Moser vince a Trento, Saronni è sempre muglia rosa

Moser vince a Trento, Saronni è sempre muglia rosa Il primo tappone delle Dolomiti ha fatto perdere il Giro d'Italia al norvegese Kmidsen Moser vince a Trento, Saronni è sempre muglia rosa Saronni è arrivato settimo con lo stesso tempo del vincitore - Entusiasmo per il successo del trentino sulle strade di casa - Sul Pordoi è cominciato il dramma di Knudsen (sofferente al ginocchio per la caduta di sabato), arrivato al traguardo con oltre un quarto d'ora di ritardo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRENTO — Moser vince in casa, alla grande, davanti al pubblico fedele, che impazzisce. Saronni arriva con lo stesso tempo e, una volta tanto, non si mostra indispettito per il successo del rivale. Knudsen bersagliato dalla malasorte, esce dall'alta classifica. Sulle Dolomiti ha lasciato sogni e speranze. Il dramma di Knudsen è la chiave di questa tappa. Il norvegese, che aveva vinto la cronometro di Porto Venere, era a 44 secondi dalla maglia rosa e riteneva di recuperare que-, sto svantaggio nell'ultima' tappa, ancora una «crono». Travolto da un ciclista a Saint Vincent e da una «ammiraglia» a dieci chilometri da Pieve, aveva sempre recuperato, con forza. Si parlava ormai, in un clima di patria in pericolo, di Knudsen con 35-40 possibilità su cento di vincere il giro. Knudsen aveva sparso il panico: se ancora una volta uno straniero arriverà in rosa a Milano, per il giro d'Italia, per il nostro ciclismo, saranno sfracelli. La sorte ha tolto il .pericolo Knudsen. Nell'ultima caduta, il norvegese si era fatto male a una gamba. Una cosa seria, ma lui sperava di vincere il dolore e di ritrovare tutta l'efficienza. «Knudsen, si considera ancora in corsa?» gli avevo domandato a Pieve. «Dipende tutto dal mio ginocchio. Se non mi darà fastidio, ho forti possibilità. Sarà la tappa di Trento la prova della verità». La verità è stata amarissima. E' sul Pordoi che crolla Knudsen. A 5 chilometri dalla vetta c'è un attacco di Moser. Resistono Saronni ed altri, ma non Knudsen. Perde subito 20 secondi. Capisce che è «rotto» e prova quella disperazione che si sente quando si resta indietro e gli altri vanno via. De Muynck, Lualdi, altri gregari gli sono vicino, sulla strada che si impenna tra le pietraie dei duemila metri. Ma è chiaro che è finita. A 3 chilometri dalla vetta il distacco è di un minuto 47 secondi. Quelli in testa ne sono informati e Moser dice a Saronni: «Cosa facciamo, andiamo?». Risponde Saronni: «Andiamo». Moser comincia a, tirare, si tuffa nella discesa con la potenza e il peso degli 80 chili, portandosi dietro il gruppetto. La corsa diventa forsennata, Saronni fa la sua. parte, tira anche lui, ma è soprattutto Moser, sulle sue strade e tra la sua gente, che fa l'andatura. Dietro si sta consumando il dramma di Knudsen. Passa sulla vetta del Pordoi con 3 minuti 55 secondi di ritardo. Con coraggio si avventa in discesa, recupera qualcosa, poi ricomincia la sofferenza. Patisce quanto è umano. Resiste alla sua maniera, mordendosi le labbra e Incitandosi: «Coraggio Knut. Tieni duro Knut» si ripete a ogni pedalata. La folla capisce la sua sofferenza e lo applaude. Si saprà poi, all'arrivo, che Ferretti, suo direttore sportivo, gli ha detto: «Per l'amor del cielo, Knut, ritirati. Vedi che non ce la fai». All'arrivo, Knudsen dirà perché non si è ritirato. «C'era un bel pubblico, ho corso per quel pubblico. Ho vinto su queste strade un Giro del Trentino battendo Moser e la gente allora mi ha applaudito. Non potevo deluderla adesso che era Moser a battermi». 1 Il gruppo di testa vola verso Trento e il ritardo di Knudsen aumenta che è una pena. A Moena è di quasi 6 minuti, a Predazzo di 7, a Cavalese supera gli 8 minuti, a 30 chilometri dall'arrivo è di 12. La sconfitta del norvegese è patetica, fa malinconia. Sul traguardo arriva il gruppo di testa formato da una ventina di corridori. La volata, tra folla delirante, è vinta da Moser davanti al giovane Contini. Saronni ha tentato di lanciarsi a 250 metri, ma poi ha rinunciato. Dirà che ha voluto risparmiarsi, perché le due ultime tappe saranno decisive. Knudsen arriva con oltre 15 minuti di ritardo (scende al 14° posto In classifica) e vogliono anche lui sul podio, per applaudirlo, ed è festeggiato come un quarto d'ora prima è stato festeggiato Moser, e lui è commosso, manda'baci alla folla e ringrazia, povero Knut. Oggi, penultima tappa, Trento-Barzio di 250 chilometri. Il passo del Tonale e l'Aprica serviranno a qualcosa? n finale in salita è favorevole per Saronni. Luciano Curino Trento. La superba volata di Moser davanti a Contini e Tinazzi (Telefoto)