La Polonia dopo Wojtyla di Frane Barbieri

La Polonia dopo Wojtyla Gambiera qualcosa? La Polonia dopo Wojtyla i i DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VARSAVIA — Dopo 11 travolgente pellegrinaggio di Papa Wojtyla la Polonia ritornerà ad essere come era prima del suo arrivo? Risulta impresa alquanto difficile fare un bilancio o azzardare previsioni politiche su una missione di tale trascendenza. Diventa un po' come pretendere di definire se gli angeli siano di destra o di sinistra. Questa volta, tuttavia, è stato lo stesso Papa a facilitare il compito, dando a molti dei ventisette discorsi, quanti ne ha pronunciati, un taglio schiettamente politico tanto che i politici di professione e di posizione, presi alla sprovvista, sono finiti con 11 preferire, politicamente, il silenzio. Nei primi giudizi quasi inevitabilmente si intrecciano la vaticanologia e la cremlinologia. Una più imperscrutabile dell'altra. Il Papa ha scelto proprio un Paese comunista per lanciare una sua visione ecumenica, la quale aveva acquistato man mano, da un'omelia all'altra, i contorni di una vera e propria rivoluzione religiosa atta ad assorbire anche quelle sociali, culturali e nazionali Essendo poi il luogo del pellegrinaggio, seppure comunista per struttura, il Paese più fervidamente cattolico del mondo e in più la madre patria del Papa, Wojtyla vi ha stabilito il centro redentore della sua «rivoluzione». Come mi dice un alto intellettuale del partito governativo: «Fa della Polonia il Cristo del mondo moderno». Vede forse anche a Cracovia o a Czestochowa, e non a Strasburgo o a Bruxelles, il centro della futura Europa. A parte le visioni trascendentali, le quali facevano lievitare difficile dire se più la fede o il nazionalismo fra le masse che dappertutto lo seguivano, l'effetto più concreto e immediato va cercato nell'incontro-scontro fra il capo della Chiesa universale e il mondo socialista. Nel tono e nella perentorietà del suo comportamento Wojtyla sembrava raccogliere non soltanto l'autorità pontificia del Vaticano, ma anche l'eredità della dinastia della Piasi, più antica della Polonia («E'stata la gerarchia ecclesiastica a salvare lungo la storia la nazione anche quando era divisa e quando non aveva uno Stato»). Tuttavia, nei risvolti dei suoi ultimi discorsi la sua si è rivelata una regalità dialogante, anche se con notevole distacco, appunto regale. Pur arrivando cosi vicino Wojtyla si avvia all'incontro con il potere socialista da posizioni lontanissime. Impostando il pellegrinaggio come un plebiscito ha reso la misura in cui la Chiesa rappresenta la Nazione. Forte degli entusiasmi suscitati, fra non meno di otto milioni di polacchi che sono convenuti da tutte le parti per incontrarlo, negli ultimi discorsi ha adombrato la possibilità di trasferire una parte del suo carisma sul governo e anzitutto su Gierek. E' pronto Frane Barbieri (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Persone citate: Gierek, Papa Wojtyla, Wojtyla

Luoghi citati: Bruxelles, Cracovia, Europa, Polonia, Strasburgo, Varsavia