Saronni ora chiede aiuto a Moser

Saronni ora chiede aiuto a Moser Ieri una tappa senza peso per la classifica: Knudsen in agguato preoccupa Saronni ora chiede aiuto a Moser Sollecita una alleanza per respingere il pericolo norvegese e decidere il giro a cronometro - A Treviso emozioni solo sul traguardo - Marchetti credeva di aver vinto (4 km prima); la volata «vera» a Martinelli DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TREVISO — E' una tappa con uno sprint finto e uno sprint vero. Quello finto lo vince Marchetti: passa davanti al traguardo, alza le braccia al cielo, un successo al Giro d'Italia per lui vale quasi quanto un campionato del mondo per il suo capitano Moser, Marchetti è solo un gregario e si sente in paradiso, in sette anni di professionismo non gli era mai riuscito' di tagliare per primo un traguardo. Ma poi gli altri lo superano, pedalano ancora, qualcuno gli grida di non fare lo stupido con quelle braccia In alto, c'è ancora da percorrere un circuito di quattro chilometri e poi si tornerà lì, dove Marchetti crede di essere in paradiso e invece precipita subito all'inferno, perché capisce di aver sbagliato tutto. Lo sprint vero lo vince invece Giuseppe Martinelli, gregario anche lui, ma non di un capitano come Moser che vuole tutti ai suol ordini: è gregario di Bertoglio, che diventò improvvisamente gran¬ de al Giro d'Italia del '75 ma poi tornò subito piccolo, e adesso dice che quando 1 suoi gregari vogliono vincere facciano pure, visto che lui non ci riesce. Martinelli, medaglia d'argento alle Olimpiadi di Montreal dietro Johansson, batte allo sprint Gavazzi, Thomas e tutto il gruppo, un gruppo in cui i campioni, pensando più al tappone di oggi che alla tappetta alle spalle, sono rimasti buoni buoni ad osservare la scena. A nessuno di loro conveniva dare una' pedalata più dello stretto indispensabile, la Verona-Treviso era poco più di una «kermesse» in cui il solo pericolo era quello di cuocere sotto il sqle. Cosi ciò che è accaduto ieri è nulla, a confronto di ciò che dovrebbe avvenire oggi, ammesso che le attese — come è già successo — non vengano tradite dai fatti. L'unico episodio di rilievo, ieri, si è verificato proprio al momento del via. I lavoratori dell'Abitai, che fa parte della Monteflbre, sono scesi in piazza con cartelli e volantini, protestavano contro la decisione della Montedison di liquidare l'azienda, chiedevano un intervento del governo. Per cinque minuti, i corridori sono stati fermi ad ascoltarli. Ma Torriani, previdente, li aveva portati sulla linea di partenza proprio con cinque minuti di anticipo. Puntualità innanzitutto. Oggi, dunque, il primo tappone dolomitico, un po' «ammorbidito» ma pur sempre spauracchio per chi scalatore non è, visto che ci sono da scalare la Forcella di Monte Rest, con tratti di pendenza al 13%, ed il passo della Mauria (12%). E' un'altra occasione, per Saronni, di staccare Knudsen, non l'ultima, ma quasi. Ma ecco il fatto nuovo: Saronni chiede aiuto proprio a Moser, proprio al suo nemico dì sempre. Giorno dopo giorno, si è accorto che staccare Knudsen è quasi impossibile, si è accorto che la maglia rosa che indossa ce l'ha soltanto in; prestito, perché in quella lunga «cronometro» finale il nor-' vegese non avrà difficoltà a togliergliela. Sente che la sconfitta si avvicina e allora si aggrappa dove può, sperando che Moser gli tenda la mano. Dice Saronni: «Ho provato, nei giorni scorsi, ad attaccare. Fatica inutile: Knudsen mi è sempre dietro. E allora ci vorrebbe una fuga da lontano, ma non posso fare tutto da solo, ho bisogno di alleati. E il miglior alleato chi potrebbe essere, se non Moser?-, In altre parole: togliamo di mezzo Knudsen e poi giochiamoci la torta tra di noi, nell'ultima «cronometro». Saronni, a> quel punto, con un minuto e trentanove secondi di vantaggio su Moser, avrebbe cinquanta probabilità di vincere il Giro. Le altre, cinquanta le avrebbe proprio Moser. Per il ciclismo italiano la probabile beffa si trasformerebbe cosi in extremis in un duello da tempi antichi, quindi un trionfo. Una «santa alleanza» che darebbe un thrilling imprevisto a questo Giro d'Italia sul quale si stanno allungando da tempo le mani di un uomo venuto dal Nord, Knut Knudsen. Ma le «sante alleanze», nel ciclismo, non si verificano quasi mai, specie 'fra due campioni che non riescono ad essere amici neppure quando vestono la stessa, maglia, quella azzurra. E poi Moser non sta bene. La congiuntivite si sta aggravando, ieri si è fatto controllare la vista e si è accorto che dall'occhio sinistro ha perso due decimi, è una cosa temporanea ma è preoccupato lo stesso. Non vede l'ora che il1 Giro finisca, Moser, per potersi curare meglio. Saronni gli tende la mano, ma difficilmente lui la stringerà. Maurizio Caravella Ordine d'arrivo: 1) Giuseppe Martinelli (San Giacomo), km. 121 in 2 ore 50'54", media 42,316 orari; 2) Gavazzi: 3) Thomas; 4) Rosola: 5) Porrini; 6) Barone: 7) Bettoni: 8) Moser; 9) Paleari; 10) Noris. Segue il gruppo, sempre col tempo del vincitore. , Classifica generale: 1) Giuseppe Saronni (Scic Bottecchia) in 71 ore 08'02"; 2) Knudsen a 18"; 3) Moser a l'39"; 4) Laurent a 3'35": 5) Johansson a 3'46"; 6) Contini a 5'06"; 7) Becciaa5'17": 8) Bertoglio a 8'39"; 9) Fuchs a 9'25"; 10) Schmutz a 10'51". Trofeo Ritmo: 1) Tosoni p. 40; 2) Cipollini p. 34; 3) Dusi p. 30.

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