Montefibre: il piano di Belloni da oggi all'esame del ministero

Montefibre: il piano di Belloni da oggi all'esame del ministero Anche la Snia ha presentato il progetto di salvataggio Montefibre: il piano di Belloni da oggi all'esame del ministero TORINO — Sia pure ' lentamente la matassa delle fibre si sta dipanando. Una dopo l'altra, Montefibre e Snia, entrambe Montedison, hanno presentato, in questi giorni, i plani di risanamento. Sono ambiziosi, ma se decolleranno, in poco tempo dovrebbero risollevare le sorti dei due gruppi, altrimenti destinati (almeno per quanto riguarda la Montefibre) al collasso. Vediamoli Montefibre — Il piano presentatoprima delle elezioni dal presidente Antonio Belloni sarà esaminato stamane dai tecnici del ministero dell'Industria. La filosofia è riassunta in trenta cartelle. L'obiettivo è di riportare in utile la società entro l'82. Il costo è salatissimo (trecento miliardi in tutto fra nuovi finanziamenti e nuovi capitali) e il prezzo, sul fronte dell'occupazione, non è indifferente: sono 1300 i lavoratori che, nel giro dì tre-quattro anni, dovrebbero essere espilisi dal gruppo. "■ Il piano è stato presentato in gran fretta da Belloni prima dell'assemblea, Convocata per il 12, per una ragione semplice: i sessanta miliardi garantiti dalla Montedison un mese fa basteranno solo fino ad agosto. Dopo di che il gruppo si troverà senza [un quattrino. Belloni comun¬ que, è convinto di poter evitare il tracollo se si realizzeranno le tre condizioni che stanno alla base del piano. Sono: 1) Montefibre potrà uscire dalla crisi se «completerà il suo disimpegno dalle consociate, cedendo a terti attività di qualche rilevanza economica o chiudendo quelle irrecuperabili entro il 1980'. In pratica sette consociate (Abitai Linoleum Lidman, Vallesusa, Akerener, Huron e Parte!) dovrebbero essere liquidate, mentre altre tre (Halos, Andreae e Inteca) dovrebbero finire alla GepClnpiù Belloni conta di trovart, in tempi brevi i miliardi necessari (una settantina) per mettere presto in funzione lo stabilimento di Acerra. 2) Perno di tutta l'operazione è un consorzio di banche che dovrebbero garantire il definitivo distacco del gruppo dalla Montedison. Secondo il piano, 125 miliardi necessari per aumentare.il capitale dovrebbero essere garantiti dalle banche creditrici mentre 75 verranno ricavati dalla trasformazione in azioni dei debiti Montedison. In più le banche (cinque o sei in tutto) dovrebbero alleggerire i debiti (circa 120 miliardi) e, attraverso la legge 675, Belloni conta di rastrellare altri centocentocinquanta miliardi per completare Acerra e rifinanziare altre operazioni. 3) Tutto dovrebbe funzionare, se si verificheranno almeno tre ipotesi: la possibilità di uno sfruttamento completo degli impianti nailon e fiocco poliestere, un risveglio del mercato delle fibre sintetiche e un rincaro contenuto delle materie prime. Snia — Anche il piano presentato al Cipi dal presidente Santamaria è complesso e dovrebbe poggiare su un consorzio bancario. A differenza del progetto-Belloni il piano Snia non prevede 'taglia, ma una robusta dose di investimenti: 265 miliardi nel periodo 1978-'S0, di cui 125 saranno impegnati nel Mezzogiorno e i 140 rimanenti nelle regioni centro-settentrionali; la sola capogruppo spenderà 150 miliardi mentre i rimanenti 115 andranno alle consociate. Presentato al Cipi per poter fruire dei fondi previsti dalla 675, il piano punta sulle fibre, ma non trascura tutti gli altri settori in cui la Snia opera: dalla chimica all'ingegneria, dall'aerospaziale al minerario. Tutte attività importanti per una società che é stata messa finanziariamente in ginocchio dalla crisi drammatica che ha travolto il settore delle fibre. Cesare fioccati

Persone citate: Andreae, Antonio Belloni, Belloni, Santamaria

Luoghi citati: Acerra, Torino