Tutta la musica giovane d'estate

Tutta la musica giovane d'estate LE ULTIME NOVITÀ* DELL'INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA Tutta la musica giovane d'estate Nuova antologia di Adriano Celentano - La musica pop - Folk italiano e internazionale La fine dell'anno scolastico porta già aria di vi xnze. Ecco i dischi dell'estate. Musica leggera — E' un termine che ormai usa poco, ma ben s'adatta al doppio album con tutti i successi di Julio Iglesias (da Manuela a Pensami); alla nuova antologia di Celentano (Live), dove il «molleggiato» canta e chiacchiera col suo pubblico, a Gloria, con cui Umberto Tozzi tenta di vincere la nuova estate; e alla versione orchestrale che un maestro raffinato come Frank Pourcel fa dei pezzi più celebri degli Abba. Il blues — E' il nuovo filone di successo tra i giovani, offre: una registrazione «dal vivo» d'uno dei grandi maestri di colore, Muddy Mississippi Waters; le vecchie incisioni (Roots) del chitarrista John May ali; e la straordinaria antologia raccolta -odi campo» in una piccola città del Sud degli Stati Uniti, Bentonia country blues. La musica pop — Ci sono Lp eccellenti, quasi una sfilata di tutti i big. The Bells è la nuova raccolta di Lou Reed, maestro del rock decadente, della scuola di Wharol; 11 violino elettrico di Jean-Luc Ponty racconta, in Live, un jazzrock scatenato, tipicamente bianco, mentre Papa John Creach ritorna verso il calore del blues con Inphasion; di jazz brillante, molto dolce, è anche la chitarra di George Benson (Space), che usa uno stile rock inconfondibile, di grande forza espressiva; Johnny Guitar Watson (con GianO approda nel funky più piacevole, come anche il brasiliano Gilberto Gii, molto comunicativo, preso tra la verve sinuosa del samba e la frenesia elettrica. Scatenato nel reggae giamaicano, Peter Tosh trova in Bush Doctor anche la collaborazione del «Rollili» Mlck Jagger; Awakening è l'affascinante prova «solista» di Narada Walden. che ha lasciato Mahavishnu ma non i richiami dell'Oriente; Al Green, l'ultimo re del soul, ha incantato l'America con Truth'n'time: e ci sono infine tre cantautori: l'inglese John Miles (Mmph), che dovrebbe venire in tournée in Italia, il sofisticato rock di Afoon Martin e l'antologia (The very best) di Leo Sayer. I gruppi — Per i malati di nostalgia ci sono tre chicche: il Get More Satisfaction, con una selezione originale degli scatenati Rolling Stones, il Greatest Hits degli Steely Dan, cioè d'una delle band più originali e imprevedibili del rock e del country americano e l'ultima incisione d'un trio (AfcGuinn, Clark <fe Hillman) che è davvero la leggenda del suono mielate, della California. Di fattura recentissima è Toto, che raccoglie con un rock gradevole, molto elegante, a volte anche melodico, un gruppo di affermati sessionmen; Trb Two è la sigla del secondo disco della Tom Robinson Band, con un rock aggressivo, efficace, molto duro ; straordinariamente acrobatico nelle percussioni e nei vibrafoni resta sempre il Gong di Pierre Moerlen, che non trascura la lezione imparata da quel jazzrock a cui si rifanno anche due raffinati gruppi di colore: i Commodores (ora in antologia con Greatest Hits) e i Crusaders, capaci d'una tecnica strumentale molto avvolgente (Images), ricca di felici scelte sonore. Per chi ama invece l'ironia, il Tango Fango dei tedeschi Guru Guru è un appuntamento assai divertente. I «complessi» italiani — Mentre i Matia Bazar continuano a farsi ascoltare con la loro Semplicità, torna in campo uno dei gruppi «storici» del rock italiano, i Nomadi, che in Naracauli e altre storie ripropongono un filone carico ancora di buone intuizioni poetiche e di sonorità mitiche. Più acerbi, ma già con una consistente personalità espressiva, sono i Panda, piegati verso un'influenza inglese, e La Bottega dell'Arte, che (in L'avventura) fa della buona musica d'intrattenimento, fedele a moduli linguistici mediterranei. Il sogno di Alice, infine, dell'Assemblea Musicale Teatrale, è la nuova strada di un gruppo che ha saputo legare ai modi del teatro popolare il gusto della satira e l'irriverenza del «Movimento». Folk italiano — Ci sono due tendenze ormai chiare nel folkrevival; la prima è questa del «ricalco», cioè della riproposizione stilisticamente fedele della musica popolare, come fa Resa Balistreri con la Sicilia di Vinnt a cantari all'ariu seuvertu; o gli stornelli laziali di Graziella Di Prospero In mezzo al petto mio ce sta'n zerpente; i canti contadini del Sannio raccolti In Cum'é bello a cumanna'. e le Musiche e canti popolari della Campania registrati «sul campo» da Sergio De Gregorio; o i «reportage sonori» che con molto intuito e buon spirito Otello Profazio ha realizzato a Guardiavalle in Calabria e a Patti Marina. L'altra tendenza è quella che propone una più libera interpretazione del materiale popolare, nella prospettiva d'una nuova creatività. Esemplare resta, naturalmente, il lavoro della Nccp, che ora fa un po' il punto della propria storia in Aggio girato lu munno; e su questa linea si muove una nuova collana (Semi & Fiori), che offre già il laboratorio musicale di Suonofficina, le rielaborazioni strumentali di Dodi Moscati (Sole, Sole, vieni) e due «classici» di grande professionalità come Matteo Salvatore e Concetta Barra. Folk internazionale — E' già, appena inciso, un gran successo il Canción para matar una culebra, ultimo lavoro degli Inti Illimani, mentre agli amanti della musica celtica i Lyonesse offrono la registrazione d'un loro concerto italiano, Live in Milan. I cultori più attenti dell'e tnomusicologia non si faranno sfuggire alcuni «documenti sonori» : la Musica dei Sioux & Navajo (Indiani d'America), la Musica taoista cinese, le Danze del popolo Igede (Nigeria) e le Afelodie popolari di Sri Lanka (Ceylon). m. c.