Saronni vince da campione il Giro di Moser

Saronni vince da campione il Giro di Moser Trionfo della Maglia Rosa anche nell'ultima tappa a cronometro Saronni vince da campione il Giro di Moser Nella frazione conclusiva ha inflitto 21 secondi al rivale, battuto anche da Visentini - Una splendida corsa contro il tempo sulle strade di casa e fra il delirio della folla - Saronni è balzato in testa alla classifica a San Marino (8a tappa), si è imposto con un vantaggio finale di 2'09" - Compirà 22 anni a settembre - Domani parte da Milano la «Gran fondo»: qualche forfait e parecchie incertezze fra i corridori a a a o e o DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Saronni'vince il 62" Giro d'Italia. La folla si esalta. Il Giro garantisce un posto nel cuore della gente. Moser ingoia delusione ma riesce a sorridere. E' forse il suo giorno più amaro, la sconfitta più bruciante. Tre settimane fa tutti dicevano che questo era il «suo» Giro. n Giro, invece, lo vince il suo rivale piti accanito. Saronni non gli lascia niente, vince addirittura l'ultima tappa, dove i pronostici erano unanimi per Moser. Saronni farà ventidue anni a settembre. Un altro corridore ha vinto il Giro a ventun anni, ed era Coppi. Prima del Giro avevano chiesto a Saronni : «Lei è definito il bambino d'oro del ciclismo. Il bimbo che cosa farà da grande?: Aveva risposto: «Spero di non dover tornare a fare il panettiere o il pasticciere o il tecnico di macchine calcolatrici, mestieri che ho fatto quando speravo di diventare un bravo corridore». E' adesso il corridore più bravo e le porte del mondo gli sono spalancate. La maglia rosa gli è cascata addosso, come si dice in gergo, a San Marino, nell'ottava tappa, n bambino l'ha portata fino a Milano, con la sicurezza di un veterano. Si è capito presto che sarebbe stato difficile togliergli quella maglia, perché è uno col cervello che fila e che è nato per vincere. E' uno che vuole tutto e lo s) è visto nella tappa di ieri. Era una cronometro di 44 chilometri, distanza definita «moseriana». L'anno scorso a Ca vaiese, in una «crono» come questa, Moser inflisse 2' 12" a Saronni. Ieri, nel gioco dei pronostici, sì diceva che diifi cilmente il distacco tra i due sarebbe stato ancora tanto. Comunque si indicava Moser vincitore. In classifica, Moser era a l'48" da Saronni. Si diceva: i Moser vincerà, ma Saronni non perderà la maglia rosa». Soltanto Magni aveva arrischiato: -Moser, per una questione di piccolissimi secondi, potrebbe anche compiere il miracolo di vincere il Giro. Le corse in bicicletta ci hanno fatto vedere di tutto». Una foratura, una caduta buttereb bero in aria i pronostici. Saronni aveva il vantaggio di partire ultimo, avendo quindi la corsa di Moser come punto di riferimento. Moser è scattato alle 14,37. Presto si è capito che non era la sua giornata. Seguendo la sua corsa, Adorni ha commentato: «Pedo/o bene, ma un po' duro. Non è il Moser migliore Quando all'Arena, dove c'era traguardo e folla, l'altoparlante ha annunciato che il tempo di Moser a metà percorso era di 27'20", quelli del clan del trentino sono allibiti. Meglio aveva fatto il giovane Visentini: 27'3". Si è capito qui che Francesco aveva perso il Giro e stava perdendo la tappa. Saronni parte nove minuti dopo, alle 14,46. La tappa Cesano Maderno-Milano gli è familiare. Novarese, trapiantato qui a Parabiago, conosce queste strade. Ammette: «Conosco bene le strade, gioco abbastanza in casa. Sono strade bèlle, larghe, completamente piane, a parte la leggera increspatura iniziale dalle parti di Seveso e Barlassina. Sono strade da rapporti forti». Pe .dalate che sviluppano quasi nove metri. Appare sicuro, rilassato, si vede che è uno che ha dormi to tranquillo. Parte come una freccia. E' potente, elegante, bello. « Va al ritmo di ottanta pedalate al minuto» stupisce Baldini. Saronni vola tra la sua gente in delirio. Pochi