Supera ogni previsione il calo del pci in Sicilia

Supera ogni previsione il calo del pci in Sicilia Supera ogni previsione il calo del pci in Sicilia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Il regresso comunista in Sicilia ha superato ogni previsione. Invece sono più o meno confermate le altre anticipazioni sul lieve incremento della de, sull'avanzata radicale e socialdemocratica, sui progressi certamente più contenuti del pri e pli, sul leggero miglioramento del psi e sull'ulteriore calo missino. I demonazionali si sono afflosciati prima ancora di uscire dal guscio. Sotto la spinta della sua consistente parte di elettorato italiano (nelle liste siciliane erano iscritte oltre 3 milioni e 600 mila persone), la Sicilia esce dalle elezioni con un quadro politico cambiato ma che per il momento — come in campo nazionale — non suggerisce interpretazioni semplici e non apre il campo a soluzioni facili da percorrere. Con l'insieme dei suoi nodi e dei tanti problemi che sono all'origine di tensioni sociali, ma per fortuna non di violenza politica, la Sicilia fa registrare secche perdite al pei, che rischia di trovarsi spiazzato proprio davanti alla complessità dei problemi che la politica dell'intesa in Regione e negli altri enti locali non aveva risolto del tutto. Passiamo alla de, che alla Camera nella ricoscrizione di Palermo - Trapani - Agrigento - Caltanisetta sale dal 43,4 per cento del 1976 al 45,2 per cento, ed in quella di Catania - Ragusa - Siracusa - Enna Messina passa dal 41,2 al 42,4. Nella prima il pei ha perduto 98 mila voti, con il 7 per cento in meno (dal 27,4 al 20,4 per cento) nell'intera circoscrizione, e con punte di ulteriore caduta, come Caltanissetta, dove ha subito un —9 per cento. Nella circoscrizione Orientale, invece, il pei ha perso 93 mila voti e ha concluso con quasi il 6 per cento in meno. Nell'isola, complessivamente, per i comunisti tutto ciò significa la perdita di quattro de-, putati e di due senatori. Ancora nella Sicilia Occidentale: i radicali dallo 0,9 per cento al 3,2 per cento (ottengono un deputato con il resto del collegio unico nazionale) ed il psdi dal 3,3 al 4.4 per cento, confermando il sottosegretario alle Partecipazioni Statali Carlo Vizzini, un docente di Economia e Commercio trentenne. Il msi-dn è scivolato dal 9,2 al 6,4, i repubblicani hanno confermato l'onorevole Aristide Gunnella. Meno rilevante è l'avanzata radicale nella circoscrizione Orientale: dallo 0,9 al 2,7 per cento, mentre il psdi dal 3,2 al 5 per cento. Ma a Gela, 75 mila abitanti, viene segnalata la mancata rielezione dei senatore socialdemocratico Antonino Occhipinti, sottosegretario agli Interni. Per i missi¬ ni a Catania - Messina - Siracusa - Ragusa - Enna un'altra batosta: dal 12,7 al 9,4, eppure questo è stato per più di otto anni un loro feudo. I repubblicani nella Sicilia Orientale hanno confermato l'onorevole Pasquale Bandiera. I socialisti hanno ottenuto 3 deputati nella Sicilia Occidentale (ne avevano 2) e in, quella Orientale 3. I capilista della de non hanno avuto problemi: ad Ovest 11 ministro della Difesa Attilio Ruffini è stato primo con quasi 150 mila preferenze (l'ex ministro Giovanni Gioia è passato dal primo al sesto posto) e ad Est il vice segretario de Nino Gullotti ha ottenuto quasi 125 mila voti. E' interessante a questo punto dare un attimo uno sguardo al ••Chi è?» dei dodici senatori e dei venticinque deputati eletti dalla de in Sicilia, 12 e 13 rispettivamente nella circoscrizione Occidentale ed Orientale. Nella prima il ministro Ruffini — con un divario di 50 mila voti su chi lo segue, Giuseppe Sinesio — è seguito da Mannino, Pumilia (sottosegretario al Lavoro) e Rubino, tutti e quattro dell'area compresa tra Forze nuove e Cisl; un po' più avanti si è piazzato, pure con molti suffragi, il sottosegretario alla Sanità Ferdinando Russo, molto votato dalle Acli. Antonio Ravidà