l'assenteismo (ha votato l'89,9%)preoccupai partiti

l'assenteismo (ha votato l'89,9%)preoccupai partiti l'assenteismo (ha votato l'89,9%)preoccupai partiti ROMA — La de ha chiesto più voti per governare senza i comunisti ma l'appello non è stato accolto. Il pei ha chiesto più voti per governare con gli altri partiti dell'arco costituzionale ma gli elettori hanno detto «no» ai comunisti al governo. Il psi non ha avuto il successo che Craxi sperava. Dei tre partiti maggiori, il psi è comunque quello che esce meno deluso dal voto del 3 giugno che segna un rilancio, sia pure contenuto, dei gruppi laici minori (psdi, pri e pli). C'è poi un incremento, di notevoli proporzioni, dei radicali. Risultato: le elezioni hanno rivelato una crisi del bipolarismo dc-pci e un arretramento complessivo della sinistra. Non hanno risolto il super-problema della governabilità del Paese e la politica di unità nazionale si conferma l'unica scelta possibile almeno sino al congresso de del prossimo autunno. Il primo a sottolineare questo dato è stato proprio Andreotti. Questa rapida analisi è stata fatta sulla base dei risultati, quasi definitivi, del Senato. Per la Camera, si registrano variazioni inquietanti. Sembra che la flessione della de sia un po' più accentuata a Montecitorio che a Palazzo Madama; mentre, per il pei. alcuni dati parlano di una forte caduta (circa il tre per cento); altri, di un calo assai più contenuto (circa il 2 per cento). Stazionario, sul dieci per cento il psi. Per gli altri gruppi, le previsioni sono assai vicine ai dati del Senato. Preoccupa i partiti un'altra novità di queste elezioni: l'assenteismo. Nel '76, gli italiani che andarono alle urne furono oltre il 93 per cento: ieri tra l'89 e il 90 per cento. Una percentuale alta, inferiore a quella di tutte le altre elezioni. Comunque vada in queste ultime, frenetiche ore di atte- sa, la de si conferma il più forte partito italiano, ma quel balzo in avanti che qualcuno aveva pronosticato addirittura vicino ai livelli del 18 aprile '48 non c'è stato. In realtà, è doveroso registrare che nessun leader de ha mai creduto ad un balzo simile. «/ dati fin'ora conosciuti — ha dichiarato ieri Zaccagnini — confermano la tenuta, la forza, e il ruolo centrale della de». Per la prima volta dopo trent'anni. il pei perde voti, soprattutto nel Sud e in alcune grandi citta. Lo slogan «O al governo o all'opposizione» non ha avuto successo. Ieri notte, Ingrao, davanti alle «Botteghe Oscure», ha avuto più applausi di Berlinguer. «/I nostro partito ha registrato una flessione, ma al tempo stesso mantiene una funzione di forza decisiva della classe operaia', ha detto il leader Meno netti, comunque tutt'altro che esaltanti, i risultati del psi. Stando ai soliti dati, tra Senato e Camera i socialisti mantengono più o meno la ! stessa forza del '76, riuscendo però a superare, sia pure di ! pochissimo, il 10 per cento. Ma quel successo che Craxi si attendeva per imporre una «terza forza» socialista, tale da condizionare gli «equilibri» politici delle due super-potenze della politica italiana, non c'è stato. Il leader del psi aveva proposto agli elettori una sorta di «contratto politico»: dateci più voti e noi vi garantiremo cinque anni di stabilità politica, senza nuove, traumatiche interruzioni di legislatura. Per tutta la campagna elettorale, il leader del psi si è però «dimenticato» di spiegar bene quale formula di governo avrebbero sostenuto i socialisti dopo il 4 giugno. Questa «dimenticanza», dettata anche da complessi equilibri interni tra i sostenitori dell'anima riformista e i seguaci di quella massimalista è stata fatale al mancato successo del psi, che resta comunque il partito-chiave per ogni ipotesi di governo. Psdi, pri e pli (i primi due dal governo, i liberali dall'opposizione) non si sono invece dimenticati di indicare con chiarezza i rispettivi obiettivi politici e gli elettori li hanno premiati. Il successo dei partiti laici minori (notevole al Senato, più contenuto alla Camera) è il fatto più nuovo ed inatteso dì queste elezioni. Rivela l'esigenza di un «elettorato fluttuante» che, di elezione in elezione, punta a volte sulla de, a volte sul pei, a volte, come ieri, su formazioni politiche minori. Rivela però anche il desiderio di una parte non più tanto esigua di italiani di ammonire severamente (se