I tre di Genova denunciati anche per omicidi a Torino

I tre di Genova denunciati anche per omicidi a Torino I tre di Genova denunciati anche per omicidi a Torino Angela Rossi, Ricci ed Emmanuello sono stati arrestati per una serie di rapine - Ora la Digos sospetta siano coinvolti nel delitto Croce DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA —Nella tarda serata di ieri la Digos di Genova ha reso noto di aver denunciato 1 tre arrestati — Angela Rossi, Franco Ricci e Nunzio Emmanuello — per «partecipazione a banda armata» e per «omicidi a Torino» e per «tentati omicidi a Torino e a Genova». Il capo della Digos ligure, Minerva, ha precisato: «Disponiamo di elementi e di documenti tali da " incastrare" U\ tre per tutte le accuse che abbiamo loro formulato». E ha aggiunto che le «prove» non si riferiscono alle perizie balistiche sulle armi, ma piuttosto a qualcosa di «molto preciso» che sarebbe stato trovato nel «covo» di Borgoratti. S'è appreso Inoltre che la macchina per scrivere trovata nel «covo mobile» di Torino sarebbe stata impiegata forse per redigere il messaggio delle Br con cui venne rivendicato il ferimento del presidente degli industriali di Genova, Felice Schiavetti. Per quel che riguarda gli' omicidi di Torino, tutto lascia supporre che si tratti dell'assassinio di Fulvio Croce. Meno probabile, sulla base d'una indiscrezione trapelata in questura, invece che ci si riferisca all'uccisione del vicedirettore de La Stampa, Carlo Casalegno. Sono frattanto proseguiti per tutta la giornata di ieri gli interrogatori in carcere, a Genova, della Rossi, di Ricci e di Emmanuello, i tre presunti brigatisti rossi arrestati tre giorni fa nel capoluogo ligure, con l'accusa di aver compiuto una decina di rapine per fi-nanziare il movimento ever'-sivo. Le indagini della magistratura sono affidate al sostituto procuratore Michele Marchesiello. Il magistrato, che mantiene sulla vicenda il più stretto riserbo, ha però affer-mato di aver contestato per il momento ai tre imputati soltanto 1 cosiddetti reati comuni, vale a dire le responsabilità nelle diverse rapine e tutti gli illeciti (violenze a persone, sequestri, detenzione di armi, ecc.) ad esse connessi. La Digos, tuttavia, secondo i magistrati, sopravvaluterebbe l'importanza della scoperta del «covo» di Borgoratti e il ruolo svolto dai tre imputati all'interno del movimento delle Brigate rosse. Comunque alcuni punti sono, per il momento, certi. L'elemento «politicizza.to» dei tre era certamente Angela Rossi. La donna aveva subito un grave choc in seguito alla vicenda del fratello, Mario Rossi, capo della banda del XXII ottobre attualmente all'ergastolo per le rapine, i sequestri e soprattutto per l'assassinio del fattorino delle case popolariAlessandro Floris. Angela Rossi aveva lasciato il marito e i figli e s'era messa a frequentare gli ambienti della sinistra extraparlamentare. A un certo punto aveva conosciuto Franco Ricci, un detenuto di Porto Azzurro, condannato a dieci anni di reclu-sione e latitante. Ricci viene descritto come un «duro», un possibile uomo d'azione che si è ideologizzato, dopo l'incontro con la Rossi, anche se sulla base di quanto è stato sequestrato nel «covo» sembra che le sue letture abituali fossero i fumetti western e 1 fotoromanzi «neri». Nunzio Emmanuello, invece, appare sulla base delle prime indagini come il meno importante, fra 1 tre: sarebbe stato ingaggiato, attratto dai facili guadagni realizzati con le rapine e perché, essendo l'unico sconosciuto ed incensurato, poteva benissimo prendere in affitto locali, senza destare sospetti. I tre, comunque, non si erano dichiarati «prigionieri politici» e pur «non collaborando», come ha ammesso il magistrato, nell'interrogatorio si sarebbero sino a ora comportati come normali imputati. Potrebbe essere una tattica difensiva più avveduta, rispetto ad altri casi. Oppure i tre genovesi svolgevano un ruolo «secondario» limitandosi a fornire una «base», un «asilo» ai brigatisti che si trovavano «di passaggio» a Genova? Qual era il vero «peso» della Rossi in tutta la vicenda? E come mal il movimento eversivo, in genere (quantomeno in passato) cosi attento nel servirsi di personaggi sconosciuti, avrebbe impiegato la Rossi, molto conosciuta e controllata, anche per compiti di collegamento di indubbia delicatezza? Gli aspetti da chiarire in tutta la vicenda sono in sostanza due: intanto Angela Rossi dovrà spiegare perché nel «covo mobile» di Torino è stato trovato un documento d'identità falso con la sua foto; in secondo luogo molte incognite saranno chiarite quando i periti balistici —l'incarico a Genova toccherà all'ormai collaudato tecnico Luciano Cavenago — eseguiranno tutti gli esami sulle quattro pistole «sospette». Si ritiene, come si è già detto, che queste armi e i relativi silenziatori siano stati Impiegati per tre attentati genovesi (Prandi, Sibilla e Bruno) e per quattro attentati avvenuti a Torino (uno dei quali potrebbe essere l'agguato mortale •teso al presidente dell'Ordine degli avvocati, Fulvio Croce). p.l.