Egitto: sogni industriali e miseria di Igor Man

 Egitto: sogni industriali e miseria L'ARDUO IMPEGNO DI SADAT, CHE VUOLE RIFONDARE IL PAESE Egitto: sogni industriali e miseria Sta per diventare uno dei maggiori produttori di greggio, progetta opere ciclopiche, intensifica i contatti economici con Pesterò - Ma non ha infrastrutture di base e la burocrazia è inefficiente e complice dei ricchi pascià - Gli analfabeti sono il 56 per cento - La popolazione cresce: un chilometro quadrato arriva a ospitare 138 mila abitanti - E mancano le case DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE IL CAIRO — L'Egitto é esaltato dalla pace, soprattutto dalle sue prospettive. Sadat ha più volte annunciato di voler rifondare il Paese perché possa avere il sospirato decollo industriale, perché l'infinita legione dei diplomati dei tecnici, dei laureati amiche prendere la valigia di fibra dell'emigrante possano, analmente, trovare in patria un lavoro gratificante e, soprattutto, remunerato in miaura adeguata. li Raiss ha detto, aurora di recente, rome l'Egitto abbia bisogno di aiuti per complessivi 15 miliardi di dollari .affinché il suo .sistema economico sia posto su basi totalmente nuove». Questi aiuti — tre miliardi di dollari l'anno — dorrebbero essere concessi dagli Stati Uniti, dal Giappone, dui Paesi della Comunità europea tsegnatamente dalla Germania federale). Sennonché nelle easse dello Stato giacciono inutilizzali J..Ì miliardi di dollari di cui Ili miliardi provenienti dagli Stati Vinti che negli ultimi quattro anni hanno dato aiuti iter A. 4 miliardi di dollari. E ciò a causa delle distorsioni strutturali dell'economia del Paese, carente di infrastrutture di Irnse. di tecnici, di maestranze qualificate ma soprattutto per l'ignavia e l'ossessione del cavillo di due milioni di burocrati, masters of creative inefflciency. In teoria, grazie alla politica della porta aperta flnfltatu i,' mercato egiziano potrebbe diventare molto interessante per le imprese accidentati. Sarebbero pronti infatti, progetti per un valore di 35 miliardi di dollari, giù allo studio «degli organi competenti americani- Ma. in pratica, come abbiamo visto, tra le cose che si dicono fltalam fadU e quelle che si fanno c'é di mezzo il mare morto della burocrazia e. in più. la piaga dell'instabilità ministeriale: cento e uno governi dal 1878 al 1978. L'Egitto e un Paese esteso circa un milione di chilometri quadrati, con una popolazione di 41 milioni di abitanti t quali t'irono praticamente su una sottile striscia di 25 mila chilometri quadrati di terreno. I tre quarti della popolazione sono fellahla contadlni più della metà della manodopera attiva del Paese e impiegata in attività agri-cole che assicurano il 30 per cento del prodotto nazionale lordo e il 65 per cento delle esportazioni Secondo il Fondo monetario internazionale solo 9 milioni e 700 mila persone risultano «stabilmente impiegate». L'Egitto ha una massa di debiti superiore al prodotto nazionale lordo: oltre 15 miliardi di dollari contro undici e un disavanzo commerciale di tre miliardi Solo il debito militare con l'Urss ("congelato" per dieci anni a partire dal 76. dal presidente Sadat) assomma a 10 miliardi di dollari Le esportazioni non coprono che il terzo delle importazioni gli acquisti di grano sul mercato mondiale hanno attinto, nel 1978. la cifra record di quattro milioni di tonnellate. L'inflazione ha raggiunto il 30 per cento, il reddito medio prò capite non supera i 280 dollari all'anno, appena un po' più del doppio del 1952. allorché gli .ufficiali liberi, abbatterono Fornir. Lo Stato spende un miliardo e 700 milioni di do/fari opni anno per mantenere a livelli politici i prezzi di alcuni generi di prima necessità. Gli analfabeti secondo la Banca mondiale, sono il 56 per cento della popolazione. Solo il 44 percento sa leggere e scrivere con una forte differenziazione tra uomini e donne, le donne analfabete superano il 70 per cento. Mancano un milione e 500 mila .unità abitative., fra i 50 e i 110 metri quadri da costruire, secondo i piani, entro il 1983. di cui il 40 per cento soltanto al Cairo. Calcoli ottimistici presumono che »sav\ una grande vittoria» se entro l'83 si riuscirà a costruire 600 mila appartamenti In compenso il settore pubblico continua a sfornare ■ progetti energetici definiti .assurdi, dagli esperti internazionali. Come, ad esempio, q nello che prevede di co/m a re con acqua marina la depressione di Kattara, nel deserto libico (spesa prevista circa quattro miliardi di dollari), oppure l'installazione a Sidi Kreir. ad ovest di Alessandria, d'una centrale nucleare di 600 MW. che monopolizzerebbe il 30 per cento degli investimenti annuali del Paese, quando nove delle 12 turbine dell'Alta diga di Assuan (d'una capacità di 175 MW ciascuna) rimangono inutilizzate. La liberalizzazione economica ha portato alla febbre consumistica, limitata però a strati circoscritti della popolazione. Nella Grande-Cairo (9 milioni di abitanti) il numero delle automobili private è passato negli ultimi cinque anni da 50.000 a 250.000. L'alleggerimento dei controlli la riapertura delle importazioni gli incoraggiamenti e le facilitazioni per gli inresrimenti esteri hanno richiama! tu in patria i ricchi pascià 1 esuli, han ridato fiato ai com! predores giù narcotizzati dai \ socialismo nassenano. Agganciandosi ai burocrati i posrrirofiurtonart le cosid| dette «Jene grasse» sono riuscite a infiltrarsi a tempo iii record nei ministeri chiave e persino nel Parlamento. Sic. che. mentre l'edilizia popola. re è latitante, t ricchi di sempre diventano se possibile più ricchi costruendo alberghi e grattacieli alcuni dei quali spesso crollano travolgendo tra le macerie poveri manovali Quei manovali che escono dal quartiere di Bab el Seta ria. un chilometro qua' drato. 