non di penalizzare) i partiti più forti. De. pei e psi si sono detti subito e contemporaneamente contenti del successo di questi loro «concorrenti» tradizionalmente meno fortunati. Galloni ha detto che quel due-tre per cento in più che alcuni pronostici attribuivano alla de è andato invece al psdi e al pri e «di questo siamo contenti, perché i due partiti appoggiano la democrazia cristiana al governo e hanno detto no al pei». Tortorella (pei), polemizzando indirettamente in tv con il capo-gruppo de alla Camera, si è detto altrettanto contento ma ha subito ammonito Galloni a «non trarre giudizi politici troppo precipitosi». Il psdi — sempre secondo i nostri dati — è il partito che ha avuto più successo tra i laici minori. Il suo leader, Pietro Longo, ha chiesto più voti per permettere alla de, ai socialdemocratici e ai repubblicani di governare con il 51 per cento, con o senza i socialisti. Tale richiesta non è stata esaudita, ma. in realtà, il primo a non credere nel successo di questo obbiettivo (con Zaccagnini) era proprio Longo. n leader del psdi è stato però molto netto sul programma politico del suo partito (no al pei al governo; più forza ai laici minori per ridimensionare la de che comunque va appoggiata) e ancor più netto sul piano programmatico: lotta al terrorismo; lotta alla disoccupazione; una buona legge per le pensioni. Ed ecco. tra il Senato e la Camera, un punto abbondante in più che dovrebbe far molto riflettere certi leader politici. Tutto puntato sui contenuti — dopo aver ribadito in modo molto preciso e articolato il «no» al pei nel governo — anche il programma dei republicani, cne al Senato hanno guadagnato (malgrado l'improvvisa scomparsa dalla scena politica di un leader come La Malfa) quasi un punto in più. Anche Zanone (pli) ha buoni motivi per vantare un successo discreto; sia le scelte politiche, sia le scelte programmatiche dei liberali sono quasi sempre state chiare e coerenti. Per i radicali è difficile parlare di chiarezza e coerenza; eppure, il loro successo alla Camera (stando alle solite proiezioni) è abbastanza notevole. E' tanto o poco per un partito al quale ognuno ha appiccicato una etichetta diversa, che ha attaccato tutti e che tutti hanno attaccato? I radicali dicono di battersi per l'alternativa di sinistra e qualcuno ne dubita. Sulla proposta dell'alternativa, in chiave nettamente anti-berlingueriana e antl-compromesso storico, si sono invece sicuramente mossi gli esponenti del pdup, un partito al quale le proiezioni per la Camera attribuiscono un piccolo ma significativo successo (1,4 per cento in più) al quale persino Tortorella ha fatto un pubblico omaggio. Sono invece quasi scomparsi dalla scena politica (rischiano di prendere al massimo uno-due deputati alla Camera) gli ex missini di Democrazia nazionale. Luca Giurato so.329sez.on.su76.466 COME SI E' VOTATO AL SENATO 1973 1976 1972 Partiti Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi DC 8.908.278 38,0 12.227.353 38,9 135 11.466.701 38,1 135 PCI 7.303.827 31,2 10.637.772 33,8 116 8.475.141 28,1 94 PSI 2.262.603 9,7 3.208.164 10,2 29 3.225.804 10,7 33 PSDI 910.221 3,9 967.940 3,1 6 1.613.600 5,4 11 PRI 702.713 3,0 846.415 2,7 6 917.989 3,0 5 PLI 439.785 1,9 438.265 1,4 2 1.316.058 4,4 8 PR 763.757 3,3 265.947 0,8 — — — — NSU 173.150 0,7 — — — — — — PDUP 323.132 1,4 78.170 0,3 — — — — MSI 1.081.774 4,6 2.086.430 6,6 15 2.737.695 9,1 26 DEM. NAZ. 134.760 0,6 — — — — — — SVP 206.264 0,9 158.584 0,5 2 102.018 0,3 2 NSU-PR — — — __ _ — _ 75.677se,su COME SI E' VOTATO ALLA CAMERA 1979 1976 1972 Partiti • Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi DC 11.872.773 38,3 14.209.519 38,7 262 12.919.270 38,7 266 PCI 9.749.842 31,5 12.614.650 34,4 228 9.072.454 27,1 179 PSI 3.215.937 10,4 3.540.309 9,6 57 3.210.427 9,6 61 PSDI 1.306.519 4,2 1.239.492 3,4 15 1.717.509 5,1 29 PRI 1.042.990 3,4 1.135.546 3,1 14 954.597 2,9 15 PLI 684.292 2,2 480.122 1,3 5 1.297.105 3,9 20 PR 407.409 1,3 394.409 1,1 4 — — — NSU 43.751 0,1 _ _ _ _ _ _ PDUP — — 557.025* 1,5 6 — — — MSI 1.754.446 5,7 2.238.339 6,1 35 2.896.762 8,7 56 DEM. NAZ. 175.210 0,6 _ _ _ _ _ _ SVP 172.522 0,6 184.375 0,5 3 153.764 0,5 3 Altri 362.451 1,2 - — - - _ _ Nel 1976 il PDUP si presentò con Democrazia proletaria (DP) ora confluita nella NSV.

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