Un pallone e miracoli per le antiche città

Un pallone e miracoli per le antiche cittàL'UNESCO SPERIMENTA A OTRANTO METODI E TECNOLOGIE D'AVANGUARDIA Un pallone e miracoli per le antiche città DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE OTRANTO — Sul centro storico di Otranto, una composizione medievale di case bianche e ocra, torri, baluardi e terrazze affacciate sul mare, si alza un pallone aerostatico candido con la scritta rossa «Tecniche nuove per le città antiche». E' il motto di un'operazione patrocinata dall'Unesco e dal Consiglio nazionale delle ricerche per sperimentare nel Sud, ricchissimo di centri storici degradati e in parte spopolati, metodi e tecnologie di avanguardia per il risanamento conservativo con la partecipazione diretta degli abitanti ai lavori come alla progettazione. Sulla piazza del Popoio, racchiusa da case basse è scalinate che ne fanno il teatro ideale per i giochi dei bambini come per le assemblee popolari, è stato eretto il «laboratorio di quartiere». Ha duplice finalità: mettere le nuove tecniche e i nuovi materiali a disposizione di tutti, introdurre una cultura della città che coinvolge gli abitanti, li fa protagonisti e non più oggetto di decisioni di tecnici. Il laboratorio di quartiere è uno spazio aperto sotto un grande telone bianco, a forma di con¬ chiglia, che accentua il carattere di festa popolare sulla piazza, affollata da mattina a sera. La gente riceve risposte alle domande più elementari: come accertare la solidità della mia casa? Come eliminare l'umidità? Chi potrebbe darmi i quattrini per i lavori? I tecnici fanno dimostrazioni pratiche di consolidamento dei muri lesionati, di eliminazione dell'umidità con strumenti da laboratorio scientifico, mentre operatori della Rai-tv e dell'Unesco registrano documentari, proiettati subito dopo sulla piazza con un concorso di pubblico sempre più interessato. Molti capiscono che non si tratta soltanto di una festa, ma anche di una proposta con fondamento scientifico che assume valore pratico sotto i loro occhi e che rinnova il loro rapporto con la città. L'idea e la progettazione del laboratorio di quartiere sono di Renzo Piano, l'architetto genovese che ha acquistato fama internazionale con la creazione del «Beauboi.rg», o Centro culturale Pompidou, nel cuore di Parigi. Renzo Piano ha trasferito nei centri storici e nell'edilizia vecchia quell'esperienza che superava il concetto di edifi¬ cio immutabile per proporre il concetto di volume pronto a usi molteplici, realizzato con tecniche di avanguardia. Il trasferimento ha motivazioni culturali precise. Rifiutata la filosofia del «picconedemolitore».e tenendo conto del dato storico della trasformazione continua della città dalle origini medievali all'età industriale, il laboratorio di quartiere si offre come strumento per aggiornare le abitazioni dei secoli passati ai bisogni del vivere contemporaneo, dove esistano le condizioni di fondo idonee. Il centro storico di Otranto può dirsi un modello perfetto: non è sovraffollato né spopolato (i residenti sono circa500). è il cuore di tutte le attività artigianali e commerciali, le case non sono troppo fitte né troppo alte. In pratica le abitazioni della Otranto antica possono essere recuperate con interventi leggeri, garantendo condizioni igieniche non inferiori a quelle dei quartieri nuovi e ristabilendo una qualità di vita associata nettamente superiore. Le innovazioni sono radicali, dal momento del rilievo e dell'analisi degli edifici a quello degli interventi. Il pallone aerostatico nel cielo di Otranto riassume la carica innovativa della proposta. Anziché compiere costosi e lunghi rilievi aerei o manuali, si ottiene il quadro analitico del centro storico azionando un apparecchio fotografica appeso al pallone e telecomandato con impulsi radio. L'analisi chimica e fisica degli edifici viene fatta con apparecchi sofisticati ma oggi di costo accessibile che consentono di accertare immediatamente la qualità delle pietre, la solidità dei muri, la presenza di crepe nascoste dagli intonaci, l'umidità. La termografia, messa a punto' dagli americani per individuare i vietcong nascosti nelle foreste del Vietnam, rivela le vecchie aperture o lesioni. Il settore costruzioni del laboratorio di quartiere offre strumenti e materiali nuovi per consolidare i muri lesionati, per l'isolamento termico, per la deumidificazione. Nei muri vengono iniettate sostanze che si espandono creando una barriera all'umidità, di durata illimitata. In questi giorni artigiani locali e abitanti vengono addestrati all'impiego di nuovi materiali, come speciali resine epossidiche, e alla manovra di attrezzi elettrici, non inquinanti, si¬ lenziosi, per il trasporto di materiali senza più installare gru, né ponteggi; per il riscaldamento invernale, che manca in quasi tutte le abitazioni, si sperimentano pannelli solari L'operazione Otranto, che ha avuto la collaborazione del Centro ricerche Fiat-Gilardlni e dell'Istituto torinese I.De.A., sta dimostrando su edifici campioni la possibilità di risanare vecchie abitazioni diminuendo i costi e i tempi, evitando l'allontanamento dei residenti nel corso dei lavori. Un soffitto pericolante è stato sostituito con l'impiego di travi leggere di acciaio e con parti preparate in laboratorio sulla piazza, lasciando nelle sue stanze la vecchia padrona di casa. L'esperimento non ha puro valore scientifico o tecnico. E'' una proposta che l'Unesco fa da Otranto per il ritorno a una civiltà urbana partecipata, col contributo di tecnologie degli Anni Ottanta. Verrà ripetuta trasferendo il laboratorio di quartiere in altri centri storici europei, dove è più sentita l'esigenza di ridar vita ai quartieri antichi in alternativa alla politica dei sobborghi nuovi col loro seguito di disgregazione sociale. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Pompidou, Renzo Piano

Luoghi citati: Otranto, Parigi, Vietnam