Cristina sepolta nella discarica siamo soddisfatti, un bel lavoro

Cristina sepolta nella discarica siamo soddisfatti, un bel lavoro Così scriveva nel suo diario Libero Ballinari Cristina sepolta nella discarica siamo soddisfatti, un bel lavoro TORINO — Tredicesima udienza, la parola alla pubblica accusa; eccoci al secondo tempo di questo processo che vede alla sbarra gli uccisori di Cristina Mazzotti. Non tutti, gli imputati, per ragione già dette, sono presenti, ma in questi giorni si è aggiunto al gruppo Gianni Geroldi e tra il pubblico è presente a piede libero il riciclatore Russello. La requisitoria del sostituto procuratore generale Buscaglino Strambio parte da lontano, ridisegna la mappa di quella Brianza un tempo felice ed ora baricentro di torbidi misfatti. A volute concentriche il discorso passa al gruppo selvaggio che sta davanti ai giudici, nomi che appaiono e scompaiono per riaffacciarsi nuovamente in più storie maledette, in altri sequestri, in altri delitti. L'accenno coglie nel segno quando il p.g. pronuncia il nome di Achille Gaetano, il tramite tra le cosche settentrionali e le menti che tramano al Sud. Gaetano sobbalza e fa sapere di esser stato prosciolto dai sospetti. Ma quest'uomo si inalbera spesso quando lo sfiorano pagliuzze e incassa con disinvoltura quando l'investono cumuli di verità sacrosante. Gli altri invece ascoltano indifferenti. C'è solo il macellaio Menzaghi che ogni tanto sorride, parlotta col vicino di panca, si volta e ammicca ad Antonino Giacobbe il «patrono» insondabile sul quale i raggelanti scrosci d'accusa passano senza lasciare segno. Buscaglino Strambio, implacabile, ripercorre il canovaccio già tracciato a segmenti dalle parti civili. E riaffiora nuovamente il mosaico dei nomi e dei ruoli, il diagramma delle sevizie inferte all'ostaggio, l'indifferenza con la quale la banda prende atto che Cristina è morta. Raccogliere, subito dopo le borse contenenti il riscatto, scavare la fossa nella discarica del Varallino, dividere le briciole del miliardo pagato invano dai Mazzotti sono normali gesti e nient'altro. Non a caso Buscaglino Strambio ha più volte pronunciato la parola «crudeltà» e mai come per questi imputati essa suona a proposito abbinata ad un'altra: cinismo. C'è nel racconto dell'assente Libero Ballinari (detenuto in Svizzera) consegnato in un libro-confessione la conferma delle parole della pubblica accusa. Pensate: Cristina è morta, Ballinari, Giuliano Angelini, Gianni Geroldi caricano il cadavere su un'auto e vanno verso la discarica. Ballinari scava tra 1 rifiuti. Scrive: "Gli altri due nel frattempo hanno spogliato il corpo di Cristina. Tutti assieme la prendiamo per le gambe e le braccia e attraversiamo la strada. Arrivati ai sacchi di immondizia fresca, inciampiamo. La salma ci sfugge e prende a rotolare sino a fermarsi, neanche a farlo apposta, nel luogo da me prescelto quale sua fissa dimora». Più avanti: «7/ corpo di Cristina è. andato a finire direttamente nella conca. Un ceppo forma con le radici verso l'alto una specie di forcella. Il collo di Cristina è andato proprio ad incastrarsi nella "v" della radice. Provo a disincagliare la testa, ma non ci riesco. La mia vera e unica preoccupazione è di occultare bene il cadavere e quella testa rimasta troppo in alto mi dà fastidio-. Geroldi e Angelini fanno attenzione a dove mettono i piedi «per non sporcarsi». Tutti e tre coprono il cadavere coi rifiuti. -Finalmente siamo soddisfatti. Ecco di che pasta è fatta questa gènte che mugugna se la si nomina invano. Tutti uguali, difficile scegliere il peggiore, osserva la pubblica accusa: «Tutti responsabili allo stesso modo. Di omicidio derivato dal sequestro. Ornici dio volontario e non colposo» Oggi Buscaglino Strambio conclude con le richieste: vi sta la piega del discorso fatto ieri, è facile pronosticare che egli chiederà la conferma della sentenza di Novara coi suoi otto ergastoli e pene per un secolo e mezzo di galera. Pier Paolo Benedetto

Luoghi citati: Novara, Svizzera, Torino