Uno scranno anche per sua altezza imperiale? di Tito Sansa

Uno scranno anche per sua altezza imperiale? Otto d'Asburgo, erede al trono d'Austria, candidato in Baviera Uno scranno anche per sua altezza imperiale? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — A rappresentare la Repubblica federale di Germania al Parlamento europeo di Strasburgo vi sarà anche un austrìaco dal nome altisonante. Otto d'Asburgo, 66 anni, figlio dell'ultimo imperatore d'Austria e re d'Ungheria, Carlo I e dell'imperatrice Zita, e nipote del leggendario imperatore Francesco Giuseppe. Anche il suo migliore amico si chiama Francesco Giuseppe. E' Franz Josef f Strauss, capo del governo regionale della Baviera. L'elezione di Otto d'Asburgo è sicura, che il suo amico Strauss gli ha riservato il tranquillo posto numero tre nella lista del candidati. Per mandarlo al Parlamento europeo, la Baviera ha concesso giusto un anno fa a Otto la cittadinanza della Repubblica federale di Germania, permettendogli di conservare anche quella austriaca. La candidatura ha suscitato in Germania aspre reazioni. Perfino tra i cristianoso- ciali bavaresi, il cui segretario generale Edmund Stoiber ha definito Otto un «tedesco restauratore», n cancelliere Helmut Schmidt ha detto •ogni uomo ha una mania, perché non dovrebbe farsi chiamare altezza imperiale? Sono contro di lui per altri inotivi per le sue idee politiche, per la sua incredibile immaturità politica, perché è un cattivo biglietto di vista per l'Europa». Perfino la conservatrice Welt am Sonntag lo definisce «molto conservatore». E cita una delirante sciocchezza del principe: «E' arcinoto che Khomeini riceve i suoi ordini da Mosca attraverso il capo dei comunisti italiani, signor Berlinguer: Con l'appellativo «signor», Otto d'Asburgo chiama i suoi avversari politici. Che sono in primo luogo i comunisti e i nazisti, il «signor Stalin», il «signor Hitler». «Signori» sono anche i socialisti e i capitalisti che concedono prestiti ai Paesi dell'Est, i sindacalisti che organizzano scioperi, i politici che permettono la pillola, i terroristi, i parassiti della società. Otto d'Asburgo dice che è difficile nella società moderna essere il figlio dell'ultimo imperatore d'Austria. Lo ha constatato durante il periodo nazista (quando Hitler spiccò contro di lui un mandato di cattura perché aveva diffuso un appello alla resistenza armata), lo constata oggi, che la sua patria non lo vuole e le sue idee non trovano ascolto e sovente vengono irrise. Quelle europee sono da molti considerate pericolose, che Otto d'Asburgo vuole la «decolonizzazione» dell'Europa, la «liberazione» di cechi, polacchi, ungheresi, romeni, bulgari, il loro distacco dalla Russia che considera «un altro continente». A Franz Josef Strauss queste idee dell'europeista Otto d'Absburgo non fanno impressione, non le ha mai contestate, ha anzi organizzato nel palazzo olimpico di Monaco di Baviera una manifestazione della «Paneuropa Union» di cui Otto è presidente. E' stata l'unica grande manifestazione europeistica che si sia finora avuta nella Germania indifferente alle elezioni di domenica prossima. Chiamate dal «kaiser», sono venute 12 ratzinger con il clero bavarese; c'erano i paneuropei, c'erano rappresentanti del Sud Africa, c'erano gli autonomisti sudtirolesi, i sudeti, esuli come Pachmann e Ma- ximov (il quale in un'atmosfera da crociata ha detto: «Essere o non essere della civiltà democratica: questo è il problema»). Che Otto d'Absburgo sia un europeista della prim'ora non vi è dubbio. Sognava l'Europa già al tempo nazista, un'Europa che sostituisse quella del dittatore, un'Europa cristiana. «Il trionfo della fede — ha detto recentemente, accennando alle elezioni europee — è vicino. E l'idea dell'impero si rinnoverà nell'unità europea». Al Parlamento di Strasburgo, si può esserne certi, l'imperiale rappresentante della Repubblica federale di Germania farà sentire la propria voce. In sette lingue, che parla perfettamente. Una sola cosa si sono fatta promettere i cristianoso ci ali: che non ripeta la «bestiale stupidaggine» di proporre che «tutti i poteri vengano affidati per nove mesi a un dittatore affinché sconfigga i signori terroristi». Tito Sansa