138.255 abitanti: una delle più alte concentrazioni 1 umane al mondo. Vivono in sette in una stanza a pianterreno o in lu- j ridi sottoscala o in baracche arrangiate sui terrazzi. (Non I molto lontano, nella .Citta ; dei morti., ai piedi della fa- \ volosa Cittadella, duecento. mila persone alloggiano nelle cappelle funerarie). Guadagnano, quando va bene, 12 pounds al mese (meno di ventimila lire italiane). Portano sandali di plastica poiché un paio di scarpe cotta 5 pounds. 51 nutrono di pane e cipolla o di pane e fui fave schiacciate, il piatto nazionale Tutto questo quando in uno dei tanti ristoranti di lusso una bottiglia di vino (per di più svizzero.') costa 43 pounds (80 mila lire). Tutto questo quando gli stranieri si sentono chiedere affitti di 2500 pounds al mese, duecento volte il salario di un bracciante: come se a Roma o a Milano pretendessero trenta o ptù milioni al mese. Anche per le classi medie e il dramma: i fitti sono bloccati ma bisogna pagare stìttobanco buonuscite che neanche un f funzionario al culmine di una onesta carriera (centomila lire di stipendio) può sognarsi di affrontare. Certo non tutto va male, c'é 1 il risvolto diciamo positivo della medaglia. A dispetto dell'.isolamento, decretato dai Paesi del •Fronte del rifiuto», l'oleodotto Suez-Alessandria (Sumed) convoglia 60 milioni di tonnellate di greggio. Le rimesse degli emigrati ammontano a un miliardo e mezzo di dollari l'anno, i pedaggi pagati per attraversare il Canale hanno sfiorato nel 1978 il milione di dollari L'Egitto produce petrolio (25 milioni di tonnellate l'anno) in quantità litri giù pari al doppio del proprio fabbisogno: nel '78 le esportazioni petrolifere hanno fruttato 300 milioni di dollari Con il prossimo recupero dei pozzi di Alma (nel golfo di Suez) la produzione raggiungerà il milione di tonnellate quotidiane (la metà del Kuwait) e l'Egitto. diventato uno dei maggiori produttori di greggio, potrà entrare nell'Opec. Ma i guasti del sistema e i piccoli eppur significativi progressi scompaiono di fronte alla .disgrazia, più grande: l'incremento demografico: 41 milioni di egiziani nel 1979; 70 milioni nell'anno Duemila. La densità umana nella esigua striscia abitabile dell'Egitto é passata da 266 persone in un chilometro quadrato nel 1938 a 727 nel 1978. Il tasso di nata/ita. del 41 per mille nel 1960. era ca¬ duto nel 1970 al 34 per mille, ma nel 1977 è risalito al 37 per mille: in quell'anno, per la prima volta. Il governo ha riconosciuto che contro circa dieci milioni di lavoratori stavano un milione e seicentomila disoccupati. Al tempo di Nasser un timido progetto di pianificazione familiare falli per l'ostilità degli imam. L'economista Ali Gretti dice che per scongiurare il disastro non c'é che una via di uscita: «Iniziare un vasto e rigoroso controllo delle nascite e portarlo avanti con determinazione per almeno 25 anni. Altrimenti i possibili benefici della pace si dissolveranno come nebbia al vento». Sodai dopo non poche esitazioni ha lanciato, l'anno scorso, un progetto di 300 milioni di dollari per, al tempo stesso, •ridurre la mortalità infantile e Informare le madri sulla contraccezione». Afa il programma va avanti in sordina, senza convinzione. Ora il popolo egiziano, nella sua infinita saggezza, non chiede miracoli al Raiss ma una politica realistica. Anziché destinare 60 miliardi di dollari alla industrializzazione (1978-1983) col risultato di aggravare fatalmente il debito esterno poiché almeno metà della somma se ne andrà nell'acquisto di macchinari stranieri perché non cercare di dare al Paese una ancorché modesta infrastruttura moderna? In primo luogo bisognerebbe preoccuparsi dei fellahla assicurando loro il drenaggio dei campi che rimangono la fondamentale risorsa del Paese. Fare dell'Egitto un .grande villaggio, moderno dovrebbe essere l'obiettivo primo del presidente. Ma per realizzarlo, Sadat dovrebbe riuscire a fare entrare nella testa dei suoi funzionari ch'essi sono al servizio della comunità, non il contrario. Il Raiss ha dimostrato di possedere un pugno di ferro. Che lo batta bene addosso agli sfaticati ai corrotti invece di inseguire europio. Soltanto cosi potrà uscire dall'.isolamento, che non é quello decretato dai Paesi dei , rifiuto — un isolamento che I scortica l'orgoglio ma non intacca l'ossatura del Paese — ] bensì quell'altro, per ora soltanto un pericolo, vale a dire ' quello interno. Perché, api punta il rischio più grande, per Sadat. è di rimanere isolato nel suo stesso e. fino a questo momento, adorante Paese. Nel suo nobile, antico ma miserabile «grande villaggio». Igor Man T Il Cairo. Il terminale di un oleodotto: anche per l'Egitto la speranza viene dal petrolio (Poto Grazia Neri)

Persone citate: Grazia Neri, Nasser, Sadat