La sfida di Craxi al ruolo della dc

La sfida di Craxi al ruolo della dc CENTRALITÀ' OVVERO EGEMONIA La sfida di Craxi al ruolo della dc Intervenendo nella polemica aperta dall'intervista di Ardigò con Lietta Tornabuoni, crisi della democrazia cristiana e possibilità di un secondo partito cattolico. Arturo Carlo lomolo ha tracciato, sulla Stampa di domenica, un suggestivo parallelo fra la democrazia cristiana del trentennio repubblicano e il liberalismo cavourriano nella prima fase post-unitaria Piuttosto che del liberalismo cavourrìano. preferirei parlare di quello giolittiano La Destra storica, erede del Conte, obbedì a una visione ascetica del potere e interpretò I ' | | I un settore preciso della società italiana: fu l'età dei notabili, la classe politica degli ottimati, la ■• Ri-pubi:<juc des Duci» per mutuare a Daniel Halévy l'immagine adatta ai primi anni della terza Repubblica francese L'allargamento delle basi dello Stato segui con Giolitti, e su direttrici di «conservatorismo illuminato» o. se preferiamo, di «progressismo moderato» con un rimescolamento di ceti che. nelle proporzioni oligarchiche della vecchia società liberale, ha qualcosa di simile alle profonde trasformazioni delle fondamenta sociali di questa Repubblica, su una piattaforma di democrazia estranea all'epoca prefascista. La discussione in corso, ogni giorno arricchita da nuovi apporti, sull'identità della democrazia cristiana, sue prospettive e suo futuro, non può prescindere da questa considerazione di fondo La DC di De Gasperi. non meno di quella di Moro, si collocò al centro della vita italiana, cosi come il sistema di coalizioni promosse da Giolitti Rifiutò ogni etichetta di destra o di blocco conservatore, anche quando le pressioni del Vaticano pacelliano - gli anni fra '90 e '5) in particolare - rischiavano di annullare le tenaci resistenze di De Ga speri Non piegò alle seduzioni utopiche della sinistra cattolica, anche quando quelle posizioni erano sostenute con l'altezza intellettuale e con la tensione morale di un Dossetti Respinse la funzione di fronte clerico-moderato non meno delle tentazioni di una sinistra immacolata, alla Cottolengo. per usare ancora le belle immagini di Jemolo. «santuario dove si scorge chi prega con fervore* Quella DC fu capace di realizzare una mediazione, anche di interessi e di posizioni sociali, cui non potè o non seppe assolvere, alla vigilia del fascismo, il troppo acerbo, troppo puntuto partito popolare, tanto più ideologizzato della DC Il capolavoro di De Gasperi si identificò nel rifiuto fermissimo di qualunque suggestione - .ìl.i.-.iriJii.i (il mondo cattolico ne era pieno. Gedda guardava in quella direzione, i gesuiti, cosi diversi da quelli di oggi, premevano per la rottura dell'unità politica dei cattolici con sbocchi a destra), non meno che nell'«alt» all'ipotesi di' un partito sociale - cristiano, proiettato oltre la tutela di un interclassismo vastissimo, abbracciarne nella realtà quasi tutti gli strati della società italiana, capace di far convivere le vibrazioni messianiche e nullonaristiche delle Adi con le ansie d'ordine dei ceti moderati o conservatori, parte dei quali attratti, nell'immediato dopoguerra, dal miraggio qualunquista. Centrismo e centro-sinistra si collocano, coerentemente, in questa prospettiva Realizzando il centro-sinistra. Moro non rifiutò mai l'eredità centrista «Un partito di centro che guarda verso sinistra» la formula tante volte rimproverata a De Gasperi dalla cecità della polemica di destra (che fu furiosa e iniqua contro lo statista trentino) nasceva da una riflessione profonda e adeguata della realtà italiana, una realtà che escludeva un partito cattolico identificato col polo conservatore non meno che una forma di «socialismo cristiano» subalterno al socialismo laico Il «caso italiano» è per tanta parte, in questo trentennio il caso della DC un fenomeno peculiare all'Italia, con pochi tratti di somiglianza sia con la DC francese, che si dissolse nell'impatto col gollismo, sia con la DC tedesca, che ha resistito su diverse posizioni ideologiche e su un più compatto tessuto sociale L'egemonia democristiana sub) in Italia il primo colpo dalla sciagurata vicenda del referendum sul divorzio Non a caso la prima «diaspora» cattolica, di qualche importanza e di qualche suggestione nel mondo dei credenti, parte di I). i cattolici democratici di Ardigò e di Scoppola, che