rettilinei, curve e controcurve, binari da «saltare», qualche cavalcavia. tdfptslfepsultmmp Saronni corre in questo interland industriale, paesaggio della sua vita. Sembra più. forte di tre settimane fa, eppure le gambe sono avvelenate da 3300 chilometri. Vola disegnando curve al centro della strada, tra un'incredibile folla, tra cantieri e fabbriche e i casermoni della periferia. A metà percorso il suo tempo è lo stesso di Visentini, 17 secondi meno di Moser. Gli uomini della sua squadra dal-' l'auto gli mostrano una lavagne tta con segnato il suo vantaggio. « Vai, Beppe, è morto, è morto» gli gridano. -Beppe, è morto, gli prendi anche la tappa». La notizia del vantaggio su Moser gli aumenta la carica. Entra in una Milano che il passaggio della corsa taglia in due. Ancora la lavagnetta con informazioni: il suo vantaggio aumenta ad ogni pedalata. Folla sempre più fitta, le finestre e i balconi sono gremiti. Il lungo rettilineo di corso Sempione e Saronni alza il viso dal manubrio e vede davanti l'arco della pace, e deve sembrargli un arco trionfale. Nella vecchia Arena annunciano il suo arrivo e c'è il finimondo. Le grida fanno venire giù il cielo quando Saronni si avventa nell'Arena e sul tartan della pista sembra inebriarsi negli ultimi trecento metri. Lo strappano dalla sella per portarlo in trionfo. Poi, l'improvviso silenzio per ascoltare il suo tempo: ventun secondi meglio del rivale. Moser è addirittura terzo, perché Visentini ha impie gate sei secondi meno di lui. L'ordine d'arrivo ufficiale af■ ferma che Saronni ha impiegato 52'59" per compiere 44' chilometri, la media è di 49,827 chilometri all'ora. Una. media sbalorditiva. ■ Adesso che è finito, si ricorda il giorno che il Giro venne presentato e, a caldo, il commento di Saronni fu acido:' -E' stato disegnato per Moser. Se lui lo perderà, l'Italia si scioglierà in lacrime». Era sembrata una pugnalata a Moser, candidato al successo. Ma qualche giorno dopo, Saronni aveva dichiarato: «Al Giro correrò per battere Moser e per arrivare primo». Ed: era sembrata presunzione. Ora si sa che il piccolo ben fatto Saronni è un autentico campione, che d'ora in poi tutti, non soltanto i ciclisti italiani, dovranno fare 1 conti con lui. Ha potenza e intelligenza, carattere. Ha anche fortuna. In questo Giro Moser non era al cento per cento, aveva un occhio quasi chiuso dalla congiuntivite e un virus in corpo. Uno stupido incidente ha tolto il perìcolo Knudsen dalle ruote di Saronni. Fortunato, dunque. Ma Napoleone 1 suoi generali li voleva anche fortunati. Il Giro è finito ma ha una1 coda. Domani parte da Milano per Roma la Gran Fondo d'Italia di 660 chilometri. Dovrebbero parteciparvi tutti i corridori del Giro, ma ci sono proteste, malumori, ribellioni latenti. Knudsen non ci sarà perché zoppo. Johansson va a casa, Laurent è più per il no che per il si. Moser dice: «Ci vado se ci va anche Saronni». Saronni ieri sera era molto incerto. Luciano Curino \ Tappa a cronometro 1. Giuseppe Saronnl (Scic Bottecchia), 44 km in 52*59", media km 49,827 2. Visentini • a 15" 3. Moser a 21" 4. Braun a 40", 5. Johansson a 1'06" 6. Laurent a 1'17" 7. Schuiten a 1'34" 8. Contini a 1'50" 9. Beccia a 2'17" 10. Bertoglio a 2'21" Classifiea finale 1. Saronni 89ore29'18" 2. Moser a 2'09" 3. Johansson a 5*13" 4. Laurent a 5*31" 5. Contini a 7'33" 6. Beccia a 7'50" 7. Bertoglio a 11'27" 8. Fuchs a 13'7" 9. Schmutz a 14'16"' 10. Visentini a 1011'' 11. Arnadori a 18'57" 12. Wolfer a 19'44" 13. Panlzza a 21*17" 14. Sgalbazzi a 21'51" 15. Bortolotto a 23*21" 16. Natale a 25*01" 17. De Witte a 32'58" 18. Barone 35*07" 19. DeMuynck 37*55" 20. Fraccaro a 38'04" G. P. Montagna 1. Bortolotto p. 495; 2. Breu 330; 3. Johansson 300; 4. Beccia 215; 5. Ceruti, Sgalbazzi e Vicino 170; 8. Natale e Saronni 150; 10. Moser 130. Milano. L'arrivo trionfale di Giuseppe Saronni all'Arena: ha vinto tappa e Giro battendo Moser