Per Saronni e Moser oggi ultimatum a cronometro di Luciano Curino

Per Saronni e Moser oggi ultimatum a cronometro Sgalbazzi arriva solo a Bar zio e la Maglia Rosa strappa qualche secondo al suo rivale Per Saronni e Moser oggi ultimatum a cronometro Il grande e sfortunato protagonista è stato Vicino, raggiunto nel finale dopo una fuga solitaria di 210 chilometri - Knudsen non si è presentato alla partenza - L'ultima tappa da Cesano Maderno a Milano DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BARZIO — Vince Amilcare Sgalbazzi, bergamasco, gregario di Johansson. Ha la faccia di uno che fa fronte a tutto e questa è la sua prima importante vittoria. Sulla rampa che porta al traguardo, Saronni schizza con sorpresa dal gruppo dei migliori e arriva una quindicina di metri prima di Moser. Il suo vantaggio sul rivale aumenta di tre secondi. Il grande protagonista della lunga tappa (250 chilometri) è stato Bruno Vicino, veneto. E' uno che ha già degli anni, ne ha avuti di buoni, ora vivacchia nel ciclismo e fa il carrozziere. La scorsa primavera era ancora senza contratto, poi è entrato nella Gbc-GalliCarlos-Castelli. Chiamano questa squadra «legione straniera», perché vi sono belgi e francesi, un danese e un australiano. Vicino è il solo italiano. Parla e non lo capiscono. Dopo poche tappe il belga Baert, capitano della «legione», se n'è ritornato a casa, pare per una questione di quattrini. Bene, accade che 7 chilometri dopo la partenza da Trento Vicino, con istinto offensi- vo, esce dal gruppo e vola via.. E allora? Allora nulla. Il gruppo lo lascia andare. Vicino è 109" in classifica, a quasi due ore e mezzo dalla Maglia Rosa. Non è uno che possa squassare la corsa, è innocuo. Lo si lascia andare. Si pensa che va a cercare applausi per un dieci, venti chilometri, poi si calmerà. Vicino però insiste. Fugge tra le abetaie trentine, euforico e potente. Sempre solo, ingobbito sul manubrio. Dopo 20 chilometri il suo vantaggio smscsvlc sul gruppo compatto è di due minuti e mezzo. Sembra la staffetta del Giro, e lo affiancano auto con Merckx e Maspes per incitarlo. Merita davvero applausi la splendida follia di Bruno Vicino. Dopo 75 chilometri il vantaggio è di 20 minuti. Da questo momento comincia progressivamente a calare. Vicino passa solo sul Tonale, poi sull'Aprica. E' suo anche il traguardo di Dervio per il Trofeo Ritmo. Ma lo vedi succhiato dalla pazzesca fatica. Lo vedi stralunato e rabbioso. A Colico, 45 chilometri dall'arrivo, il cielo s'è fatto tragico, carico di nuvole nere. Il Giro è squassato dai tuoni. Un'acquazzone violento, la gente lungo la strada sotto gli ombrelli. Ormai Vicino sente una muta inseguitrice alle spalle. Sono oltre sei ore che pedala solo, più di 210 chilometri. Ne mancano una trentina all'arrivo. La pioggia è cessata, ma sembra avere spento le ultime energie del corridore, che ora appare sfiancato e disperato. Sulla salita di Tartavalle un gruppetto di inseguitori infila facilmente Vicino, qualcuno mentre lo supera lo sbircia, un'occhiata che sembra dire: povero Bruno, ma lo sai, il ciclismo è un'avventura impietosa sulla strada. Bruno Vici-, no arriva al traguardo con un ritardo di 6 minuti 42 secondi e devono reggerlo perché sta crollando. Al raduno di partenza, ieri, non è venuto Knudsen. Contusione a un ginocchio, che interessa i legamenti. Due settimane di riposo. Il giorno prima ha pedalato praticamente zoppo. Il medico è meravigliato che Knudsen attbia resistito e sia arrivato al traguardo. Si sa che Knudsen ha fatto gli ultimi venti chilometri piangendo, tra gli applausi di una folla commossa e magnifica. Boniperti è stato testimone del calvario di Knudsen, era impressionato e ha detto: «Conosco calciatori che per molto meno si sarebbero rotolati per terrai. Knudsen aveva il Giro a portata di mano. Si domanda a Gimondi se pensa che il norvegese potesse vincere il Giro, e risponde: «Se dicessi di sì, toglierei qualcosa a chi vincerà. Ma devo ammettere che aveva un buon cinquanta per cento di possibilità'. Knut Knudsen è stato azzoppato in. un incidente per colpa di un altro. Sorte ingiusta. Ma è uomo di grande stile e non accusa, non si strappa i capelli. «Per favore, non fate drammi. Non è la fine del piondo», dice. E dice anche che l'applauso della folla dell'altro ieri vale quasi la vittoria finale. Parla e senti che è sincero. Buona fortuna. Oggi il Giro finisce a Milano, con una cronometro di 45 chilometri, distanza «moseriana». Lo scorso anno, nei 45 chilometri della «crono» di Cavalese, Moser ha inflitto 2'1" a Saronni. Ora Moser ha un distacco di l'48". Ma il Moser di oggi non è al meglio e il Saronni appare più forte e più caricato. Per di più, ha il vantaggio di partire dopo e regolare la sua corsa su quella del rivale. Una partita a due, ancora incerta seppure favorevole al più* giovane, concluderà un bel Giro d'Italia. Luciano Curino Barzio. L'arrivo solitario di Amilcare Sgalbazzi (Telefoto)

Luoghi citati: Aprica, Barzio, Cavalese, Cesano Maderno, Colico, Dervio, Italia, Milano, Trento