Imputati e giudici rivivono F omicidio nella gioielleria

Imputati e giudici rivivono F omicidio nella gioielleria Sopralluogo della corte d'assise in via Cecchi 27 Imputati e giudici rivivono F omicidio nella gioielleria Una nuova «verità» è stata confessata da Claudio Crapanzano, uno dei giovani accusati dell'assassinio del cliente - Il processo continua oggi -L'orefice mi ha ferito alla coscia, ma non sono caduto come ho dichiarato in aula. Gli sono andato incontro, ho estratto la pistola ma sono stato bloccato dal cliente, il Cavagnino, che mi ha afferrato alle spalle. Gli ho dato uno strattone e lui ha fatto una mezza giravolta. Poi c'è stato lo sparo e l'ho visto cadere*. Claudio Crapanzano ha fornito cosi ai giudici l'ennesima «verità» sulla rapina del 2 febbraio di tre anni fa nell'oreficeria 1 n i n 1111 m 11111111111 n < 111 ; i n ; 11 r 1111 ] 1111 iFreyria in via Cecchi 27, dove fu ucciso il cliente Mario Cavagnino. L'ha raccontata ieri mattina durante il sopralluogo nel negozio ai giudici della corte d'assise. Con lui erano presenti gli altri due imputati principali, Walter Nelli (che con il Crapanzano entrò nel locale) e Roberto DI Falco, rimasto, secondo la sua versione, fuori della porta dell'oreficeria. Lo scopo del Crapanzano era evidente: scrollarsi di dosso la pesante imputazione d'omicidio e scaricare sul Freyria la morte del cliente. Quest'ultimo anche ieri mattina ha negato nel modo più assoluto di aver colpito il Cavagnino. Ma la versione del Crapanzano è stata smantellata definitivamente nel pomeriggio, in aula. I periti balistici Ghlo e Nébbia hanno infatti sostenuto che la ricostruzione fatta dall'Imputato era inaccettabile. Contrastava con i rilievi effettuati nell'oreficerìa e con una serie di risultati stabiliti dalla perìzia. E' certo che il Cavagnino è stato ucciso da un prolettile calibro 38 che gli è entrato nel fianco sinistro dal basso in alto. La perizia ha anche stabilito con certezza quasi assoluta che il colpo non è partito dalla pistola dell'orefice (calibro 38). Sul pavimento del locale sono stati trovati vari bossoli calibro 7,65, sparati dalla stessa pistola; forse una «Beretta». E' l'arma Impugnata probabilmente dal Nelli. E Crapanzano che pistola aveva?-Era una 7,65 —hasostenuto accanitamente l'imputato mmillimi iiiiiiiiiiiiimiiiiiimiii— e non ho mai sparato perché s'è inceppata*. Un breve scontro tra imputati e periti è stato subito bloccato sul nascere dal presidente Barbaro. Poi sono sfilati 1 testi che non hanno raccontato nulla di nuovo oltre quello che già si sapeva. E' stato sentito anche Remigio Garetta, il titolare della Fothocolor accusato di avere ucciso un dipendente Fiat sotto casa, n Garetto, la sera della rapina, si trovava in un bar di via Cigna a pochi passi dall'oreficerìa Freyria ed aveva notato due persone sospette, ma, sia alla polizia sia in aula, non è stato in grado di riconoscere nessuno. La sua testimonianza, come quelle di tanti altri, era comunque superata dalla confessione degli imputati che si sono autoaccusati della rapina. Tutto il processo ruota ora su chi ha premuto il grilletto della pistola che ha ucciso 11 cliente. L'udienza si è chiusa con la richiesta dell'aw. Foti, difensore di Antonio Di Falco, di sentire la madre dell'imputato. Prime, il legale di fiducia di Roberto Di Falco, aw. Russo (che ha sostituito l'avv. d'ufficio Savino Bracco) aveva annunciato le richieste, che farà oggi, di perizia psichiatrica per il suo difeso. Il processo continua oggi. * Caduto su un sasso, mentre faceva 11 bagno nella Dora, ad Alpignano, Francesco Cantanna, di 44 anni, originario di Brindisi, abitante in via Sassari 7, è morto, per trauma cranico, dieci minuti dopo il ricovero all'ospedale Martini.

Luoghi citati: Alpignano, Brindisi