Rumore nemico in agguato
Rumore nemico in agguato Rumore nemico in agguato Se il silenzio è morte ed il rumore è vita, in nessuna epoca l'uomo ha vissuto cosi intensamente come in quella moderna. L'« inquinamento da rumore-, iniziato con la rivoluzione industriale, è ormai per la sua ubiquità veramente un problema a portata di tutte le orecchie. Il rumore è definito come un suono indesiderato che si è costretti a sentire, che poche persone possono evitare e che è provata concausa di malattie fisiche e mentali. Per avere un'idea del livello cui arrivano i rumori quotidiani basta pensare che una conversazione può essere intrattenuta senza disagio sol-, tanto se il rumore non supera 154 decibel (il decibel è misura d'intensità dei suoni): al di sopra di questa soglia bisogna alzare la voce. In un appartamento che dà su una strada un po' animata, i decibel, a finestre chiuse, sono già 50; a finestre aperte si arriva subito a 60. purché non passino grossi mezzi di trasporto (il rumore di un autobus o di un camion, con marmitta regolamentare è di 90 decibel a 7 metri di distanza). Fortunatamente, pian pianino, ci si abitua ai rumori cosiddetti ripetitivi e senza significato. L'abitudine invece non si realizza durante il sonno (il cervello, disturbato dai rumori protesta con la produzione di onde anomale, dimostrabili con l'elettroencefalogramma). I rumori provocano fastidio, esasperazione, mal di testa e stanchezza, con intensità variabile in rapporto alla individuale costituzione psicologica". Probabilmente, secondo gli esperti, un terzo di noi soffre un po' a causa dei rumori, un terzo ne ricava esasperazione ed un terzo, più semplicemente, se ne infischia. Complicazioni fisiche (quali la sordità) si realizzano, invece, per esposizioni prolungate a rumori molto intensi (soprattutto in ambienti di lavoro e diconcerti di musica pop). Poiché un terzo della popolazione è seriamente disturbata dai rumori, è ovvia l'opportunità di provvedimenti, tutti tecnicamente possibili, per ridurre a livelli tollerabili il crescente rumore di fondo della nostra civiltà. Carlo Nosenzo
Persone citate: Carlo Nosenzo
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