Nella confusione dei contraccolpi di Aldo RizzoLamberto Furno

Nella confusione dei contraccolpi Democristiani, comunisti e socialisti | Nella confusione dei contraccolpi Il partito comunista ha riunito il Comitato centrale, per l'attesa riflessione collettiva sulle dure sconfitte di giugno, mentre la democrazia cristiana subisce il contraccolpo moderato dell'elezione di Gerardo Bianco a presidente dei deputati. Contemporaneamente Giulio Andreotti (che dopo il segretario Zaccagnini può essere considerato la principale vittima del pronunciamento del gruppo parlamentare) ha ricevuto l'incarico di formare il nuovo governo. E' un momento, va detto, di notevole confusione. Vedremo come si svolgerà il dibattito dei comunisti e quali risposte tattiche e strategiche verranno riassuntivamente date alla crisi d'identità e di prospettiva apertasi nel pel. Ma. circa la tattica, o i comportamenti immediati, già si sa da almeno cinque mesi che i comunisti non sono più disponibili a far parte di maggioranze senza essere anche parte diretta del governo. E poiché è altrettanto scontato il rifiuto, da parte della de. della richiesta comunista, deve intendersi interrotta la politica che fu definita di solidarietà democratica o di unità nazionale. Ma — ecco il punto — interrotta o conclusa? Su questo verte, sostanzialmente, la crisi apertasi nella democrazia cristlana e della quale la scon- fitta del candidato della segreteria alla presidenza del gruppo della Camera è la spia più vistosa. La posizione di Zaccagnini e dei suoi alleati, si sa. è per conservare comunque il dialogo col pei, nel quadro di un'emergenza nazionale che. giustamente, si considera che duri tuttora. Di qui la decisione di confermare il voto de a un esponente comunista per la presidenza di Montecitorio e l'orientamento a fare lo stesso per alcune presidenze di commissione. Questa linea, che poi è quella uscita dall'ultimo Consiglio nazionale del partito, non viene formalmente discussa dal nuovo capogruppo della Camera, il quale anzi ne proclama solennemente la continuità. Ma non si può credere che la .rivolta» contro Galloni sia solo il frutto di un'impennata di autonomia dei parlamentari contro il potere e magari lo ,strapotere della segreteria del parUto. Non si può credere che correnti cospicue e leaders di primo plano si siano mossi solo per questo dietro Gerardo Bianco. Il quale, poi. si dice d'accordo con la . linea unitaria-, ma già si orienta in senso contrario all'assegnazione di presidenze di commissione ai comunisti... Ce dunque un contraccolpo moderato nella de. che non a caso ormai Insidia la stessa maggioranza politica di Zac cagninl Questo non significa che si profili una ventata di anticomunismo tipo Anni Cinquanta, che sarebbe Irresponsabile e non ò realistica. SI va piuttosto diffondendo fra i democratici cristiani la convinzione che la fase della • grande maggioranza, sia ormai conclusa e non più proponibile, e che la persistente gravità dei problemi nazionali debba essere af Montata con i modi tradizionali di una maggioranza che governa e di una minoranza che critica e controlla. Convinzione, tutto sommato, corretta e anche Inevitabile, una volta che lo stesso Zaccagnini è fermo nel rifiuto dei comunisti al governo insieme con la de. Più generalmente si con¬ frontano ormai due diverse visioni del partito e della sua funzione nella società italiana. Una è la visione del partito storico, cattolico-popolare (con punte involutive, col passar del tempo, di tipo populista-assistenziale). L'altra e la visione che ora si usa dire liberal-democratica, che ha anch'essa agganci col passato, col vecchio moderatismo cat- j toltco. ma che è. per cosi dire, modernizzata da suggestioni tecnocratiche e dai modelli del conservatorismo democratico europeo-occidentale. Il primo modo d'intendere la de porta a una strategia di alleanze a sinistra e a unu certa disponibilità a forme di democrazia consociativa. Il secondo modo punta direttamente n un sistema di alternanza al potere. Non e certo il caso di dire che 11 secondo modo ha già vinto. Ma. per il fatto che 1 voti moderati sono sempre stali, nonostante tutto, il massimo supporto elettorale del partito, e lenendo anche conto del crescente condizionamento da parte del quadro politico europeo, si può prevedere che esso sia destinato a rafforzarsi. Come prima conseguenza, si può dire che la prospettiva, già cosi labile, del compromesso storico diventa praticamente superata. E questo porta alla rifles- sione che il pei sta svolgendo sulle sconfitte di giugno. Con gli umori politici che vanno prendendo corpo nella de. è impensabile per i comunisti j farsi ancora illusioni sulla possibilità, prima n poi. di un governo di grande coalizione, come passaggio obbligato alla loro • legittimazione-, La legittimazione, il pei dovrà darsela da sé. autonomamente, j analizzando con un definitivo rigore democratico I ritardi ideologici e politici ed elabo- j :■.ind' i un più convincente progetto generale. Insieme con i partiti della sinistra democratica tradizionale. Tuttavia, mentre il quadro casi si delinca, o può dellnear- ! si. per 11 lungo periodo, ce il problema della governabilità immediata del Paese, dopo le elezioni. Andreotti. si dice. ha. poche chance*. Ne avrà qualcun altro di migliori? O avremo alla fine il solito governo asfittico e di transizione all'autunno? Particolarmente difficile appare la posizione del partito socialista. Esso deve collaborare alla prospettiva di lungo periodo e nello stesso tempo e un fattore Insostituibile della governabilità immediata. Tutto questo rende confuso il momento italiano, mentre premono tanti problemi oggettivi. Al- j traversarlo e uscirne non sa-. rà facile, eppure e necessario. Aldo Rizzo (i4 pagina 12: L'autocritica di Berlinguer, di Lamberto Furno).

Persone citate: Andreotti, Berlinguer, Galloni, Gerardo Bianco, Giulio Andreotti, Zaccagnini