I missili invulnerabili all'atomica

I missili invulnerabili all'atomica Costeranno trenta miliardi di dollari gli MX, ultima arma americana I missili invulnerabili all'atomica La decisione di Carter di autorizzare la produzione del nuovo missile intercontinentale mobile «MX», a qualche giorno dal vertice di Vienna con Breznev, è chiaramente più politica che tecnica. In realtà il sistema definitivo di lancio del missile, un colosso da 95 tonnellate, non sarà ufficialmente annunciato che fra qualche tempo, dopo che il presidente avrà consultato gli esponenti dei quattro Stati che ospiteranno le nuove basi mobili di lancio, cioè il Nuovo Messico, l'Arizona, l'Utah e il Nevada. I militari del Pentagono hanno però già fatto sapere quale sarà grosso modo il sistema prescelto fra una decina di quelli studiati per garantire all'«MX» la massima mobilità e invulnerabilità contro un'eventuale salva atomica dei missili ultrapesanti sovietici I sistemi considerati andavano dal nascondere i missili in gallerie sotterranee corazzate lunghe 20-30 chilometri, facendoli scorrere su rotaie al di sotto di un gran numero di possibili buchi di lancio, al trasportare i missili su auto carri continuamente circolanti su strada, oppure su mezzi cingolati percorrenti l'aperta campagna, o anche su vagoni ferroviari. Si era anche pensato di mettere i missili su piattaforme fluviali in movimento, oppure di farli circolare in reti di canali e di stagni, nascondendoli sott'acqua, e infine di installarli sul fondo dei laghi Un ultimo sistema favorito dall'aviazione, ma estremamente costoso (oltre 40 miliardi di dollari) sarebbe stato di installare l'«MX» a bordo di un certo numero di «Boeing 747» modificati, tenendoli continuamente in volo, come i «B 52» del SAC, il comando aereo strategico, negli Anni 50-60. In questo modo si avrebbe avuto però il vantaggio, soprattutto nei riguardi dei sovietici che il numero di aerei e di missili sarebbe stato facilmente verificabile da entrambe le parti e quindi si sarebbero evitati i rischi di destabilizzare l'equilibrio strategico tra le due superpotenze. Tenendo conto degli enormi costi e deiproblemi ecologici i generali del Pentagono si sarebbero ora pronunciati per un sistema di postazioni orizzontali rinforzate o blindate e disperse su una vasta area comprendente appunto i quattro Stali americani citati Tali postazioni, costruite in modo da resistere ad un'esplosione atomica media, dovreb¬ bero essere 8-9 mila, collegate tra loro da tunnel trincerati in cui i missili si muoverebbero su rotaie mettendoci in media trenta minuti tra i due punti di lancio più vicini / tunnel non sarebbero corazzati (ciò costerebbe una somma enorme) ma sarebbero o a cielo aperto o apribill per permettere ai russi di verificare l'effettivo numero dei missili sulle rampe di lancio, a termini degli accordi Salt 2. Il costo totale stimato dell'intero sistema, la cui entrata in funzione è prevista per il 1989, dovrebbe essere di 30-32 miliardi di dollari per 200 missili intercontinentali «MX», contenenti ognuno non più di dieci testate atomiche. Cosi gli americani supererebbero il problema della vulnerabilità delle loro attuali rampe fisse di missili «Minutemen», che si prevede sia totale nei confronti di un attacco di sorpresa sovietico verso il 1985. Tuttavia restano grossi interrogativi in primo luogo sull'effettiva verificabilità di questo sistema da parte dei satelliti artificiali e sulla conseguente possibilità di accor¬ darsi in modo credibile con i sovietici su questo problema assai delicato, soprattutto qualora anch'essi installino un sistema analogo di missili mobili in Asia Centrale o in Siberia. Sergio A. Rossi

Persone citate: Breznev

Luoghi citati: Arizona, Asia Centrale, Nevada, Siberia, Utah, Vienna