Gli «autonomi» padovani saranno messi in libertà? di Giuliano Marchesini

Gli «autonomi» padovani saranno messi in libertà? Continua l'inchiesta con l'interrogatorio dei testi Gli «autonomi» padovani saranno messi in libertà? Sulla richiesta dei difensori sta per decidere il p.m. Calogero DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA — L'inchiesta sui leader di Autonomia è ancora in una fase «fluida». Lo conferma, in sostanza, il capo dell'Ufficio Istruzione del tribunale di Padova, Giovanni Palombarini, che riprende il colloquio con i giornalisti dopo una pausa di una ventina di giorni. Un breve incontro — avverte il magistrato padovano per dire una cosa: la situazione è del tutto interlocutoria, come forse avrete immaginato. L'andamento dell'istruttoria, in questo momento, non è definito. E nell'ascoltare testimoni, nell'esaminare incartamenti nascono nuove esigenze». Come dire che i magistrati cui è affidata la parte d'indagine «padovana» hanno ancora parecchio da fare, prima di giungere a tracciare un bilancio di questa inchiesta. «S'impongono —ribadisce il giudice istruttore — aggiornamenti sulla base delle risultanze degli atti fin qui compiuti». Sono stati a Padova anche magistrati genovesi, ancora prima dell'arresto di Moroni, per prendere in esame una serie di documenti. L'attesa dei risultati dell'inchiesta si fa lunga, certi interrogativi si trascinano da oltre due mesi. «Mi rendo conto — dice Palombarini — che la stampa ha bisogno d'informazioni precise. Quello che posso dichiarare è che i giudici si sono dedicati a tutta una serie di accertamenti». Il magistrato aggiunge che «sono state attivate indagini di vario genere»: ma a questo punto si erge la barriera del riserbo, il giudice non chiarisce di quali indagini si sia trattato. L'istruttoria sugli esponenti dell'Autonomia, dunque, resta senza contorni precisi. Quel che sembra definito, per il momento, è il programma dei tre magistrati dell'Ufficio Istruzione di Padova. Entro pochi giorni dovrebbe essere completata la raccolta delle testimonianze (finora sono stati ascoltati 25 testi). «Per quanto riguarda le scadenze —dice Palombarini —pensiamo di andare a Roma la prossima settimana: si tratterà prima di tutto di vedere dei documenti che qui non abbiamo, poi d'incontrarci con i colleghi romani che stanno occupandosi dell'altro troncone dell'inchiesta, di acquisire i verbali d'interrogatorio di Toni Negri e dì altri imputati naturalmente per la parte che interessa la nostra indagine». Il piano dell'istruttoria prevede anche una nuova «tornata» d'interrogatori, cui dovrebbero essere sottoposti gli otto imputati rinchiusi nelle carceri del Veneto. «Qualcuno — precisa il capo dell'Ufficio Istruzione padovano — ha già chiesto di essere sentito nuovamente». Intanto, va allargandosi ia rete delle inchieste, delle operazioni di polizia in diverse, zone d'Italia. A Palombarini' viene chiesto se vi possa esse¬ re qualche collegamento tra l'istruttoria di Padova e le Indagini che si stanno svolgendo a Roma ed in altre città. «Questa — risponde il giudice — sarà una delle cose che chiederemo ai colleghi romani Devo precisare, però, che finora non s'è riscontrato alcun legame tra la nostra inchiesta e quelle che si sono sviluppate recentemente. Comunque, vedremo». , I legali degli arrestati, intanto, attendono che la magistratura padovana dia una ri- srlpcrbtaaqlIvt sposta alle istanze di scarcerazione. «Ritengo — dice Palombarini — che stamane il pubblico ministero Calogero ci faccia pervenire il suo parere in proposito». E' molto probabile, comunque, che il sostituto procuratore si opponga alla concessione della libertà al gruppo d'imputati. Dopo questo adempimento formale, la decisione spetta all'Ufficio Istruzione: Palombarini prevede che la risposta arrivi entro la fine di questo mese. Nel lento procedere dell'inchiesta, c'è un pesante interrogativo da sciogliere sugli autonomi in carcere: durante il secondo degli incontri con i giornalisti, il pubblico ministero Calogero ha espresso l'opinione secondo la quale Autonomia organizzata sarebbe un «partito» con ramificazioni in tutto il territorio nazionale. Che ne dice, a questo punto, il capo dell'Ufficio Istruzione di Padova? «Noi stiamo lavorando — risponde Palombarini — su questa ipotesi: si tratta di verificare se vi sia qualche corrispondenza con la realtà. Indaghiamo su una struttura organizzativa che secondo l'accusa ha dei contenuti criminosi». Giuliano Marchesini

Persone citate: Giovanni Palombarini, Palombarini, Toni Negri