In Fiat licenzia cinque operai per gli incidenti a Mirafiori

In Fiat licenzia cinque operai per gli incidenti a Mirafiori Contro il provvedimento oggi due ore di sciopero In Fiat licenzia cinque operai per gli incidenti a Mirafiori Motivo: «Violenze ai capi reparto e alle cose» - Il sindacato torinese afferma: «I capi hanno spontaneamente partecipato al corteo» TORINO — La Fiat ha deciso ieri il «licenziamento in tronco» di cinque operai dello stabilimento di Mirafiori, in seguito agli incidenti accaduti durante lo sciopero di mercoledì. I cinque non hanno incarichi sindacali: due appartengono alla linea di montaggio della «131»; due alla «lastroferratura» e uno al reparto «verniciatura». I sindacalisti torinesi della Firn hanno immediatamente reagito. In un comunicato della «Quinta Lega» (dalla quale dipendono le strutture sindacali della Mirafiori) si definisce il provvedimento della Fiat «una vera scelta di brutalità di classe» e si annunciano le seguenti decisioni: uno sciopero di due ore per oggi in tutta la Mirafiori; «una petizione tra i capi per contestare i fatti denunciati dalla Fiat»; l'avvio della procedura sindacale, presso l'Associazione torinese degli industriali metalmeccanici, contro i licenziamenti; la convocazione di una conferenza stampa presso la «Quinta Lega» per oggi. I cinque sono stati licenziati con l'accusa di «violenze ai capi e alle cose». Infatti, l'azienda mercoledì aveva informato che alcune centinaia di operai avevano danneggiato le vetture esposte nell'atrio della palazzina degli impiegati e imposto ad un gruppo di capi di partecipare ad un corteo interno. Questi episodi ieri hanno determinato commenti e prese di posizione. L'on. Giorgio La Malfa ha dichiarato: «In nessun caso l'esercizio della libertà di sciopero può essere accompagnato da forme di sopraffazione e di costrizione. I repubblicani — ha proseguito —esprimono la loro solidarietà nei confronti dei quadri intermedi dell'azienda i quali spesso subiscono aggressioni e violenze che sono e debbono rimanere estranee allo spirito ed alle tradizioni del movimento sindacale in Italia». U segretario della Cgil, Luciano Lama, ha definito gli incidenti «elementi preoccupanti del tutto estranei al sindacato confederale» e la segreteria dt Ila Federazione unitaria (Cgil, Cisl, Uil) ha condannato quest; forme di contestazione. Anche il segretario generale 'tei metalmeccanici Uil, Vinct izo Mattina, ha definito «g 'vi» gli incidenti avvenuti i .-rcoledl alfa Mirafiori, aggii ?endo: «E' comprensibile i '■ avvengano tali momen tensione nelle fabbriche ido si allunga troppo lo se d contrattuale». Mat- Una ha rilasciato questa dichiarazione all'Ansa prima di mezzogiorno, quando non erano ancora noti i licenziamenti della Fiat, però si direbbe che a Roma li temessero. Infatti, il segretario della Uil ha aggiunto: «1 fenomeni di violenza non li condividiamo. Tuttavia riteniamo che siano da escludere misure punitive perché acutizzerebbero solo la tensione». Mercoledì sera i sindacalisti torinesi della «Quinta Lega» avevano affermato che «nel corteo sindacale non sono successi episodi di violenza» e si erano dissociati da «presunte violenze» fuori dalla manifestazione sindacale. Nel comunicato di ieri la «Quinta Lega» dice: mi licenziamenti sono stati effettuati per l'accusa di violenze ai capi e alle cose, mentre molti capi stessi hanno spontaneamente dichiarato di aver partecipato al corteo per loro scelta. Infatti — prosegue il testo sindacale — molti di essi dichiarano tutti i giorni, ad operai e delegati, l'intollerabilità della loro situazione nell'effettuare molte volte il "senza lavoro" (cioè le mandate a casa per mancanza di pezzi in seguito ad agitazioni) solo per ordini superiori: n comunicato della «Quinta Lega» afferma che i cinque licenziamenti sono •un fatto di repressione politica che avviene dopo la grande riuscita dello sciopero di Mirafiori (avvenuto ieri) dove migliaia di lavoratori hanno Sergio Devecchi (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Giorgio La Malfa, Luciano Lama, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino