Programmi che intendono fare giovani cittadini più consapevoli

Programmi che intendono fare giovani cittadini più consapevoli Programmi che intendono fare giovani cittadini più consapevoli La riforma della scuola media prevede, oltre ad un completo rinnovamento istituzionale, anche una maggior attenzione ai contenuti, ' ai programmi. Il decreto ministeriale divulgato il 9 febbraio scorso (di fatto entrerà in funzione solo con il prossimo anno scolastico) insiste su tre novità di rilievo. La prima di carattere generale: d'ora in poi tutte le materie avranno precisi indirizzi. Le altre due di natura più particolare: sparisce completamente dalla scuola dell'obbligo il latino e l'educazione tecnica non avrà più due insegnanti (uno per le ragazze e l'altro per i maschi), ma sarà unificata come tutte le altre materie. Assume inoltre significato specifico l'insegnamento della religione (già da tempo affidato a laici e non più a sacerdoti) che diviene materia di programma, naturalmente nella libera scelta confessionale degli allievi e delle loro famiglie. Vediamo in concreto che cosa vogliono dire questi cambiamenti. Con i nuovi programmi — si osserva varia non solo il modo di in■ segnare, mutano anche gli strumenti didattici, soprattutto i libri di testo. Il che significa: grande sforzo delle case editrici per adeguarsi e notevole impegno della classe docente che vede talvolta raddoppiato il lavoro: ad esempio nell'educazione tecnica, dove, con l'unificazione, verrà dimezzato il numero degli insegnanti. Ma oltre al lavoro, dovrà essere superiore l'impegno creativo e di fantasia dei singoli professori. Nelle materie letterarie sono già state riscontrate carenze: come potrà essere sostituita l'analisi linguistica che veniva affrontata con il latino? L'insegnamento della storia (dalla preistoria ai giorni nostri) non comprende un periodo troppo vasto? Alla prima domanda il programma varato dal ministero dà risposta, appunto, chiedendo più «fantasia». E per «fantasia» intende l'utilizzo di tutti gli strumenti didattici necessari a completare la conoscenza dell'italiano senza ricorrere alla lingua «madre». Ecco allora che la grammatica avrà bisogno del sostegno di un'analisi etimologica e dell'origine della parola capaci di integrare la vecchia analisi logica; che la sintassi (derivante dalla «consecutio temporum»). dovrà essere fatta capire con l'aiuto di esempi (narrativa), con una spiegazione più attenta dell'uso del congiuntivi e dei periodi ipotetici. Con il latino relegato alle medie superiori si chiude un'era. E la maggior difficoltà per i docenti della scuola dell'obbligo in questo periodo di rodaggio, sarà proprio quella di inventare un metodo didattico capace di arricchire comunque il bagaglio di conoscenze dello scolaro. C'è infatti un rischio: tra dieci anni, se le cose non funzioneranno, i nostri ragazzi che non proseguiranno gli studi, ma si fermeranno alla licenza media inefiore. non avranno più alcun aggancio culturale e linguistico con la tradizione latina, che fino ad oggi è stata il cardine anche solo per la costruzione della frase italiana. Per la storia, la vastità del programma, a parere del legislatore, dovrebbe essere compensata da una visione intelligente dei fenomeni e degli episodi più importanti. La finalità di questa «rivoluzione» nei programmi (che coinvolge tutte le materie) è quella di raggiungere una «interdisciplinarietà» più completa. La programmazione infatti viene decentrata nella scuola (consigli di classe, collegi docenti, consigli d'istituto). Essa deve individuare «le esigenze del contesto socio-culturale e le situazioni di partenza degli allievi-. Di qui nasce l'esigenza di un rapporto più stretto fra' scuola, docenti e società. Per questo l'insegnamento della storia, della geografia dovrà essere integrato con la conoscenza dell'educazione civica. Insomma l'obiettivo della riforma — per usare le parole del decreto ministeriale — è «to sviluppo della persona, dell'alunno, nei quali si realizza l'unità del sapere». E quest'«unità del sapere» può divenire concreta tramite un sempre maggior rapporto con la realtà che circonda il discente, con la conoscenza e lo studio delle sue trasformazioni. In altre parole il legislatore punta ad una nuova forma di insegna¬ re e di apprendere, basata sul lavoro e sullo studio di gruppo che definisce «socializzazione». In tal modo i nostri ragazzi impareranno a vivere insieme, a conoscersi, ad essere, fra un decennio, cittadini migliori. Giuseppe Sangiorgio vrutcodeIsotreesprco Per i bimbi delle elementari c delle medie sono stati disposti programmi di studio innovatori che li faranno divenire cittadini più colti e consapevoli

Persone citate: Giuseppe Sangiorgio