Per il ciclismo felice rivalità

Per il ciclismo felice rivalità Per il ciclismo felice rivalità MILANO — Giuseppe Saronni ha vinto il sessanta-.dueslmo Giro d'Italia: tanto' di cappello! Evidentemente è il corridore Italiano più completo e più dotato fisicamente per le corse a tappe. E' giovane, pieno di energie,; furbo, sa anche dosare bene '■ le proprie forze e lo ha dimostrato vincendo anche l'ultima tappa a cronometro che sembrava di misura per Moser. Anche questo è un indice di freschezza, oltreché di classe. La tappa era, in realtà, insidiosa, fatta di curve e di tratti di stradette che mettevano in risalto ancor di più la lucidità, la prontezza, lo scatto, tutte doti che Saronni possiede in notevole misura. Non è stato un Giro combattutissimo, proprio perché era stato disegnato con eccessive cronometro. In ragione di questo, diversi concorrenti l'hanno frenato facendolo controllare alle loro squadre. Non è stato, insomma, un Giro con tattiche specifiche, con invenzioni fantasiose, ma un Giro programmato a senso unico. Alcuni hanno vissuto alla giornata, sia figure di primo plano sia figure di secondo piano, queste ultime hanno badato esclusivamente ai suc¬ cessi di tappa, come sempre avveniva. Ci sono state, però, sorprese, non sempre le previsioni venivano rispettate. Si aspettava Moser e vinceva Saronni oppure Knudsen: si aspettava Saronni. come nella volata di Trento, e invece vinceva Moser. In ogni caso, il Giro è finito bene, ha accentuato una nuova rivalità che farà bene al ciclismo. La gente torna a litigare davanti alla radio e alla televisione, nei bar Moser ha già raggiunto, con le sue grandi vittorie In questi sei anni e mezzo di professionismo, traguardi da grande campione, ma non da campione di corse a tappe. Lo si deve ugualmente definire un asso, un grande atleta come lo sono stati Van Looy e Van Steenbergen, pur senza vincere grosse corse a tappe. Moser non ha vinto un Giro che gli eia stato preparato sulla carta, ma che è risultato ben diverso nella realtà. Il terreno di gara, tanti arri 'vi in salita, erano più duri del previsto e le dimostrazioni non sono mancate. Saronni è giovane, è forte, ha vinto in maniera conviticeli te. ma era un Giro senza ve re montagne. Gino Bartal|. VISTO DA GINO BARTALI

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