teologici, di cerimonie, e quasi affatto mondata di naturali gioie Gosse. il Padre, apparteneva ad una setta rigorista, detta dei «Fratelli di Plymouth»; ho ragione di credere che esistano ancora, dato che mi è accaduto di conoscere una signora che in quell'ambiente era stata allevata, e che ora. non innaturalmente, professa un impetuoso e pedagogico ateismo La signora raccontava come il principale tema dei discorsi domestici fosse dedicato all'inferno, e in particolare al tipo di inferno che si poteva supporre specialmente adatto per quella signora, che allora era una pec camino?.a giocatrice col cerchio j e la sabbia Era parere unani- ! me dei «Fratelli» che la palese nequizia di quella pupattola esigeva una punizione eterna, atroce, proporzionata alla giusta ira di Dio Sono incline a non formalizzarmi, se la Signora ha sviluppato una tal quale diffidenza verso quel tipo peculiare di Dio ed abbia preferito, non si sa mai abolirlo in tutte le sue forme possibili Nella storia di Edmund Gosse e di suo padre si intrecciano due motivi Da un punto di vista più generale, in quegli anni andava prendendo corpo la teoria evoluzionista, confortata dalle continue scoperte di fossili l'Origine delle Specie di Darwin e del 18)9. quando Gosse figlio aveva dieci anni Ora. per un naturalista integralmente religioso, la sfida era angosciosa giacché egli non poteva né smentire ciò che veniva scoperto, né gli era pensabile correggere la storia biblica della creazione, letta in modo aspramente letterale Alla fine, credette di salvarsi escogitando una fantastica e a suo modo mirabile teoria - genialmente folle - secondo cui il mondo venne creato in quella settimana originaria, ron i fossili già inclusi, cioè, il mondo apparve alla vita «come se» avesse avuto alle sue spalle una lunga e travagliata esistenza, di cui i fossili erano indizi, deliberatamente mentiti da Dio per i suoi disegni provvidenziali "■ La sua proposta venne accolta con una certa apprensione, e documenta una scissione interiore di dimensioni paurose II naturalista e il teologo non potevano' né convivere né scindersi In qualche modo, le due figure procedettero parallela- mente, ma fu sempre chiaro che in qualunque conflitto l'ultima sentenza spettava al teologo Nell'ammodi Gosse padre si* era creata una sorta di teocra | zia psichica, un terrorismo dell'anima, che tingeva di una do¬ lorosità punitiva tutti i rappor ti umani Egli era sovrano, giudice, carceriere, pedagogo, indagatore infaticabile dell'ortodossia altrui, specie del figlio Qui si inserisce, e veramente percorre e lega tutto il libro, la privata storia dei rapporti tra il Padre teologo ed il figlio Edmund che. faticosamente si andava orientando verso la sua appena sospettata vocazione la dolce e mite malizia della letteratura, la rovinosa gioia di un verso esattamente scandito, la provocatoria seduzione di un aggettivo esattamente trascelto Egli non era nato per «salvarsi» continuamente indagando le profonditi dell'inferno, ma. se salvezza esiste, modulando, come il Titiro di Virgilio che tanto io turbava, un tenero flauto di gioia e di bellezza Egli era un uomo «del mondo», era un uomo che amava gli uomini, le loro effimere e non di rado futili conversazioni, che non voleva per sé aspre j solitudini, né amava vivere sotto la continua e pedante iracondia dei Cieli Per entrambi il conflitto era. né poteva essere altrimenti, tragico II padre vedeva davanti ai suoi occhi una sconfitta insondabile, una punizione terrìbile, il figliodo vette per anni lottare con la «/„,,«. indulgenza» che tributa- va al padre, e con la -dolce indulgenza» che lo portava ad amare, veramente amare, anche i marmi greci che conosceva solo per sentito dire Durante una terribile, lacerante conversazione, il figlio si separò dal padre, rinunciò all'inferno ed ai suoi fasti, e si disse, per sempre, letterato Della piaga di quella conversazione il libro reca un segno addolcito dai lunghi anni trascorsi, ma è un segno di dolore, la sbiancata cicatrice che non si cancellerà mai Nelle ultime pagine del libro. Edmund Gosse sfiora un tema che fu inquietante, e forse è. per molti scrittori se tra letteratura e re- ligione -portata ai suoi cstre mi» non vi sia un segreto con flitto Può darsi letteratura senza ignoranza, smarrimento, enig ma. i veleni della retorica, e una -dolce indulgenza» per le pareti verticali degl'inferi? E' la letteratura qualcosa di diverso dalla tentazione massima, l'imperdonabile sviamento, che talora spinge lo scrittore spaurito e sfiduciato a bruciare i suoi fogli, quando gli sta sopra l'indifferenza teologica della morte? Giorgio Manganelli

Persone citate: Edmund Gosse, Gosse

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