Il pri: formare subito un governo stabile di Luca Giurato

Il pri: formare subito un governo stabileIl pri: formare subito un governo stabile ROMA —Le europee hanno accentato in Italia la crisi del «bipolarismo» e il pei, anche se stavolta ha perso meno voti della de, è sceso sotto il «tetto» del 30 per cento. Si ricomincia a parlare di «purghe alle Botteghe Oscure»; forse, almeno per ora, non accadrà niente ma è certo che la diresione del pei, mercoledì prossimo, dovrà cominciare un riesame globale della situazione, .siapolitìca, sia organizzativa. I risultati sono invece buoni per socialisti, liberali, socialdemocratici e radicali. Tra ! tutti, il più sorprendente è il «boom» elettorale del pli. I repubblicani sono invece calati. All'estrema destra, il msi conferma i risultati del 3 giugno, riassorbendo quasi per intero gli scissionisti di «Democrazia nazionale», definitivamente scomparsi dalla scena politica. All'estrema sinistra, gli elettori hanno confermato la piccola ma battagliera formazione del pdup, nonostante il rifiuto di Magri di formare liste unitarie con altri gruppi della Nuova sinistra. Ora, passate anche le elezioni europee, tutti i partiti guardano al problema del nuovo governo. I repubblicani sono già all'attacco, senza mezzi termini. Unico tra i laici minori ad aver subito una lieve flessione domenica scorsa, il pri non ha perso tempo e, riprendendo una proposta già avanzata da Pietro Longo dopo il 3 giugno, dice chiaro e tondo che questo governo, del resto già sconfitto davanti alle Camere, se ne deve andare. Il pri è anche contrario a ogni ipotesi di governo-ponte. Non pone veti, come fa Craxi, sul nome di Andreotti ma vuole una svolta concreta e immediata nella situazione politica. L'iniziativa è stata presa da uno dei più autorevoli esponenti repubblicani, il ministrò del Bilancio Vìsentini. «Bisogna respingere ogni eventuale proposta di lasciare in vita l'attuale governo per qualche mese in attesa di un chiarimento e in attesa del congresso della de, che del resto non si sa se verrà tenuto in autunno. La situazione del Paese impedisce simili espedienti — ha detto in una intervista a "L'Espresso" —, cominciare la legislatura con dei rinvìi, significherebbe continuare a seguire il metodo della rinuncia ad operare e della impotenza. A ottobre verrebbe probabilmente creato un altro governo a termine, fino alle elezioni amministrative del 1980, e cosi di seguito. La svolta verso la serietà e l'impegno deve avvenire subito». Con uno stile (nel tono e nella sostanza) che ricorda quello di Ugo La Malfa, Vìsentini chiarisce bene che cosa il pri intenda per svolte serie ed impegnate: «Quella principale dovrà essere nella scelta delle persone capaci di gestire come ministri le diverse situazioni e di svolgere gli impegni assunti. Occorre rompere con il metodo che porta ad accettare le designazioni di ogni partito e occorre quindi valutare le singole persone per la loro capacità e idoneità a gestire il settore ad esse affidate». Occorre, conclude il ministro del Bilancio, «estromettere coloro che da anni e anni sovraintendono disastrosamente, con dissipazione di mezzi e con dissolvimento di strutture, a settori fondamentali». Visentini dunque, non chiede la testa di Andreotti ma di molti dei suoi collaboratori a livello di governo e, par di capire, anche di sottogoverno. Aria nuova, insomma, in nome della serietà e delle capacità professionali Lo si è sentito dire tante volte, alla vigilia e durante una crisi di governo. Speriamo, almeno stavolta, dopo ben tre scioglimenti anticipati delle Camere, che i buoni propositi divengano, almeno in parte, realtà. Sulla «linea Visentini», co- munque, sono sicuramente schierati i socialdemocratici: Longo, del resto, l'aveva in parte anticipata. Dopo aver ribadito la fine di ogni ipotesi di «monocolore», il segretario del psdi ha rilanciato un appello «alle forze di Ispirazione laica, socialista e democratica per ricercare tutti i possibili punti di incontro per realizzare le più ampie intese. I nostri partiti debbono cercare dì rendere stabile la maggioranza e governabile il Paese». Siamo, su alcuni temi concreti, a un primo «asse» pri-psdi all'interno dei gruppi laici «asse» che Longo vuole sicuramente allargare ai socialisti mentre emerge, importante e tutto da verificare anche a livello di governo, il nuovo ruolo del pli di Zanone. Par di capire che Longo guarda anche ai liberali quando precisa che «la trattativa da avviare con la de tanto più potrà conseguire un successo,, nella struttura e nel programma di governo, quanto più riusciremo a presentare un fronte unito che indichi obiettivi programmatici precisi e soluzioni politiche adeguate». Proprio oggi infatti, Zanone si è detto favorevole a una maggioranza con il psi. Questi gruppi tra sfumature diverse, hanno tra l'altro una linea abbastanza simile nei confronti del pei Longo ha infatti confermato il rifiuto del Luca Giurato (Continua a pagina 3 In nona colonna) EUROPEE POLITICHE Partiti Voti % Seggi Voti % Seggi DC 12.752.602 36,5 30 14.007.594 38,3 262 PCI 10.343.101 29,6 24 11.107.883 30,4 201 PSI 3.857.436 11,0 9 3.586.256 9,8 62 PSDI 1.511.320 4,3 4 1.403.873 3,8 20 PRI 895.083 2,6 2 1.106.766 3,0 16 PLI 1.269.560 3,6 3 708.022 1,9 9 PR 1.282.728 3,7 3 1.259.362 3,4 18 PDUP 404.794 1,1 1 501.431 1,4 6 DP * 250.414 0,7 1 293.443 0,8 — MSI 1.907.452 5,4 4 1.924.251 5,3 30 DEM. NAZ. 141.350 0,4 — 228.340 0,6 — UV ** 165.254 0,5 — 33.250 0,1 1 SVP*** 196.189 0,6 — 206.264 0,6 4 * Alia lista DP sono stati attribuiti per le politiche del 3 giugno i voti ottenuti dalla NSU (Nuova sinistra unita) nella quale con DP confluivano altri gruppi di estrema sinistra. L'Union Valdotaine raggruppa imovimenti autonomisti sotto il suo simbolo e la sua scritta: «Europa. federalismo, autonomies. * * * La Sud Tiroler Volkspartei (SVP) e presente solo nella circoscrizione Nord-Est.

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