Democristiano non abbastanza?

Democristiano non abbastanza? Democristiano non abbastanza? Andreotti non assomiglia a nessun altro democristiano, nemmeno a De Gasperi che pure si dice gli sia stato maestro e lo avesse adottato come delfino. Qualche accostamento fra i due naturalmente si può fare: pragmatici entrambi spregiudicati quanto basta per compiere manovre e accet tare compromessi De Gasperi j e Andreotti sono simili anche per una certa fedeltà ad alcu- \ ni criteri come il rifiuto dell'integralismo di partito e una corretta concezione — rara net cattolici — del senso dello Stato. ' Però Andreotti é anche spiritoso, qualità che difficilmente si potrebbe riconoscere in De Gasperi e tra le sue piccole virtù va annoverata una perfetta padronanza di se stesso, dei propri nervi e dei propri riflessi De Gasperi. al confronto, era un passionale. Andreotti é invece un tranquillo: dice di sé che onestamente cerca di non sopravvalutarsi ma che altrettanto onestamente é consapevole di non vivere in un mondo popolato da giganti dell'intelletto. Coltiva l'arte che gli anglosassoni chiamano deff'understatement. tenendosi sempre su un tono più basso, non drammatizzando mai e spesso sorridendo con malizia nascosta. Può non convincere, quando appare in televisione, ma piace. A vederlo sullo schermo sembra che egli -sorrida più delle cose che rinuncia a dire che non di quelle che ha detto. Ha un sorriso. j per cosi dire, futuro-, ha scrit- \ a e , o i , l n i , i i - à - to un giorno Fortebraccio con una immagine felice: ma più importante é certamente un'altra qualità di Andreotti: .Egli ha un coraggio che manca a tutti gli amici del suo partito: quello di dire anche la verità.. In Italia questa e la migliore delle furberie poiché dato che é rara conferisce credibilità. Gli domandarono un giorno perché da noi sono soltanto i poveri a pagare le tasse, e obbiettivamente egli ammise: • Perché e più facile prelevare tributi da chi e a reddito fisso, specialmente adesso che c'e la trattenuta alla fonte.. Interrogato sulla possibilità di far qualcosa per tenere fermi i prezzi, rispose di non credere all'efficacia dei calmieri tradizionali: .Nessuno di essi ha funzionato mai., precisò con lo scrupolo di uno studioso di statistica che non deve rendere conti alla demagogia. Per molti anni fu considerato uomo della Curia, e vale a dire strumento del Vaticano a fini di ingerenza nella politica interna italiana. Non é da escludere che egli goda di molta fiducia oltre Tevere e di certo egli ha avuto una funzione di rilievo nei rapporti fra Stato e Chiesa al tempo nostro: ma non risulta che si sia mai comportato come portavoce occulto della Santa Sede in Italia. Al contrario, direi é un difensore dei diritti dello Stato nei confronti con la Chiesa. Il massimo dei cedimenti che gli si può imputare fu un certo esonero tributario concesso nel 1958 a nipoti di Papi che vantavano un risibile status diplomatico. ' Un'altra volta, in televisione, un giornalista anticlericale domandò ad Andreotti con intenzioni provocatorie: .Se un Papa raccomanda di non votare comunista, o in ogni modo di non votare per un certo partito, lei non si offende, innanzitutto come cittadi•t no ancora prima che come uomo di governo?.. La risposta di Andreotti fu meravii a/iosa perché pareva irriverente per il Papa, mentre in realtà lo difendeva: .Vorrei | tare un esempio banale — egli disse —. Anche 1 coltivatori diretti possono avere deerminate idee-. Sicuramente De Gasperi ne i aveva avuto più soggezione, istintivamente, da rispettoso cattolico trentino e cioè ben diverso da un cattolico di Roma qual é Andreotti della città che con i papi si é sempre presa nei secoli la massima possibile libertà. Quello che. invece sicuramente imparenta Andreotti a De Gasperi é che entrambi ciascuno, al proprio tempo, sono stati il bersaglio fisso dei loro amici di partito. Lo aveva già notato Carlo Casalegno recensendo per -La Stampa. 19aprile 19771 la Intervista su De Gasperi resa da Andreotti ad Antonio GambinotLaterza editore). .Questo libretto — scriverà Casalegno — forse il più bello ed efficace di Andreotti. spesso affettuoso o venato di ironia, a noi sembra che sia anche una lunga polemica con tanti suoi compagni di partito, e in qualche caso un vero regolamento di conti. La discrezione e l'eleganza ne mascherano appena la fredda spietatezza.. Tutto il senso del libro e del ricorso storico é che anche De Gasperi aveva frol'a/o i suoi più fieri avversari nei ranghi del proprio partito, tra gli uomini della cosiddetta seconda generazione democristiana, quelli del gruppo Fanfani-Dossetti-La Pira. Uscito Dossetti dalla scena politica, morto La Pira, resta a rappresentare un i e j Fanfani a vecchio antidegasperismo che e e n a o à e - n i ora si riflette in antiandreottismo e che naturalmente coagula tutti i de avversari di A nduuHi anche quelli di terza se non di quarta generazione de Le motivazioni sono adesso rffrerse ma il senso resta uguale con il passare degli anni. Tanto De Gasperi quanto Andreotti non sono abbastanza integralisti, non abbastanza schiavi d'amore per il partito; non abbastanza democristiani insomma. E'la loro virtù, politicamente parlando, ma anche il limite della loro forza rispetto alle clientele Vittorio Gorresin

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