I partiti alla ricerca di una soluzione per In politica italiana

I partiti alla ricerca di una soluzione per In politica italiana Tranne Sceiba, promossi tutti i leaders (ora c'è il problema dei doppi mandati) Alcuni eletti dovranno optare per Strasburgo o per il Parlamento italiano - Solo dopo questa decisione si saprà quali uomini rappresenteranno l'Italia in campo europeo - Sconfitti molti intellettuali (Sgorlon, Camon, Romeo, Strehler): in realtà si erano presentati per appoggiare il partito con poche speranze di essere eletti ROMA — Prima di tutto, ci sarà da districare la situazione dei doppi mandati. Per quale opteranno quelli che sono stati eletti sia al Parlamento italiano sia a quello europeo? E faranno tutti una scelta o magari qualcuno si terrà, col consenso del partito, entrambi i mandati? Poi c'è il caso dei leaders: sembra un po' improbabile che Zaccagnini e Berlinguer, Craxi e Almirante, possano spendersi tanto a Roma quanto a Strasburgo, ma poiché la loro presenza in lista voleva sottolineare l'importanza attribuita all'assise europea, bisognerà che facciano almeno atto di presenza, prima di cedere il loro posto nell'emiciclo della Comunità. Solo quando sarà stata risolta questa situazione, si saprà davvero quali forze rappresenteranno l'Italia al Parlamento europeo. Già da ora, però, si può dire che i nomi più in vista delle liste sono passati tutti, con l'unica eccezione di Mario Sceiba. Il vecchio candidato democristiano, la cui presenza nelle liste elettorali europee aveva suscitato non poche critiche, ha pagato il peso e ha ceduto il passo a Salvo Lima, ex sindaco di Palermo, più volte citato nel rapporto della Commissione d'inchiesta sulla mafia. Prima del discusso ministro degli Interni degli Anni Cinquanta, si sono piazzati anche Vincenzo Giummarra, presidente della Regione Sicilia, e Stefano Giosuè Ligios, un senatore sardo che già rappresentava la de al Parlamento europeo. Tranne casi particolari come quello di Sceiba, è difficile parlare di «sconfitti»: non bisogna dimenticare che i seggi a disposizione erano in tutto 81. Un esempio. Il pdup ha preso un seggio, è stato un buon risultato: come si può dire che Magri è stato sconfitto perché è stata eletta la Castellina? E questo non vale solo per i partiti piccoli. Inoltre, molti dei presenti nelle liste — soprattutto intellettuali: gli scrittori Sgorlon (pri) e Camon (pei), lo stesso Rosario Romeo (pri) — avevano offerto 11 proprio nome più che altro come appoggio al loro partito, senza nessuna speranza di andare a Strasburgo. Non sconfitti, dunque, ma •mancati vincitori», il regista teatrale Giorgio Strehler, che si presentava nella prima circoscrizione per i socialisti, poi il giornalista Jas Gawronski e l'industriale Roberto Olivetti, primi non eletti per i repubblicani. Ha mancato l'elezione anche Giovan Battista Lazagna, l'avvocato ligure coinvolto nelle vicende delle Brigate rosse. La sua campagna elettorale è stata limitata per la costrizione del soggiorno obbligato. Nella seconda circoscrizione, non è riuscito a passare Mario Rigo, sindaco di Venezia, socialista. I! liberale Enzo Bettiza, giornalista, ha otte¬ nuto il seggio sia nella prima sia nella seconda circoscrizione. Se opterà per la prima, il terzo seggio liberale dovrebbe andare a Manlio Cecovini, il sindaco di Trieste eletto con la lista del «melone». Qualora Bettiza optasse per la seconda circoscrizione, entrerebbe Achille Boroli. I repubblicani in quest'area non sono riusciti a guadagnare un posto: è così rimasto escluso il sottosegretario agli Esteri Battaglia. Primo del comunisti non eletti nella prima circoscrizione, il sindacalista Aldo Bonaccini, che per presentarsi a queste elezioni ha rinunciato alla carica di segretario confederale della Cgil. Ma poiché tra gli eletti vi sono Sergio Segre e Altiero Spinelli, che hanno guadagnato il seggio anche nella circoscrizione dell'Italia centrale, per la presenza di Bonaccini a Strasburgo non dovrebbero esservi problemi. Sarà in compagnia di molti altri sindacalisti: il socialista Mario Didò, anch'egli ex segretario confederale della Cgil, l'indipendente eletta nelle liste pei Fabrizia Baduel Glorioso, che viene dalla Cisl, il cui ex segretario generale. Luigi Macario, è invece stato eletto nelle file democristiane (per Macario si pone il problema dell'opzione, poiché è stato eletto anche al Senato). Due esclusioni di rilievo tra i socialisti nella circoscrizione centrale: il giornalista Ruggero Orlando e l'ex deputato Luigi Mariotti. Questi, dopo sei legislature, aveva deciso di cercare sollievo a Strasburgo alla stanchezza di Montecitorio. Al Sud i repubblicani non sono riusciti a guadagnare alcun seggio: il maggior numero di preferenze lo ha avuto lo storico Giuseppe Galasso. Nelle isole, oltre al già citato Sceiba, è stato bocciato anche l'ex capo del Sid, Vito Miceli. Si accontenterà del seggio vinto alla Camera nelle file del movimento sociale. f. m. Giorgio Strehler Mario Sceiba