Ostia: proibito Boccaccio

Ostia: proibito Boccaccio La Sovrintendenza rifiuta uno spettacolo dell'estate Ostia: proibito Boccaccio ROMA — Che succede adii Ostia antica? E' rinata censura catoniana? Questa fatti: il Teatro di Roma, cheda due anni cura la stagione] estiva del teatro romano di Ostia antica, sottopone il cartellone all'approvazione della Sovrintendenza agli] Scavi. Può sembrare assur-i do, ma è obbligato a farlo, è, infatti la Sovrintendenza .che ha la competenza, esclusiva e decisionale in tema dell'uso e dell'ospitalìtà\ di questo ambiente», come, leggiamo in un comunicato' emesso ieri dall'ente teatrale romano. Presa visione del cartello- ' ne, il sovrintendente, nella persona della professoressa Valnea Santamaria Scrinali, esprime parere sfavore-, vote all'inclusione de La XII giornata del Decameron, un copione di Fabio Doplicher, dal grande libro del Boccaccio, per la regia di Roberto Guicciardini, nell'interpretazione del Gruppo della Rocca. Quali le motivazioni? Di carattere moralistico? Pare proprio di no. La signora, ci assicurano, è persona aperta e del resto nello stesso cartellone c'è una Mandragola proposta da Carlo Cec- \ chi, che non ne'farà certo") uno spettacolo per edu-\ cande: Il rifiuto sembra poggiare ! su ragioni, diciamo così, stilistiche. La sovrintendente avrebbe assistito, proprio nel suo teatro, due estati fa, al Lazarillo de Tormes di Giorgio Celli, allestito dallo stesso Gruppo della Rocca. Lo spettacolo le parve improntato a una cifra .clow¬ nesca»: e sulla base'di quel ricordo ha opinato che il progettato Decameron mal si sarebbe adattato all'ambiente. Ha deciso per il no, punto e basta. Se le cose stanno così, viene da chiedersi: è possibile che nel 1979 si continui a considerare lo spazio teatrale un luogo privilegiato, un recinto sacrale, da proteggere in nome di chissà quali rigorismi estetizzanti? \Se così fosse, al teatro Carignano sì dovrebbero rappresentare soltanto Goldoni o Alfieri, e all'Olimpico di Vicerna, che è quel gioiello vpalladiano che tutti sanno. \solo tragedie del Trissino o ' del Giraldi Cinzio. Il miglior modo di tutelare i teatri greci e romani è di aprirli alle più disparate esperienze contemporanee. Nella loro essenzialità queste antiche cavee esprimono una idea di bellezza che nessuna supposta intrusione, nessuna pretesa dissonanza può ledere. Se ne convinca il sovrintendente di Ostia. Alla Basilica di Massenzio cantano gli Inti immani, si proiettano film: e l'ambiente pare a tutti ancora più affascinante. Guido Davico Bonino nrpsbpnccuq\SgsAvp\

Luoghi citati: Roma, Trissino