In Liguria diminuisce il reddito ma cresce il risparmio bancario di Paolo Lingua
In Liguria diminuisce il reddito ma cresce il risparmio bancario In Liguria diminuisce il reddito ma cresce il risparmio bancario GENOVA — Il «terremoto» nella ideale classifica dei redditi procapite delle singole provìnce italiane, già annunciato nelle scorse settimane, ha preoccupato non poco la Liguria, che è la regione che presenta i maggiori sconvolgimenti. Nel 1970. delle quattro province liguri, tutte erano comprese tra le prime venti: Savona era terza assoluta, con un reddito prò capite di 1 milione e 362 mila lire l'anno, Genova quarta con 1 milione e 352 mila lire. La Spezia sesta con 1 milione e 270 mila lire, Imperia settima con 1 milione e 266 mila lire. Nel 1976 la situazione è radicalmente mutata: Genova è salita al terzo posto con 1 milione e 504 mila lire; La Spezia è scesa al sedicesimo con 1 milione e 348 mila; Savona è addirittura «precipitata» al diciassettesimo con 1 milione e 342 mila lire. Imperia è sparita dalla cerchia delle prime venti province. Nonostante questo dato, di per sé allarmante, c'è da segnalare, sulla base d'una relazione ufficiosa, che sono in aumento (e si tratta d'una crescita vistosa) i depositi di risparmio- Come è possibile interpretare una situazione del genere, che. tra l'altro sembra essere sfuggita al controllo degli enti addetti ai rilievi e al controllo dell'andamento dell'economia della re¬ gione (Cassa di Risparmio, Camera di commercio, ilres, associazioni industriali, Regione, sindacati, ecc.)? La Cassa di Risparmio di Genova sta rielaborando i dati già pubblicati per tentare di individuare le cause della crisi e per suggerire eventuali rimedi. Nei giorni scorsi, s'è svolta all'interno dell'istituto una riunioneconvegno alla quale ha partecipato, tra gli altri, in qualità di «esperto» politico, l'on. Antonio Canepa, un parlamentare che s'è occupato in passato del problema, come relatore in diverse commissioni a Montecitorio. Canepa, al termine della riunione, ha dichiarato: «Sulla base dei primi dati emersi e non ancora "codificati", si può subi-, to affermare che le due province "turistiche" di Ponente, ed in particolare Imperia, hanno "esaurito" nel periodo 1970-1976 buona parte delle loro ricchezze naturali, le ricchezze che concorrono a formare il reddito "dinamico", cioè quello legato al lavoro, all'investimento e alla produzione. In parole povere c'è netto calo della produzione agricola e soprattutto appare in crisi il turismo». L'osservazione è inquietante perché la Liguria, sulla base delle «prenotazioni» e delle previsioni di massima, è alla vigilia d'una stagione «boom» estiva. «E' uno degli elementi "variabili" che è stato preso in esame — ha spiegato l'on. Antonio Canepa —ma occorre fare una precisazione: esiste sul mercato una "domanda" turistica, cui non corrisponde una offerta adeguata». E qui giungiamo al solito problema: prevalgono le «seconde» case sugli alberghi. Canepa spiega come regioni «terziarie» come la Liguria abbiano subito uno scavalcamento da parte di regioni ad economia simile, del Centro e del Sud. Laggiù, con tutti i difetti di struttura che si conoscono, bene o male s'è impiantato un turismo di tipo industriale, con un minimo di programmazione. Le soluzioni possibili sono eventualmente legate a realizzazioni di consorzi agricoli e turistici per quel che riguarda il Ponente e una accentuazione delle funzioni industriali a Genova e alla Spezia. Sembra infatti che nel capoluogo regionale, il discreto progresso sia legato alla creazione della nuova struttura industriale dell'Ansaldo nucleare (che ha provocato lavori dipendenti ad alto reddito), alla permanenza a Genova dei centri petroliferi e soprattutto all'espansione dell'impiantistica che ha rivitalizzato una parte delle piccole e medie industrie locali. Paolo Lingua
Persone citate: Antonio Canepa, Canepa, Ponente
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