Massa: Montedison inquina e licenzia? di Omero Marraccini
Massa: Montedison inquina e licenzia? Si annunciano polemiche e manifestazioni Massa: Montedison inquina e licenzia? All'ingiunzione del Comune di bloccare un impianto che inquinava, la società avrebbe risposto con l'allontanamento dal lavoro di 17 dipendenti e la sospensione di altri 63 MASSA CARRARA — C'era una volta una riviera ricca di arenili puliti, di acque limpide, di grandi pinete, con tanto verde. Buona aria di mare, temperata, anche nei giorni di calura, dalle brezze delle Alpi Apuane, dove, da millenni, l'uomo cava il marmo. Clima salubre, dicevano i medici, soprattutto per i bambini. E non a caso, su buona parte dela fascia costiera, furono costruite grandi colonie, come la «torre bianca» della Fiat. Passata la guerra, le cave furono meccanizzate e le acque divennero torbide per la farina di marmo e gli olii delle segherie. Sostanze chimiche nell'aria o portate con la salsedine aggredirono le pinete. La fame della casa provocò nel retroterra un fenomeno di conurbazione p macchia d'olio, irregolare ed inquietante. Crebbe il porto di Carrara ma deviò le correnti del fiume Magra che alimentavano gli arenili, tanto che oggi, il mare si mangia la costa. Una provincia provata più di altre, dalla guerra. Bisogno di lavoro. Di industrie. Ponti d'oro quindi a chi si faceva avanti. E non si andò per il sottile: vennero la Bario (chiImica), la Dalmine, altri impianti minori ma inquinanti ed infine la Montedison con una grossa fabbrica di sosstanze per l'agricoltura. La gente cominciò allora a porsi il dilemma: «industria o turismo?». L'estate dava lavoro a tanti, ma l'inverno è lungo. In breve si ebbero le avvisaglie d'inquinamento, contenuto a fatica, con la realizzazione di impianti di fogne o depuratori delle acque. Nei giorni scorsi poi si è scoperto che il pericolo non è soltanto in superficie: misteriosi veleni hanno intaccato la falda freatica. L'allarme è stato dato da alcuni proprietari di pozzi artesiani, usati nella zona per l'irrigazione ma anche per l'approvvigionamento domestico. L'acqua, d'improvvl-. so aveva assunto uno strano, color giallo, come se ci avessero buttato dentro lo zafferano. Si è mossa l'amministrazione comunale, che ha fatto eseguire prelievi ed analisi delle acque, presso il laboratorio provinciale ed alla Facoltà di scienze di Pisa. Gli accertamenti hanno rilevato che la falda freatica è stata raggiunta da scarichi di sostanze chimiche composite, contenenti, fra l'altro, un tossico, il «trifluralin». Poiché simili prodotti sono usati dalla Montedison nello stabilimento Diag (anticrittogamici ecc), il sindaco di Massa, Mario Tongiani, ha revocato alla società petrolchimica il permesso per il funzionamento di un impianto pilota da poco installato e non ha rinnovato le licenze di attività per due reparti del complesso industriale, quello di confezionamento liquidi e quello per l'imbottigliamento delle mesedime sostanze, n Comune in sostanza ha detto: «£' chiaro che queste sostanze escono dalla Montedison ed inparticolare da questi impianti: la società prov- veda a potenziare l'apparecchiatura disinquinante, o noi non rinnoviamo le licenze di' produzione». La Montedison ha risposto con il licenziamento di 17 giovani, assunti con contratto a termine in base alla legge 285, come personale in sovrannumero. La società, sottolineando il disagio e le difficoltà di produzione con il blocco dell'impianto pilota e degli altri due reparti (lo stabilimento funziona a ciclo chiuso, cioè ogni reparto è interdipendente dagli altri) ha anche annunciato e messo in atto da ieri la sospensione di altri 63 dipendenti, cioè gli addetti ai settori ora inoperanti. «Lo società fa presente — dicono alla Montedison — che il perdurare di questa situazione non può che avere gravi ripercussioni sull'economia ed il futuro dello stabilimento. La Montedison si riserva pertanto di prendere tutte le ulteriori misure che si rendessero necessarie: Dice l'assessore Anselmo Menchetti (psi) addetto alla sanità ed alla sicurezza sociale: 'Hanno un inceneritore, tipo "Lurgi", che non offre le garanzie che erano state prospettate. Siamo costretti a tenere la zona costantemente sotto controllo sanitario: corsi d'acqua, pozzi, verdure e frutta. Se rispettassero veramente le condizioni poste negli accordi questi problemi non insorgerebbero. Siamo preoccupati per il problema occupa-* zionale, ma non possiamo barattarlo con quello della salute pubblica». Ieri alla Montedison si è svolta una assemblea dei dipendenti. I sindacati respingono le sospensioni dei lavoratori. Non vogliono la cassa integrazione, neppure come fatto temporaneo: «La socie-' tà provveda alla messa a punto degli impianti». E' il momento dello scontro. Si annunciano scioperi in tutto il settore, mentre la Montedison ammonisce «c/te i costi sono altissimi che non si può fare di più. Altrimenti meglio chiudere del tutto». Omero Marraccini
Persone citate: Anselmo Menchetti, Bario, Mario Tongiani
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