Spari (a salve) dalla Malaysia

Spari (a salve) dalla Malaysia PER RESPINGERE I PROFUGHI IN ARRIVO Spari (a salve) dalla Malaysia KUALA LUMPUR — Le recenti minacce formulate dalla Malaysia nei confronti dei profughi vietnamiti non si sono tradotte in fatti: l'ordine di sparare contro i profughi in arrivo non è stato dato, e nessuno dei circa 65 mila vietnamiti attualmente alloggiati nei campi profughi è stato imbarcato per essere trasportato al largo delle coste del Paese. I soli colpi di arma da fuoco sono spari a salve da parte delle forze dell'ordine per tentare di impedire alle imbarcazioni di profughi in arrivo di avvicinarsi alla spiaggia. La Malaysia continua sistematicamente a respingere verso il mare aperto i profughi in arrivo e quelli le cui imbarcazioni si sono incagliate recentemente sulle sue coste. Questi ultimi sono guardati a vista nel luogo stesso in cui si sono arenate le loro imbarcazioni ed è impossibile avvicinarli e ancor più parlar loro. Saranno rimorchiati al largo non appena le loro imbarcazioni saranno riparate. I più «fortunati», una minoranza, finiranno in un campo amministrato dall'alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi, se non vi saranno battelli per riportarli in alto mare. Respinti anche da Indonesia, Singapore e Thailandia, non resta loro che la lontana Hong-Kong e il Mar della Cina, vale a dire la morte per la maggior parte di essi. Ufficialmente, Kuala Lumpur ha annunciato che la scorsa settimana una decina di battelli con a bordo più di 2000 profughi sono stati rimorchiati al largo dèlie acque territoriali. Negli ultimi sei mesi, circa 260 imbarcazioni con a bordo 40 mila vietnamiti hanno subito la stessa sorte. L'asprezza verbale del vice primo ministro malaysiano ha avuto almeno il merito di attirare l'attenzione del mondo sulla tragedia dei 'profughi del mare». Una grande conferenza sui profughi dell'Asia del Sud-Est deve svolgersi il mese prossimo sotto l'egida delle Nazioni Unite, probabilmente a Ginevra. Nel frattempo è arrivata ieri a Giacarta (vi sono circa 35 mila profughi in Indonesia) una missione speciale vietnamita incaricata di parlare con le autorità indonesiane. Al suo arrivo, il capo della missione. Mai Van Bo, ha espresso la fiducia del governo vietnamita «che una soluzione soddisfacente sia trovata al problema'. La delegazione ha d'altro lato pubblicato un comunicato in cui si biasima l'atteggiamento degli Stati Uniti e della Cina sulla questione, accusando questi Paesi di approfittare della situazione attuale, che sarebbe volontariamente mantenuta per servirsene contro il Vietnam e per Inviare uomini nella regione. Il comunicato respinge ogni progetto di una conferenza internazionale sul problema dei profughi, ma aggiunge che il Vietnam è pronto a discuterne con i Paesi interessati durante una riunione organizzata dall'alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. (A nsa-A fpj