Arcane radici di terrorismo di Carlo Tullio Altan

Arcane radici di terrorismo NUOVI RIBELLI E UTOPIE Arcane radici di terrorismo Un fatto riguardante le attuali vicende italiane ha attirato sempre di più l'attenzione degli osservatori e sollevato dubbi e perplessità: l'alto numero di persone di originaria formazione culturale cattolica, fra i capi e gli ispiratori del movimento eversivo armato di «sinistra», e la diffusione particolare di questo movimento in zone di antica e rigida tradizione cattolica, come le province venete di Padova e di Vicenza. Un dato conferma l'altro, e riduce le probabilità che si tratti di una pura coincidenza casuale. E' chiaro che questo sollecita chi riflette su queste cose a proporre alcune ipotesi di spiegazione. Innanzitutto è assurdo pensare ad una connessione diretta fra etica cristiana e fenomeni eversivi violenti. Il messaggio evangelico è sotto questo profilo molto chiaro e l'episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio non basta di certo a porre in secondo piano la proposta di Cristo di offrire a chi ti offende l'altra guancia. Il fenomeno non è spiegabile nemmeno tenendo conto di un'eventuale mediazione istituzionale fra pensiero ed azione, come potrebbe essere quella rappresentata dalla Chiesa. Il tempo delle Crociate e quello dell'Inquisizione sono lontani, e molte cose sono cambiate da allora sotto il sole, anche per quanto riguarda l'organismo storico politico della Chiesa di Roma. Una migliore ipotesi esplicativa può essere formulata in termini antropologici, guardando al tipo di personalità che predomina negli ambienti sociali nei quali prevale una tradizione pedagogica che è stata profondamente influenzata dalla morale controriformistica. In questi ambienti, in massima parte rurali e fortemente «parrocchiali», come lo sono quelli veneti, il processo educativo tende a formare una personalità che David Riesman chiamerebbe «diretta dalla tradizione», con forte tendenza ad accettare la soggezione ad un'autorità, alla quale si assegna un carattere sacrale, che esercita un'inevitabile azione di deresponsabilizzazione. Personalità apparentemente rigide e forti, ma nell'intimo estremamente fragili, perché la dipendenza da centri decisionali esterni le priva di un principio di guida personale di tipo secolarizzato, e cioè fondato sopra un'attività di scelta liberamente compiuta sulla base di criteri assai generali socialmente privilegiati. Un tipo di personalità quindi assai diverso da quello che lo stesso Riesman definì l'uomo «autodiretto», che situa in se medesimo il baricentro dei mutevoli equilibri da realizzare nella vita di ogni giorno, reagendovi in relativa autonomia. Quest'ultimo tipo umano, che con molta approssimazione corrisponde alla personalità laica formatasi attraverso la Riforma protestante e l'Illuminismo, nella società democratica matura, è in grado di attraversare, con molta maggiore capacità di resistenza alla disintegrazione, come un battello bene attrezzato, situazioni anche fortemente critiche, nelle quali le vecchie assise di valori, e le relative strutture istituzionali, appaiono messe a soqquadro dagli eventi. Il primo tipo di personalità invece non sopporta facilmente esperienze del genere e, privato dei supporti consueti, come è accaduto a molti studenti veneti scaraventati dalle loro parrocchie native nella bolgia dell'Ateneo patavino, agitato prima dai movimenti dei «neri» e poi dei pseudo marxisti rossi, tende a cedere di schianto. Taluni di questi giovani si sono rivolti a nuove strutture di rassicurazione, come accade per le nuove forme di integralismo cattolico di taglio terzomondista del tipo Comunione Liberazione, altri sfogano direttamente l'aggressività, prodotta dalla subitanea disperata solitudine e dal disorientamento esistenziale, proiettandola nell'azione violenta armata. Non vi è quindi un diretto legame fra Cristianesimo ed eversione. La morale cristiana, nella sua versione riformata, sta infatti, assieme alla filosofia dell'Illuminismo, alla base stessa delle personalità autodirette di tipo laico. Un diretto legame esiste invece fra gli ambienti tradizionali rurali, nei quali il paleocattolicesimo è in genere più forte e il processo di formazione di personalità assai vulnerabili di fronte ad esperienze di radicale trasformazione culturale e politica. tvcltnplcusldgsotsiespp E questo spiega come l'atteggiamento distruttivo dell'eversione armata si manifesti con maggiore intensità sia nella chiusa provincia rurale cattolica messa in crisi, come pure nei suburbi metropolitani, popolati da emigrati strappati ai1 loro tradizionali ambienti arcaici, che hanno conferito loro un tipo di personalità dotata di scarsa autonomia e. nonostante l'apparenza autoritaria e rigida, intimamente emotiva e fragile. Al di sotto di questi dinamismi di tipo psico-culturale, operano peraltro anche sollecitazioni storico-culturali più specifiche. A questo proposito il discorso appare ancora più ipotetico. Il ribellismo millenaristico è una forma di protesta esasperata che ha radici antiche nella storia religiosa della società italiana. E' ancora capace, questa forma, di offrire un modello attuale alla violenza disperata? Le vie attraverso le quali si trasmettono archetipi e comportamenti arcaici sono largamente sconosciute, e una risposta certa a questa domanda è impossibile. Ma vi è un interrogativo ancora più inquietante: quello dato dall'idea cristiana della morte, come episodio di una vicenda che trascende di gran lunga i limiti di un'esistenza individuale. Quest'idea fondamentale, assimilata con la prima educazione, sia pure rimossa in seguito, assieme al resto dell'ortodossia cattolica, da parte dei nuovi ribelli, in che misura opera ancor oggi nel loro profondo, allo stato latente, facilitando loro l'atto di sopprimere la vita altrui, inconsciamente concepita come qualcosa di irrilevante, sullo sfondo di un disegno delirante di eternità, come è quello che si assegna da parte loro a certe Utopie? Carlo Tullio Altan

Persone citate: David Riesman, Riesman

Luoghi citati: Padova, Vicenza