Tutti contenti gli uomini politici del voto sul «divorzio» di Venezia

Tutti contenti gli uomini politici del voto sul «divorzio» di Venezia Tutti contenti gli uomini politici del voto sul «divorzio» di Venezia Il sindaco della città lagunare (favorevole al no) afferma: «Un risultato positivo» - Il ministro Visentini (favorevole al sì) dice: «Si tratta di un grande successo politico e morale» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA — I «no», dunque, hanno vinto e Venezia continuerà ad essere Comune unico, comprendente da un lato il centro storico e le isole e, dall'altro, Mestre e le frazioni di terraferma. I «no» hanno vinto ma nessuno — a giudicare da quanto è stato dichiarato ieri sera — è rimasto deluso. Cominciamo dall'avvocato veneziano Mario D'Elia, uno dei promotori "del referendum: «72 risultato — ha detto — è per noi positivo anche se i "no " sono stati certamente superiori ai "sì"». La «positività» di questo risultato è da ricercarsi, secondo D'Elia, nel fatto che i «si» hanno ottenuto circa il 20 per cento in più dei voti rispetto alle forze che, teoricamente, avrebbero dovuto appoggiarli, cioè, msi, psdi, e pli. •Il risultato, dunque — ha concluso D'Elia — c'è, nonostante fossimo privi di mezzi di comunicazione e scarseggiassimo di mezzi finanziari. Resta da dire che la libertà d'informazione della popolazione veneziana è risultata gravemente compromessa, con conseguente incidenza negativa sulla piena aderenza del risultati della votazione al consapevole orientamento degli elettori». n ministro del Bilancio, professor Bruno Visentini, ch'era favorevole al «si», ha dichiarato: «Nelle elezioni del 3 giugno scorso i partiti che si erano dichiarati favorevoli alla separazione avevano ottenuto complessivamente II 9 per cento circa dei voti. Nel referendum di ieri, i voti favorevoli alla separazione sono stati di oltre il 27,5 per cento con punte del 40 per cento a Venezia Centro (San Marco), del 36 per cento al Lido e del 34 per cento a Mestre. «Si tratta di un grande successo politico e morale, tanto più, se si considerano la campagna violenta e deteriore fatta contro la separazione, il clima di terrorismo psicologico che con artificiose Indicazioni era stato creato e la Indébita esasperata politicizzazione di un problema che era e doveva rimanere sul plano amministrativo. Una parte assai consistente degli elettori ha disatteso le Indicazioni che i partiti coalizzati contro la separazione volevano imporre». □ vicesindaco di Venezia, on. Gianni Pellicani, comunista, ha detto: «Mi sembra che il risultato sia inequivocabile: ha prevalso il voto ragionato, di fronte al pericolo di una scelta emozionale. Direi che i partiti che hanno svolto un'opera di informazione e di orientamento escano confer¬ mati nel loro ruolo per la vita democratica del Paese». Per il fronte dei «divorzisti» ha parlato Sandro Meccoli, presidente dell'Università Internazionale dell'arte, che non si è mostrato amareggiato: «Nonostante lo snaturamento del referendum — ha dichiarato — il nostro schieramento ha sfiorato il 30 per cento. Per noi, il traguardo è stato raggiunto». Il sindaco di Venezia, Mario Rigo, socialista: «L'esito del referendum -» ha detto—è un si ad una maggiore autonomia di Venezia e Mestre, un no alla separazione. Significa In sostanza collaborazione, invece di contrapposizione. Noi comunque valutiamo positivamente l'iniziativa per il referendum, certamente democratica, quale un impegno per tutte le forze politiche, gli amministratori». Carlo Ripa di Meana, l'ex presidente della Biennale, eletto al Parlamento europeo per il psi e che si è dissociato dal suo partito dichiarandosi favorevole al «divorzio» tra Mestre e Venezia, ha osservato che «nonostante il pathos unitario suscitato, poverissimo di argomenti, e le ripetute violenze degli ultimi giorni delle squadre del "no", a Venezia e Mestre quasi il 30 per cento del cittadini si è espresso per la divisione. E' un risultato importante e significativo». Di diverso avviso Fulgenzio Livieri, segretario della federazione del psi di Venezia 11 quale ha notato che «l'omogeneità della vittoria dei "no" a Venezia e a Mestre e l'alta percentuale del votanti, testimoniano la grande maturità dei veneziani». Gigi Bevilacqua