levano la loro voce di accorata protesta contro l'attuale status del partito, iniziano la loro battaglia in quei giorni, in una posizione di estraneità allo scudo crocia- : to che non e scissionismo ma non è neanche rassegnazione La mediazione di Moro riassorbe quella protesta, che trova radici nelle strutture di base del partito cattolico, soprattut to in certe città del Nord, molto maggiori di quanto i diagrammi degli apparati riescano a registrare Moro, che non si impegna nel referendum divorzisi», che si attiene a una linea di silenziosa e rigorosa neutralità, ha tutte le carte in regola per convogliare quei fermenti nell'alveo, se non della disciplina di partito, cui sono costituzionalmente refrattari, almeno di una sostanziale convergenza ideologica La segreteria Zaccagnini ! rappresenta un punto di riferi-, mento per l'intero dissenso i cattolico Guardata con fiducia ; all'inizio, è appoggiata costan-t temente nel tentativo dell'unità nazionale, che Moro, poi : presidente della DC. pagherà eoa la vita II processo di isolamento delta DC. di «detronizzazione», come diceva Moro, è interrotto fra il 1976 e il 1977 Il bicolore Moro • La Malfa aveva rappresentato la prima accorta mossa di interdizione di un fronte anti-democristiano. che il verdetto referendario aveva messo in moto, quasi identificandolo con l'intero fronte laico i il solo MSI a fian codetta DCf). la formula della solidarietà nazionale, sia pure attraverso i passaggi e le grada- ; zioni delle astensioni occasionali e poi contrattate, fino allo sbocco della maggioranza parlamentare, segnò il momento più avanzato della ripresa di iniziativa e di mediazione della DC, in un filo sottile che legava l'intuizione degasperiana a quella morotea Con l'emergenza, la DC si ricollocava al centro, come nei comitati di liberazione. Rivendicava la sua «centralità», presupposto di tutti i consensi del passato e del futuro Logorate tutte le vecchie alleanze, si riproponeva come il partito-Ica der di una formula di salute i pubblica, che trovava taluni limiti obiettivi e insuperabili (insuperabili anche per Moro, almeno in questa fase), come la partecipazione diretta dei comunisti al governo. L'impazienza del PCI. che ha rotto il patto dell'emergenza e ha puntato alle elezioni anticipate, ha rimesso tutto in discussione Per la prima volta nella storia della Repubblica. la «centratiti» della DC appa- re oggi in pericolo Nel partito cattolico si inasprisce, oltre tutte le prudenze e le ipocrisie del passato, la lotta fra la componente che si autodefinisce «liberal-democratica» (il caso dell'elezione di Gerardo Bianco alla Camera) e la componente che si dichiara cattolicodemocratica, e in cui si riconoscono i dissenzienti dall'esterno scontenti solo dell'eccessiva timidezza di Zaccagnini. dell'insufficiente sforzo di rinnovamento Non è la polemica fra vespisti e anti-vespisti. come negli anni degasperiani E' qualcosa di più profondo, che pone a repentaglio quel misterioso e in parte inconfessato equilibrio in cui si riassume l'odierna DC. partito di centro con una base sociale e popolare che occupa una precisa area della sinistra, partito di governo che trae la sua forza dall'economia pubblica e dalle risorse, palesi e occulte, dello Stato assistenziale, partito di collocazione occidentale che rivendica una coerente fedeltà alle alleanze internazionali, punto di incontro con le forze di democrazia laica Pure attraverso incertezze e contraddizioni, il partito socialista di Craxi punta a occupare uno spazio «centrale» nello schieramento politico, tendenzialmente alternativo alla cen- tralità democristiana, cioè, in altre parole, all'egemonia della DC Craxi guarda a Soares più che a Mitterrand E la demo- ! crazia cristiana si trova a dover rispondere, senza Moro, a una «sfida» che la investe nel ruolo storico che si e assegnata, o meglio che i fatti le hanno assegnato 11 discorso, dalla politologia, passa nella cronaca bruciante e diretta della vita nazionale La minaccia di un secondo partito cattolico, anche se proiettata per ora su un piano intellettuale, e da intellettuali, prolunga i suoi riflessi sugli interi equilibri della democrazia italiana Si guardi alla polemi ca fra Rodano e Chiarante Or- mai e Franco Rodano, il consigliere di Berliguer, a difendere fino in fondo l'unità della DC, contro le «farfalle dell'alternati vi smo» Giovanni Spadolini

Luoghi citati: Gedda, Italia