Sentenza: il negoziante non deve pagare il canone per i televisori in vendita
Sentenza: il negoziante non deve pagare il canone per i televisori in vendita Sentenza: il negoziante non deve pagare il canone per i televisori in vendita Il commerciante non è tenuto a pagare il canone d'abbonamento per gli apparecchi radio-, televisivi che mette In vendita' nel negozio. Lo ha stabilito 11 tribunale (VI sezione, pres. Corradini, giudici, Luda di Cortemi glia. Vendi t tei li C asoli) accogliendo il ricorso presentato contro l'Urar (ufficio registro abbonamento radiotelevisivo) dal presidente dell'Associazione commercianti di Napoli, Gio| vanni Tayani. In pratica il tribunale ha ritenuto che la legge regolante 11 canone delle radioaudizloni quando parla di «detenzione* dell'apparecchio Intende «detenzione qualificata», si riferisce cioè al possibile uso della utenza. Chi ha un televisore In casa, ad esempio, e lo fa sigillare, non è tenuto a pagare 11 canone. Non basta la semplice detenzione materiale dell'apparecchio, altrimenti si arriverebbe all'assurdo che il produttore di televisori che ha uno stoccaggio un magazzino dovrebbe versare la tassa. Per il commerciante vale lo stesso discorso: 11 rivenditore tiene gli apparecchi in negozio non per vederne i programmi, ma per venderli. La sua detenzione si qualifica non per «uso servizio». ma per commercio. Se accende il televisore lo fa solo per farne controllare al cliente il funzionamento. il problema su cui si sono espressi ora i giudici di Torino risale agli inizi degli anni '60, epoca del primi ricorsi presentati dai negozianti. La Corte Costituzionale aveva troncato la polemica dando in pratica ragione all'Urar: la legge del '38 che obbliga al pagamento del canone non fu ritenuta incostituzionale. I ricorsi dei rivenditori però continuarono fino all'episodio di Napoli dove ben 2800 Iscrìtti all'associazione commercianti si rifiutarono di versare la tassa. Il loro presidente Giovanni Tayani presentò ricorso contro il decreto ingiuntivo che l'obbligava a pagare circa 60 mila lire. n processo è stato assegnato, per competenza, al tribunale di Torino dove ha sede l'Urar. Per l'ufficio registro abbonamenti radiotelevisivi, l'avvocatura dello Stato ha sostenuto che per il pagamento del canone era sufficiente la semplice detenzione materiale dell'apparecchio. Il tribunale ha accolto Invece la tesi degli avvocati Piazza, Barbera e Tovo, legali del Tayani.
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