Altri 6 arresti per lo scandalo del petrolio la truffa sarebbe di circa duemila miliardi

Altri 6 arresti per lo scandalo del petrolio la truffa sarebbe di circa duemila miliardi L'inchiesta partita da Treviso si allarga a tutta Italia Altri 6 arresti per lo scandalo del petrolio la truffa sarebbe di circa duemila miliardi Sono finiti in carcere 3 imprenditori veneti e 3 parmigiani - Fra questi ultimi anche Giuseppe Morelli, titolare della «Helios service», già coinvolto in un traffico di petrolio a Civitavecchia TREVISO — Tre persone sono state arrestate la scorsa notte nel Parmense in esecuzione di mandati di cattura firmati dal giudice istruttore di Treviso dott. Felice Napolitano nell'ambito dell'inchiesta sullo «scandalo dei petroli». Si tratta di Giuseppe Morelli, di 41 anni, di Parma; Giordano Boschi, di 47, di Parma, e Francesco Raffaini, di 36, di Conzo di Sorbolo (Parma). I tre sono accusati di falso ideologico e contrabbando. Oltre ai tre parmensi che dovrebbero avere avuto un ruolo abbastanza importante nell'organizzazione contrabbandiera, nelle ultime ore la Guardia di Finanza ha proce- duto ad altri tre arresti, rinchiudendo nel carcere trevigiano di Santa Bona Duilio Dalla Francesca, Franco Bizzotto e Giovanni Calvani, tre piccoli imprenditori veneti operanti nel settore petrolifero, che sarebbero anch'essi coinvolti nel traffico di «H Ter» falsi. Come è noto, infatti, l'intera vicenda è basata sul commercio di speciali bolle di accompagnamento, denominate appunto «H Ter», che permettevano ai petrolieri di spostare e vendere prodotti di varia provenienza senza pagare la dovuta imposta. In tal modo, e con la fabbricazione e la vendita di benzina miscelata con isopentano e toluolo, due elementi dai costi fiscali notevolmente minori, un gruppo di petrolieri ha evaso il fisco negli ultimi dieci anni per circa duemila miliardi di lire. Tutto lo «scandalo» ruota attorno ai fratelli Silvio e Bruno Brunello, titolari della «Brunello lubrificanti» di Castagnole di Prese (Treviso), che con l'ausilio di altri imprenditori di varie regioni ita-, liane avrebbero impostato il vasto giro di contrabbando. Gli arresti compiuti nel Parmense da uomini della Guardia di Finanza sono ritenuti molto importanti nell'ambito complessivo dell'in; chiesta. Con particolare attenzione, infatti, i magistrati trevigiani intendono vagliare la posizione di Giuseppe Morelli, titolare della «Helios service» di Casalmaggiore (Cremona), già implicato in una analoga vicenda di contrabbando di prodotti petroliferi scoperta a Civitavecchia e nella quale pare fossero coinvolti — come avviene ora per l'inchiesta di Treviso — alcuni alti ufficiali della Guardia di Finanza e un figlio dell'ex co¬ mandante generale del corpo, Giudice. Morelli era attualmente in libertà provvisoria ed ogni tre giorni doveva presentarsi in questura per firmare lo speciale registro. L'ipotesi che i magistrati trevigiani intendono vagliare è quella che Giuseppe Morelli possa costituire, con i suoi interessi in numerose aziende petrolifere oltre che nella «Helios service», l'anello di congiunzione tra l'organizzazione di contrabbandieri di Treviso, che operava attraverso il commercio di «H Ter» falsi messi in circolazione dalla «Sfp» di Muggiò (Milano), dalla «Veneta idrocarburi) di Sandrigo (Vicenza), dalla «Della Franaesca spa» di Treviso e dalla «Brunello lubrificanti», e l'analogo gruppo che operava a Civitavecchia.