Il Nord-Est italiano offre meloni con le stelle alpine di Alfredo Venturi

Il Nord-Est italiano offre meloni con le stelle alpine (22^^231 ' EUROPA Tredici liste per quindici seggi Il Nord-Est italiano offre meloni con le stelle alpine Sette milioni e mezzo di elettori alle urne - La circoscrizione rappresenta un'area politica differenziata: Veneto cattolico, minoranze etniche, Emilia comunista DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Sette milioni e mezzo gli elettori, quindici i seggi in palio, tredici le liste in concorrenza nella circoscrizione Nord-Est. Comprende le tre Venezie e l'Emilia-Romagna: un'area estremamente differenziata, e non soltanto dal punto di vista elettorale, che va da Bolzano a Rimini, da Piacenza a Trieste. Contiene due massicce concentrazioni di opinione, la democristiana nel Veneto interno e la comunista nella media Emilia; e ai margini minoranze etnico-linguistiche, tedeschi e sloveni, e luoghi di ribellismo politico ormai cronico: i «meloni» triestini. Tredici le liste, perché oltre alle dodici nazionali c'è l'altoatesina che al garofano socialista, alla rosa radicale, all'edera repubblicana affianca un quarto simbolo vegetale, la stella alpina della Sudtiroler Volkspartei. Il capolista svp, Joachim Doldass, ha il seggio garantito a Strasburgo. La sua elezione è sicura, grazie ad un accordo svp-dc. Basterà che gli altoatesini diano almeno cinquantamila voti alla loro stella alpina (non ci sono problemi, domenica scorsa hanno passato i duecentomila) per far scattare l'accordo: pur lontano dal quoziente pieno di circa 450 mila voti, Doldass prenderà il posto dell'ultimo fra gli eletti de nella circoscrizione. Movimento Friuli e Unione Slovena sono invece in lista sotto il simbolo valdostano del leone rampante. Il candidato friulano è il geologo-esploratoree Ardito Desio. Anche il Partito Popolare Trentino tirolese è entrato nel cartello dell'Union Valdòtaine, con Domenico Fedel. Avrebbero voluto entrarci anche gli autonomisti triestini, col sostanzioso apporto dei loro sessantamila voti: ma un'immediata protesta degli sloveni bloccò sul nascere l'operazione. Cosi i «meloni» si sono divisi fra altre liste: Gianni Oiuricin è in corsa con i radicali, Manlio Cecovini con 1 liberali. E a Trieste si segue con interesse questa specie di referendum interno dei «meloni». Le liste hanno anch'esse caratteristiche «nazionali». La de presenta in testa Piccoli, Rumor, Bersani. Il pei punta sul prestigio personale di Nilde Jotti. I socialisti su Gaetano Arfè e Carlo Ripa di Mcana. Il psdl su Flavio Orlandi. Il pr, come altrove, su Sciascia, Pannella, l'ex comunista Tessari. I liberali affiancano al nome del capolista Bettiza quello di Agostino Bignardi. I repubblicani presentanno Battaglia e Cifarell). I maggiori partiti hanno in lista candidati indipendenti. Per la de Marcello Modiano, imprenditore triestino, vicepresidente della Confindustria dove dirige il Comitato per la piccola impresa. «A Strasburgo — dice Modiano — si parlerà soprattutto dì economia. E' vero che i poteri del Parlamento europeo sono consultivi, ma vi è un potenziale di peso politico che dovrà essere intelligentemente utilizzato. Sui temi dell'economia, sui problemi dell'energia, dell'occupazione, della ristrutturazione industriale, della politica regionale il Parlamento europeo potrà esercitare una funzione di stimolo e di controllo: Fabrizia Baduel fa parte, come indipendente, della lista pei. Presidente del comitato economico e sociale, organo consultivo della commissione Cee, proviene da! mondo sindacale. Illustra nelle piazze emiliane e venete il programma comunista per l'Europa: « Una modifica profonda della politica agricola comunitaria, una politica economica che assicuri insieme stabilità e crescita, una politica industriale correlata ai temi dell'ambiente, dell'energia, della manodopera: Nei comizi la Baduel insiste sulla concretezza del tema europeo: «Vedete guanto pesano i problemi degli altri, qui non c'è disoccupazione, non ci sono gravi problemi sociali, ma il Mezzogiorno è anche problema nostro, un'interdipendenza che va ben oltre le frontiere nazionalU. -L'Europa non è soltanto Bach e Dante», dice Jacopo Di Cocco. Candidato repubblicano per Strasburgo, è uno dei dirigenti del movimento federalista in Emilia. Insegna contabilità nazionale all'Università di Bologna. Confida nel -ruolo costituente» del Parlamento europeo, nel suo •rafforzamento graduale ver¬ so l'unità politica». L'Europa, dunque, non è soltanto fatto culturale: -E' anche il nostro modo di pagare le tasse, la nostra organizzazione dei prezzi alimentari». Nei comizi, dice, è facile constatarlo: L'idea che l'Europa incide sulla vita quotidiana è abbastanza assente». Trova che il Parlamento di Strasburgo -avrà successo se farà nascere forze politiche europee». Non per riunione di apparati, che altrimenti si arriverebbe alle «correnti» nazionali, ma in virtù di un'evoluzione verso lo schema anglosassoone dei «partiti di elettori». «7/ gruppo parlamentare — dice Di Cocco — deve avere la capacità di diventare il comitato centrale del partito europeo». Alfredo Venturi