Scartezzini bella novità di Giorgio Barberis

Scartezzini bella novità Scartezzini bella novità Nei tremila siepi dove ha sfiorato il record italiano - Caparbio successo di Zarconc nei diecimila -1 problemi di Ortis e Fava TORINO — Luigi Zarcone alzava le dita al cielo nel segno caratteristico della vittoria, mentre Franco Fava consumava ancora l'ultimo tratto di una gara sofferta e complicata da una dolorosissima vescica sotto il piede sinistro: con risultato differente i due azzurri hanno saputo stringere i denti, senza però riuscire a conquistare quel 'doppietto' che ci avrebbe consentito di battere la Polonia, e tuttavia hanno per certi versi confortato l'impressione che il nostro mezzofondo prolungato sia sempre vitale, nonostante l'appannamento del suo uomo di maggior spicco, Venanzio Ortis. Afa-non soltanto. Se, infatti, la prova di Zarcone sui diecimila è stata magnifica per la caparbietà del siciliano nel fare l'andatura per tutta la gara, rallentando addirittura quando Fava si è staccato una prima volta poco dopo il quarto chilometro in modo da permettergli di rientrare nel gruppetto di testa, eppoi resistendo quasi con testardaggine ai ripetuti attacchi del polacco Kopijasz nel finale, altrettanto encomiabile è stato Mariano Scartezzini, venticinquenne trentino, che ha limato di oltre dodici secondi il suo limite personale sui tremila siepi, ottenendo nello stesso tempo, con 8'22"8, la seconda prestazione italiana, E dire che l'impiego di Scartezzini è stato deciso all'ultimo istante. Al suo posto, infatti, doveva correre Gerbi che però ha preferito farsi sostituire temendo di non aver ancora completamente assorbito la fatica della serata precedente, quando era stato secondo sui cinquemila. •Non pensavo assolutamente di poter ottenere un simile risultato —ha commentato Scartezzini — poi in gara mi sentivo bene, il ritmo di Malinowski e dei due kenioti non mi è parso mal proibitivo ed ho atteso buono buono il momento opportuno per cercare di piazzare la mia volata». — Le buone indicazioni delle siepi, lo Zarcone che torna a vincere ('«Anche se i traguardi che mi pongo rimangono sempre condizionati — confessa il siciliano — dal fatto che se mi alleno due volte di seguito in pista poi i tendini mi dolgono non poco»;, la stessa conferma di Gerbi sul piano nella prima serata f «Forse avessi aspettato ad attaccare ai duecento metri avrei potuto anche vincere»^ fanno da contrai tare a quelli che per Arese resta no i due grossi problemi da risolvere, legati ai nomi di Ortis e Fava. Del friulano si sono dette molte cose finora, lo si è accusato da più parti di correre troppo dietro ai •rimborsi spese- delle gare paesane, di peccare persino di presunzione per i risultati conseguiti a Praga. I problemi del friulano ci sembrano tuttavia di altra origine: l'infortunio che ne ha bruscamente ridimensionato i programmi invernali era tale da aver compromesso anche la successiva ripresa. Ortis, tempra assai vigorosa ed apparentemente solidissima, ha invece vissuto una grossa crisi, soffrendo per i traguardi che si vedeva preclusi (ed il grosso lavoro svolto fino a quel momento che andava in fumo), ma soprattutto ha perso l'illimitata fiducia che aveva nel proprio fisico che mai prima lo aveva «tradito-. Così l'Ortis attuale, come lui stesso spiega mostrandosi sulla via giusta per ritrovare il miglior equilibrio, ha soprattutto bisogno di finire le gare cui partecipa, indipendentemente dal piazzamento finale. «81 vince, si perde: l'importante è arrivare al traguardo. Non è mai positivo fermarsi» dice convinto Venanzio. C'è da credergli, dandogli fiducia — a lui, al suo allenatore, ai medici che lo hanno in cura — e ritenendo che sia davvero la più valida la linea del •recupero correndo*. Differente il discorso per Fava. Franco, sempre generosissimo, non riesce a tornare ad essere quello di due anni fa: lui stesso si rende conto che il suo fisico gli nega qualcosa, che i tempi non sono quelli che vorrebbe, specie quando allunga la distanza. E forse allora dovrebbe fare un serio pensierino di ritornare a gare più brevi, magari a quegli stessi tremila siepi di cui è tuttora primatista italiano. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Polonia, Praga, Torino