Calabria: scendono pci e i «boia chi molla» di Mimmo Candito

Calabria: scendono pci e i «boia chi molla» La regione ritorna verso il passato Calabria: scendono pci e i «boia chi molla» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CATANZARO — Questi sono i nomi degli eletti. Senatori: conferma di cinque democristiani (Murmura, Tiriolo, Romei, Vlncelli, Fimognari); tre pei, uno in meno del '76 (Rodotà, Tropeano, Sestito); due socialisti, uno in più del '76 (Zito e Petronio); ùn missino confermato Ciccio Franco). Deputati: dieci de (Ligato, Pucci, Misasi, Antoniozzi, Napoli, Quattrone, Mantella, Tassone, più due nomi da ricavare tra Galati, Bovà, Laganà, Biafora); sei candidati del pei, che perde due seggi (Ambrogio, Rodotà, Mai-torelli, Pierino, Politane più un nome da ricavare tra l'operaio Colurclo e le insegnanti Riga e Marchi); i socialisti restano tre (Mancini, Principe e il neo eletto Casalinuovo); l'msi conferma Tripodi e con i resti Valenzise; il psdi guadagna un deputato (Belluscio, ex segretario di Saragat) anch'egli con 1 resti, e con i resti i repubblicani riescono a confermare Terrana, che era subentrato alla Camera alla morte di La Malfa. Le note di cronaca di maggior interesse sembrano essere: 1) il forte successo personale del reggino Ligato, che contende a un notabile come Pucci il più alto numero di preferenze nella regione; 2) il successo personale anche del professor Rodotà, eletto alla Camera e al Senato, e la cui presenza nelle liste pel sem bra aver contenuto una parte delle perdite possibili di voti «non militanti»; 3) la mancata elezione del socialista Frasca che è stato al centro di molte polemiche con la sua batta glia contro la mafia calabrese; 4) le difficoltà in cui si è imbattuto fino alle ultime schede il de Galati, che rappresentava il mondo sindaca le, come ex segretario regionale della Cisl; 5) la riduzione della forza missina a Reggio, capitale dei «boia chi molla e il progressivo recupero dei suoi voti nella grande area democristiana. La Calabria torna amaramente verso il proprio passa- to. Il voto abbandona le prospettive di cambio segnate nel '76, e rifluisce verso quei centri di potere che dominano la spenta economia locale con un intreccio irrisolvibile di interessi, speculazioni e ricchezze parassitarie. La de accentua la propria forza: non solo in termini numerici (guadagna il decimo deputato di netto, e non con i resti come nel '76), ma anche con la conferma di scelte e indirizzi che paiono segnati dal controllo di alcuni «grandi elettori, regionali; il pei perde l'appoggio, e le speranze, di una larga parte del ceto medio che aveva sostenuto la spinta di tre anni fa, e ritorna a chiudersi nella geografia dei quartieri popolari. I socialisti confermano la loro quota di adesioni e anzi recuperano assai meglio che a livello nazionale; ma, nonostante il successo di un secondo senatore, il farmacista Petronio, e la conferma di tre deputati senza dover ricorrere al computo dei resti, non riescono ancora a liberarsi dall'immagine ambigua degli anni segnati dalle aspre polemiche intorno alla gestione del sottogoverno. Sembra non esservi, in superficie, una differenza molto netta con il quadro del voto nazionale; ma la realtà che sta sotto è assai diversa. La disperazione e la durezza delle prospettive della Calabria stanno in quella che apparirebbe come una qualche forma di rinnovamento: la mancanza di un successo mstrepitoso» per grandi notabili come Pucci, Antoniazzi, Misasi, lascia la strada a nomi ancora in ascesa, come Ligato appunto, Quattrone o Mantella. «Afa — dice un osservatore locale — sono solo nomi nuovi, la politica e i metodi sono gli stessi dei vecchi nomi consunti.. La storia di un voto può essere anche tutta qui; la macchina clientelare recupera tutte le dispersioni del passato, si cambia per non cambiare. E il numero delle astensioni è, con l'Aquila, il più alto di tutta Italia. Mimmo Candito

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Italia, L'aquila, Napoli, Reggio, Tiriolo