Ossola: ridurre i vincoli valutari per mantenere stabilità alla lira di Natale Gilio

Ossola: ridurre i vincoli valutari per mantenere stabilità alla lira Ossola: ridurre i vincoli valutari per mantenere stabilità alla lira Occorre allentare le pressioni al rialzo - Riserve per oltre 14 miliardi di dollari ROMA — Lo Sme, il nuovo Sistema monetario europeo nato all'insegna della rinnovata solidarietà dell'Europa, mostra crepe preoccupanti ad appena 90 giorni dal suo avvio; la crisi energetica e il riaccendersi violento dell'inflazione hanno fatto riesplodere gli «egoismi nazionali»; dense ombre, come ha detto recentemente il governatore della Banca d'Italia, «gravano sul futuro». La posizione dell'Italia in questo contesto appare delicata, essendo le sue possibilità di uscire dalla crisi legate in gran parte all'andamento dell'economia mondiale. Per avere un quadro della situazione, ci siamo rivolti a Rinaldo Ossola. Dottor Ossola, lo Sme ha cominciato a scricchiolare: il campanello di allarme per le monete deboli ha suonato ripetutamente per il franco belga, la corona danese e adesso sembra debba suonare anche per il fiorino olandese. In questa situazione, quali ripercussioni possono aversi per la lira? «Intanto io non guarderei troppo alle cosiddette monete deviami. Purtroppo, è il Sistema monetario nel suo insieme che non sta funzionando come dovrebbe. La debolezza di alcuni è il riflesso delle politiche di cambio adottate da altri (mi riferisco principalmente alla Germania Occidentale) per fini di stabilizzazione monetaria interna. La dimostrazione si ritrova in quanto accade nel Belgio: in queste ultime settimane, la Banca nazionale belga ha aumentato del 2% il tasso ufficiale di sconto e la divergenza del franco dalle altre monete europee invece di diminuire è aumentata. La spiegazione è in ciò che le dicevo: le tensioni all'interno dello Sme sono dovute all'assenza di una politica comunitaria in più settori, particolarmente nei confronti del dollaro». Le cause, quindi, delle attuali tensioni sono essenzialmente da ricercarsi negli apprezzamenti del dollaro? «Si, ma attenzione a non confondere un problema con l'altro. La ripresa del dollaro dai livelli troppo bassi del passato se da una parte ha consentito agli Stati Uniti di ripagare tutti i debiti fatti per sostenere la loro divisa, dall'altro ha generato preoccupazioni per il maggior costo delle importazioni che ne deriva. In particolare, la Germania Occidentale, che assegna la massima priorità alla lotta all'inflazione, punta ad una politica monetaria non espansiva e ad un tasso di cambio tendenzialmente al rialzo». Significa che la Germania pensa ai fatti di casa propria. La lira in questo contesto come si colloca? «La nostra moneta sta an¬ dando forse troppo bene, anche per motivi stagionali, essendosi apprezzata mediamente di circa il 2% rispetto alle altre divise europee, con un afflusso crescente nelle riserve valutarie ohe attualmente superano i 14 miliardi di dollari». Allora è giusta la tesi di alcuni secondo cui bisognerebbe rivalutare la lira, anche in funzione antinflazionistica come (a la Germania? «Per niente. Una rivalutazione non sarebbe affatto opportuna. Il governatore nelle "considerazioni finali" si è limitato ad accennare a questa ipotesi nel contesto di un insieme coordinato di misure di politica economica, non certo attuabili nel breve termine, n rincaro del petrolio, che colpi- sce l'Italia più di ogni altro paese Cee, e il rinnovo dei contratti di lavoro rendono impraticabile una politica di cambio forte che colpirebbe inevitabilmente la nostra competitività e la crescita delle esportazioni. Ciò che preoccupa, invece, è l'eccessivo afflusso di valuta per i suoi effetti sulla liquidità interna, sul cambio della lira, ecc. A me sembra, allora, che non si deve pensare tanto ad una rivalutazione, quanto ad un consistente alleggerimento dei vincoli valutari in essere». Cioè, se ho ben capito, non far crescere ancora il volume di riserve, eliminando del tutto l'impalcatura di controlli posti a protezione della nostra moneta? •Si, almeno in parte. Alcuni di questi vincoli, come è noto, sono già stati eliminati o ridotti. Ora, bisognerebbe agire con decisione per rendere più aperti i rapporti commerciali e finanziari con l'estero. Questa tesi, anche se pochi se ne sono accorti, l'ha sostenuta il governatore Baffi». In concreto, cosa andrebbe fatto? «Ad esempio, si potrebbero allungare i termini di pagamento per le importazioni e le esportazioni: ampliare il numero delle operazioni da fare senza formalità valutarie» Non sarebbe il caso di ampliare anche l'assegnazione di valuta per il turismo e di ridurre il deposito obbligato rio e infruttifero del 50 per cento per gli investimenti italiani all'estero? «Sono d'accordo per il primo punto, ma non per il se condo. Per il turismo, l'assegnazione massima di 750 mila lire è ferma dal '77. Se teniamo conto dell'inflazione, è chiaro che potrebbe portarsi almeno ad un milione. Però, più che ad un aumento del plafond annuale, penserei ad un limite per ogni singolo viaggio. Sarebbe utile ai citta* dini. ma anche agli organi valutali che potrebbero concentrare la loro attenzione su controlli più utili alla collettività. Per quanto riguarda la riduzione del deposito per gli investimenti all'estero, sono contrario perché potrebbe procurare una .forte fuoriuscita di capitali». Natale Gilio

Persone citate: Baffi, Dottor Ossola, Rinaldo Ossola