Dopo le elezioni, un po'di conti in tasca a partiti e candidati

Dopo le elezioni, un po'di conti in tasca a partiti e candidati Una indagine parziale e una proposta dei repubblicani Dopo le elezioni, un po'di conti in tasca a partiti e candidati Tra manchettes e slogans a pagamento, la de è in testa, con 170 milioni; la seguono liberali, radicali, socialisti - Ultimo è il pei Conti in tasca a partiti e candidati: li ha fatti, nei limiti del possibile, 11 pri, basando l'indagine solo sulle spese che forze politiche e uomini In lista per Camera, Senato ed Europa hanno sostenuto per la pubblicità' sui quotidiani cittadini. Fra i partiti, prima in classifica la de che fra «manchettes.'e: slogans a pagamento ha superato i 170 milioni; secondo il pli con un totale di circa 119 milioni: terzi i radicali (65 milioni), poi il psi (quasi 54 milioni), 11 pri (20 milioni), il psdi (16 milioni), il pei (6 milioni) ed ultima (per il Parlamento di Strasburgo) l'Union valdbtaine con 408 mila lire. Fra i candidati, il maggior impegno pubblicitario (sui quotidiani torinesi) è stato quello dell'accoppiata liberale, Zanone-Altisslmo, che ha speso circa 36 milioni, seguita dai de Rossi di Montelera con 33,6 milioni e Diana (22 milioni 700 mila lire). Seguono, staccati, il presidente dell'Unione Industriale Pininfarina (in Usta pli) con 12,7 milioni ed il socialista La Oanga, con una spesa complessiva di poco superiore ai nove milioni. Per gli altri partiti (pr, pei, uv, pri e psdi), nell'indagine della segreteria repubblicana, non compaiono le spese dei singoli candidati. Dice il segretario provinciale del pri, Gian Luigi Cerlini: .Con questa analisi abbiamo voluto dare un contributo di chiarezza per l'opinione pubblica su un problema molto dibattuto: le spese elettorali-. Mentre a Roma si discute di governo e a Torino delle giunte di sinistra, e mentre dal manifesti incollati sui tabelloni occhieggiano ancora i volti sorridenti degli uomini da eleggere, numerosi cittadini hanno constatato che in quest'ultima doppia campagna elettorale c'è sta¬ to un incremento di spese notevole, -forse eccessivo: •Questa tendenza — osserva Cerlini —non deve continuare: è quindi necessaria una forma minima di regolamentazione della pubblicità per le prossime scadenze elettorali del 1980: Oggi quel bombardamento di immagini e di parole, le noiose o interessanti tavole rotonde propinate per 40 giorni sino al 10 giugno, da radio e tv private e dalla Rai, sono finiti. Rimane una domanda: quanto è costato tutto questo? La risposta data dal pri è molto parziale. Consente però un'analisi più approfondita, anche se solo di tendenza. Chi ha sostenuto grandi sforzi finanziari sulla carta stampata, ovviamente non si è fermato a questo tipo di messaggio, l'ha completato con inserti a pagamento comparsi sulle maggiori emittenti televisive locali (a prezzi fra le 30 e le 150 mila lire al minuto, secondo le fasce di trasmissione e gli eventuali abbonamenti), l'ha arricchito con i manifesti, il cui costo medio, comprensivo dell'affissione, si aggira fra le 300 e le 400 lire l'uno. Ecco allora che si capisce come certe voci di «spese notevoli., di cifre superiori alle centinaia di milioni non siano affatto campate in aria. Avere dati più precisi, oltre a quelli ricavati dall'esame del pri non è semplice, anche per la reticenza a dare informazioni da parte delle agenzie che raccolgono la pubblicità per le tv o le radio locali. Sul fronte dei manifesti e dei depilante illustrativi dell'attività degli aspiranti deputati o senatori, il lavoro è altrettanto arduo: in primo luogo si dovrebbero scoprire le tipografie cui si sono rivolti, ed in secondo sarebbe necessario trovare persone disponibili a fornire fatture, preventivi, consuntivi. Ora il pri propone una regola di comportamento che valga per il futuro, per le prossime campagne elettorali. Sarebbe utile, certo, se, come prima cosa, impegnasse partiti e candidati a presentare i conti. Sarebbe l'unico modo per far cadere voci talvolta false. Un sistema fondato sulla chiarezza, sull'autodisciplina, dà sempre forza a chi lo applica, soprattutto se lo applica su se stesso evitando cosi la sfiducia di chi, quella chiarezza, la chiede da troppo tempo. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Cerlini, Gian Luigi Cerlini, Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Europa, Roma, Strasburgo, Torino